Un esercito di vivacissimi palloncini rossi è approdato al Porto Antico di Genova. Con una donazione sarà possibile salvare ogni anno 500.000 bambini in difficoltà
Una scia rossa serpeggia lungo l’Italia: è una scia rossa come il sangue ma, fortunatamente, dissimile da quelle che, esecrabili, propongono le immagini dei quotidiani o dello schermo televisivo. E’ una scia di vita, la stessa a cui avrebbero diritto 8 milioni di bambini, sotto i 5 anni, che tutti i giorni muoiono nel mondo, uno ogni 4 secondi.
Non si tratta dei nostri rubicondi bambini che curiamo con amore, infarciti di vitamine e circondati da giochi tecnologici, parliamo di quelli, dimenticati, in un terzo mondo di miseria dove si muore ancora per banali patologie come dissenteria, polmonite, morbillo, malaria, poliomielite o semplicemente per fame.
Per loro, si è mobilitato un esercito di vivacissimi palloncini rossi che, in cammino dall’imponente Monte Capitolino romano (Campidoglio), è approdato al Porto Antico genovese, una delle 10 tappe di questo viaggio umanitario.
Promotore dell’evento l’associazione internazionale Save the Children, nata a Londra nel 1919, per volere dell’infermiera volontaria, Eglantyne Jebb, con l’intento di portare un soffio di speranza in un mondo di morte. Le piazze di Roma, Firenze, Trieste, Pisa, Pescara, Venezia, Milano, Torino, Genova, quindi Cagliari, Palermo, Bari, Napoli hanno aperto i loro spazi, in un abbraccio di solidarietà, in cui i bambini sono stati i protagonisti soffiando, in quei palloncini, un po’ della loro vita per donarla idealmente ad altri.
Accanto a loro gente comune, autorità, personalità famose, campioni dello sport, navigatori di You Tube o di Facebook, emittenti radio con i loro volti più famosi come Max Giusti, Marco Presta, Antonello Dose, Max Paiella, Luca Barbarossa, Federica Gentile e Michela Andreozzi, Chiara Gamberale, Barbara Palombelli ed altri, tutti per dire un’unica parola: BASTA!
Genova ha fatto la sua parte: i bambini degli istituti Barabino e Garaventa hanno consegnato alcuni dei loro simboli fiammanti a Giorgio Guerello, presidente del Consiglio comunale, a Milò Bertolotto, assessore provinciale con delega alle iniziative per la pace e a Renata Briano, assessore regionale dell’Ambiente. Gli altri li hanno “imbucati” in un grosso contenitore su cui era scritto “non lasciamoli andare”. Per trattenere queste piccole vite, ha spiegato Elena Avenat, responsabile advocacy internazionale, basta un contributo di 2 euro, via sms, dal cellulare o un apporto di 2-5 euro dalla rete fissa. L’obiettivo è salvare ogni anno 500.000 bambini per arrivare a 50 milioni entro il 2015.
L’iniziativa genovese, patrocinata da Comune, Provincia e Regione, è stata appoggiata, anche, dalla Uisp, l’Unione Italiana Sport, con una serie di iniziative come quella di domenica, che vedrà i giocatori della squadra di seconda categoria “Liberi sestresi” scendere in campo tra nugoli di sfere vermiglie per una partita a cui noi possiamo partecipare digitando pochi tasti e un semplice click di invio.
Adriana Morando