Fiducia al minimo storico anche a causa del livello altissimo raggiunto dalla tassazione
A giugno l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce dall’ 86,5 di maggio all’85,3 odierno. Lo rileva l’Istat. Si tratta del livello più basso da gennaio 1996.
I giudizi e le aspettative sulla situzione economica dell’Italia risultano in peggioramento: il saldo dei primi scende leggermente (da -140 a -141), mentre quello relativo alle aspettative registra un calo marcato (da -81 a -92). Aumenta il saldo relativo alle attese sulla disoccupazione (da 114 a 121).
La fiducia dei consumatori circa la situazione economica del nostro Paese segna un nuovo minimo storico. Un dato agghiacciante, secondo Federconsumatori, che testimonia come il livello raggiunto dagli oneri che pesano sulle spalle delle famiglie, a partire dall’IMU, incidano in maniera negativa sulle condizioni e sulle aspettative di queste ultime.
«Per noi che denunciamo questo andamento da ancora prima che la manovra depressiva del Governo entrasse in vigore, non è affatto una sorpresa – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, di Federconsumatori – L’aumento dell’IVA, l’aumento delle accise sui carburanti e la reintroduzione dell’IMU sono solo alcuni dei fattori che, addossando il carico della crisi unicamente sulle spalle dei cittadini, hanno condotto il Paese nella drammatica situazione in cui si trova oggi».
«L’aumento della tassazione nel 2012 (pari a +1157 Euro a famiglia solo in termini diretti) equivale a ben 2,46 mesi di spesa alimentare di una famiglia media – continuano Trefiletti e Lannutti – O, addirittura, tale importo è pari a quanto spende una famiglia media in cure per la salute in 5,8 mesi».
«Basta guardare a questi esempi per comprendere gli enormi sacrifici che le famiglie sono costrette a sostenere in questo difficile momento – concludono gli esponenti di Federconsumatori – Per questo è indispensabile intervenire immediatamente per riequilibrare la situazione, con politiche di investimento per dare lavoro soprattutto ai giovani, aumentando così il potere di acquisto delle famiglie».