Dopo l'incontro con il vice sindaco Bernini, nell'agosto scorso, adesso il gruppo di cittadini e associazioni preme affinché parta un reale processo di partecipazione per decidere il futuro dell'ex caserma
Dopo la lettera aperta, spedita nel giugno scorso all’amministrazione comunale, la presentazione di 450 osservazioni al Puc (Piano Urbanistico Comunale) ed un incontro con il vice sindaco, svoltosi ai primi di agosto, qualcosa al Lagaccio si muove.
Stiamo parlando del movimento eterogeneo di cittadini e associazioni che hanno dato vita al gruppo “Voglio la Gavoglio” per rivendicare un processo di partecipazione dei residenti in merito alla futura destinazione dell’area occupata dall’ex caserma Gavoglio, 60 metri quadrati in gran parte abbandonati a se stessi da lungo tempo.
Come è noto il gruppo – nato sulla scia dell’esperienza attiva di numerose realtà e comitati che già da anni si occupano di una porzione del quartiere colpevolmente inutilizzata – si oppone strenuamente al disegno stabilito dal Puc approvato dall’ex giunta guidata da Marta Vincenzi. Per quanto riguarda l’area dell’ex caserma Gavoglio, considerata Distretto di trasformazione locale n. 3.06, le previste nuove destinazioni d’uso «cambierebbero radicalmente il disegno del precedente piano urbanistico, dando maggior peso all’edilizia abitativa e meno alla necessità di servizi e aree verdi per il quartiere», sottolinea il gruppo di cittadini del Lagaccio.
«Il vice sindaco Stefano Bernini ci ha spiegato che l’amministrazione comunale sta stilando delle regole affinché sia possibile ridiscutere il Puc, alla luce delle numerose osservazioni presentate dai cittadini su tutto il territorio genovese – racconta Enrico Testino, esponente del gruppo Voglio la Gavoglio – Bernini si è impegnato a consegnarci, entro settembre-ottobre, una bozza che proponga un percorso di partecipazione per affrontare le criticità da noi sollevate, in merito all’area dell’ex caserma Gavoglio. Il nostro obiettivo è costituire un tavolo di lavoro composto dai rappresentanti di tutte le realtà del Lagaccio».
Mentre per quanto riguarda il pericolo ambientale – dovuto alla presenza di amianto nelle strutture dell’ex caserma – le risposte non sono state altrettanto positive. «In pratica abbiamo capito che non esistono studi attendibili e dettagliati sulla situazione dell’area – continua Testino – il vice sindaco ci ha confermato il suo impegno in questo senso e dovrebbe farci avere informazioni al più presto».
Finora però nessuna comunicazione è giunta al gruppo “Voglio la Gavoglio” che nel frattempo continua la sua attività fatta di riunioni ed incontri pubblici. Se in breve tempo non dovessero arrivare le risposte promesse dall’amministrazione comunale, i cittadini sono pronti a fa sentire la loro voce, anche attraverso l’organizzazione di qualche iniziativa di protesta.
Matteo Quadrone