La chiamo calma, io la vedo che se ne va, era il vapore all'imbrunire sul lago, le nuvole basse; o ancora meglio pazienza, quella per i puzzle e i modellini, giornate intere di applicazione, incondizionata, passionale, creativa, genuina. L'ho perduta
Come la fiamma della candela che si fa piccolissima, prima di virare al celeste e spegnersi, lasciando a chi la sta guardando una sinuosa bava di fumo. Io la vedo che se ne va, sento che se ne sta andando.
Lo chiamo amore, lo sto perdendo. Quell’essere famelico a prescindere, impregnato e rapito in mezzo alle altrui vite che accadono, scorrono, comunque, intorno; o al cospetto del più bel paesaggio, quell’insensata gioia che soffoca, all’improvviso. Posso chiamarla lucidità, la sto perdendo. Davanti ai birilli della vita, che sia slalom che sia bowling, davanti alle cose da fare, coscienti, volute, indotte, imposte.
La chiamo ingenuità, l’ho perduta. Quel presupporre il meglio, in fin dei conti, per il tempo che rimane. La chiamo calma, io la vedo che se ne va, era il vapore all’imbrunire sul lago, le nuvole basse; o ancora meglio pazienza, quella per i puzzle e i modellini, giornate intere di applicazione, incondizionata, passionale, creativa, genuina. L’ho perduta.
Amore, lucidità, ingenuità, calma, pazienza… Alla fine si chiama semplicemente forza, quella che serve per reagire.
Gabriele Serpe