A due anni dal nubifragio si attende la demolizione del civico 15: data ancora incerta, vi spieghiamo come avverranno i lavori
4 ottobre 2010 – Alluvione a Genova: per l’intera giornata la pioggia si abbatte sulla Liguria, colpendo diversi Comuni del Savonese e molte zone del capoluogo, soprattutto a Ponente. La zona più colpita è Sestri, dove il Chiaravagna ha esondato e ha provocato una vittima (l’operaio Paolo Marchini) allagamenti e detriti nell’area compresa tra via Merano e via Clavarino: il punto di partenza della piena sembra essere ancora una volta il civico 15 di via Giotto, un palazzo costruito sopra l’alveo del torrente.
L’edificio è stato costruito nel 1953, è composto da 28 appartamenti su 4 piani. Scriviamo “ancora una volta” perché si parla della sua demolizione da quasi vent’anni, poiché durante l’alluvione del 1992 la strada aveva vissuto un’emergenza analoga: la pioggia fa alzare il livello dell’acqua, il palazzo fa da “tappo”, detriti, rami e tronchi degli alberi si ammassano, il torrente straripa portando con sé acqua e fango. Da allora è in corso una querelle legale tra demanio e abitanti del palazzo: se viene demolito, a chi va l’indennizzo? Ai proprietari degli appartamenti o all’ente che rivendica quella dell’intero edificio?
Durante un sopralluogo, il capo della protezione civile Guido Bertolaso avrebbe detto: «Che ci fa qui quel palazzo?». Molto dura la replica del Sindaco Marta Vincenzi, contestata dagli abitanti del quartiere perché nei giorni dell’alluvione si trovava a Bruxelles per impegni istituzionali: «È una questione legale ventennale, io non posso buttare giù quel palazzo, è una questione tra demanio e proprietari. Non posso intervenire io con un’ordinanza. Se può farlo Bertolaso potrò superare il disappunto provato per la sua battutaccia».
Secondo una prima stima, i danni provocati nel quartiere ammonterebbero a circa 30 milioni di euro. Il Comune ha stimato che la messa in sicurezza della città di fronte a calamità naturali comporta una spesa di oltre 18 milioni di euro, cifra non disponibile nelle casse della civica amministrazione.
28 giugno 2012 – Il Sindaco di Genova Marco Doria, a poco più di un mese dalla sua elezione, annuncia ufficialmente quello che è stato uno dei punti chiave della sua campagna elettorale, ossia la demolizione del palazzo di via Giotto entro l’autunno, prima fase di una più complessa opera di messa in sicurezza del territorio. A questo scopo, precisa il Sindaco, «gli uffici comunali hanno predisposto un piano di interventi che prevederebbe un investimento di circa 440 milioni di euro». Il bando di gara per assegnare i lavori è stato pubblicato sul sito della Regione Liguria.
28 agosto 2012 – Valeria Garotta, Assessore all’ambiente del Comune di Genova, scrive così sul suo profilo Twitter: “Dal 15 Settembre partono i lavori per la demolizione del palazzo di Via Giotto, causa dell’alluvione 2010 a Sestri”.
2 settembre 2012 – La Regione Liguria, il cui presidente Claudio Burlando è anche commissario delegato al superamento dell’emergenza alluvione del 2010, annuncia lo stanziamento di 20 milioni di euro da parte del Ministero del Tesoro entro la fine del mese: si tratta di una parte dei fondi complessivi (100 milioni di euro) che devono ancora arrivare per essere ripartiti tutte le zone danneggiate dal maltempo.
Questa la situazione: 10 milioni di euro sono arrivati subito dopo lo stanziamento e altri 45 milioni a luglio 2011. I restanti 45 milioni, a seguito di un taglio annunciato dal Governo Berlusconi e confermato anche successivamente dal Governo Monti, si sono ridotti a 27: secondo l’annuncio ufficiale della Regione, i 20 milioni di cui sopra fanno parte di questa quota, mentre i 7 rimanenti arriveranno entro fine ottobre. Di questi fondi, 5 milioni di euro sono serviti per acquistare i 28 appartamenti del palazzo di via Giotto, i cui inquilini hanno traslocato grazie a speciali agevolazioni previste in situazioni di emergenza come questa.
La conferma arriva anche via Twitter, dal profilo di Burlando, che così ha scritto il 7 settembre in risposta a una signora di Cogoleto: “I soldi finalmente arrivano entro fine mese. Li assegnerò subito“.
IL PRESENTE
Ottobre 2012 – Al momento non è stata annunciata nessuna data ufficiale per la demolizione del palazzo di via Giotto. Non è quindi così scontato che entro la fine dell’anno si riesca a procedere, nonostante la volontà del sindaco.
La giunta Vincenzi aveva indicato aprile 2013 come data per la demolizione e, se non si riusciranno a velocizzare le pratiche, non è ancora da escludere che il civico 15 possa restare in piedi fino alla prossima primavera. Attendiamo comunque gli annunci ufficiali, che metteranno definitivamente la parola fine a questo lungo iter.
Se la data è ancora incerta, cerchiamo di capire con quali modalità avverranno i lavori e chi dovrà sostenerne i costi.
Il primo e il secondo piano saranno demoliti mediante escavatori a pinza demolitrice, lavorando sull’alveo procedendo da monte verso valle; per quanto riguarda invece il terzo e il quarto, i mattoni verranno demoliti e calati a terra tramite appositi condotti (in modo da non diffondere la polvere), la parte strutturale verrà tagliata pezzo per pezzo e imbragata con una gru a torre – che l’impresa appaltatrice si è impegnata a montare nell’ambito dell’offerta – per poi calarla sul camion e portarla via. Il tutto a carico della Regione che, dopo aver acquistato i 28 appartamenti, ha destinato per la demolizione parte dei fondi già ricevuti dallo Stato.
Per quanto riguarda invece il torrente Chiaravagna, è in corso da anni un progetto di adeguamento approvato in via preliminare fin dal 2001 ma finora completato solo parzialmente. In questi anni è stata allargata la vasca della foce; è stato realizzato un terzo fornice per il deflusso delle acque sotto i ponti ferroviari; è stata demolita una parte del civico 20 di via Giotto alla confluenza fra il Chiaravagna e il torrente Ruscarolo; è stato adeguato il ponticello di via Giotto sul Ruscarolo. Questi interventi, tuttavia, non hanno impedito il 4 ottobre 2010 al Chiaravagna di esondare. Da quel giorno non è stato effettuato nessun intervento strutturale sul rio Chiaravagna, tutti gli sforzi delle istituzioni si sono infatti concentrati nell’iter per la demolizione del civico 15.
E’ bene ricordare, però, che finché non verranno realizzati tutti i lotti, i benefici e i miglioramenti effettivi saranno minimi…
Marta Traverso
[foto di Daniele Orlandi e Diego Arbore]