Libera ha scelto Genova, porta d'Europa, per la 17° edizione della giornata in ricordo delle vittime delle mafie
<<Vorrei prestarvi i miei occhi per aiutarvi a toccare da vicino la vergogna delle mafie perché nessuno può sentirsi estraneo a questo problema>>, così dice commossa Alessandra, giovane campana, figlia di una vittima di mafia, in rappresentanza delle migliaia di familiari che giungeranno a Genova il 17 marzo in occasione della diciassettesima “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” promossa da Libera – 1600 gruppi nazionali ed una miriade di realtà locali – Avviso Pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie), in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e Rapporti con il pubblico, con il patrocinio di Comune e Provincia di Genova, Regione Liguria, Provincia di Savona e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
La “Giornata della memoria e dell’impegno” ricorda tutte le vittime innocenti della mafia e rinnova il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Tradizionalmente si svolge il 21 marzo, quest’anno a Genova sarà anticipata a sabato 17 marzo per favorire la massima partecipazione di quanti arriveranno da ogni parte d’Italia. Ci sarà una marcia con partenza da Piazza della Vittoria e arrivo nell’area del Porto Antico. Dal palco saranno letti gli oltre 900 nomi di vittime della mafia, semplici cittadini, magistrati giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici ed amministratori locali, morti perché con rigore e coerenza hanno compiuto il loro dovere. Ma da questo terribile elenco mancano tantissime altre vittime impossibili da conoscere e da contare, perché le mafie provocano anche morti sul lavoro, vittime del caporalato, dello sfruttamento della prostituzione, del traffico di armi e stupefacenti, della criminalità dei rifiuti.
Il 21 marzo si replica in centinaia di piazze, strade e scuole di tutto il Paese, dove i presidi di Libera, associazioni, scout, movimenti, studenti, comunità ecclesiastiche, si raduneranno per rileggere quell’interminabile elenco.
<<Il primo diritto di una persona è essere chiamato per nome – afferma don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – a Genova ricorderemo a voce alta tutti i nomi delle persone innocenti uccise dalle mafie perché abbiamo la responsabilità ed il dovere di trasmettere la memoria. Ma questo impegno riguarda ogni area del Paese e deve essere continuo, 365 giorni all’anno>>.
<<Libera quest’anno ha scelto Genova in segno di stima e riconoscenza verso quanti in questo territorio realizzano iniziative concrete che attraverso l’incontro accrescono la consapevolezza delle persone – continua don Ciotti – dall’altro lato perché era giusto puntare l’attenzione su una regione che purtroppo è stata interessata da alcuni episodi riconducibili alla presenza invasiva delle mafie>>.
<<Genova è una porta d’Europa, storicamente è sempre stata una realtà accogliente pronta ad aprire la porta agli altri – spiega don Ciotti – Oggi però questa porta la dobbiamo sbattere in faccia alla criminalità organizzata>>.
Il 17 marzo non parliamo di un corteo, di una manifestazione, nel senso classico del termine <<Sarà un abbraccio collettivo a centinaia di padri, madri, figli, intere famiglie che hanno perso delle persone care –racconta don Ciotti – perché, come mi ha detto Saveria Antiochia, madre di Roberto, un agente di polizia che scortava il vicequestore di Palermo, Antonino Cassarà, entrambi uccisi il 5 agosto 1985, “Quando ti ammazzano un figlio è come se sparassero anche a te”>>.
Nel capoluogo ligure giungeranno migliaia di persone che <<Chiedono soltanto una cosa, pretendono che il Paese si impegni con una forza ancora maggiore nella ricerca di verità e giustizia – conclude don Ciotti – il 70% dei familiari delle vittime infatti non conosce fino in fondo la verità. Occorrono meno parole e più fatti>>.
<<L’appuntamento genovese è preceduto da un importante percorso di coinvolgimento – ricorda Matteo Lupi, referente regionale di Libera – oltre 100 iniziative promosse su tutto il territorio regionale tra incontri nelle scuole, cineforum, dibattiti e convegni>>.
Il presidente della Regione Claudio Burlando ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa <<In una regione come la nostra che fino a poco tempo fa sentiva distante da sé questo fenomeno. Oggi abbiamo preso atto che invece è assai vicino. Ho seguito con ammirazione l’incredibile lavoro svolto da don Ciotti nelle scuole liguri. Noi avevamo il dovere di sostenere questo impegno>>.
Poi ha aggiunto <<In Liguria, a Genova in particolare, è prevista la realizzazione di grandi opere infrastrutturali. Sappiamo bene che inevitabilmente si scateneranno appetiti attorno a queste opportunità, anche da parte delle organizzazioni criminali che cercheranno di infiltrarsi e lucrare il più possibile. Ma secondo me si tratta di opere pubbliche fondamentali per la regione ed io intendo difenderle. Non può esistere una contrapposizione tra investimenti e legalità. La risposta non può essere quella di non fare. Un Paese che ragiona così è destinato a fare poca strada. Al contrario le opere pubbliche vanno portate avanti ma è necessario un controllo capillare sul territorio onde evitare pericolose infiltrazioni>>.
<<Inoltre voglio lanciare un invito a Libera affinché ci aiuti a ragionare e lavori fianco a fianco con noi per trovare la maniera migliore per utilizzare i beni confiscati alle mafie – ha concluso Burlando – Il centro storico, penso ad esempio alla zona della Maddalena dove si trovano alcuni locali confiscati alle organizzazioni criminali, è il terreno ideale per un tentativo di rinascita che prenda spunto proprio dall’insediamento di nuove attività in questi spazi liberati dalla presenza mafiosa>>.
Infine, il Prefetto di Genova, Francesco Antonio Musolino, ha ribadito <<Dobbiamo usare gli occhi di Alessandra e di tutti i familiari delle vittime per prendere coscienza della gravità di un problema che coinvolge l’intero Paese. Grazie a loro abbiamo una testimonianza diretta di tragiche vicende accadute in altri luoghi, lontani da noi. Ma bisogna fare attenzione perché se non ci attiviamo a dovere con il massimo impegno corriamo il rischio di vivere situazioni simili anche in Liguria>>.
Matteo Quadrone
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