Preoccupa lo scenario progettuale che prevede il prolungamento della diga foranea verso Pegli e l’incremento delle superfici destinate al traffico di contenitori; per ora non c'è nulla di definitivo ma il Municipio vuole essere coinvolto
L’hanno chiamato “Porto d’Africa”, adesso scenario “Voltri Avanzamento”, ma la sostanza non cambia, sempre di ampliamento del terminal si tratta. E nel Ponente, ogni qualvolta si rinfocola una simile voce, le diverse anime di comitati, associazioni e singoli cittadini si rinsaldano in difesa del litorale. In gioco c’è il delicato equilibrio tra l’esigenza di sviluppo dello scalo genovese e la necessità di garantire la vivibilità di interi quartieri. Equilibrio mai davvero raggiunto perché parliamo di una zona che ha pagato un prezzo altissimo in termini di deprivazione dell’affaccio al mare da Prà a Voltri e di forzata riconversione economica del territorio, in cambio dell’illusione di nuovi posti di lavoro e di riqualificazioni urbane che spesso non si sono concretizzate (qui l’approfondimento di Era Superba sulla Fascia di Rispetto di Prà). «Ad ovest della Lanterna vive il cinquanta per cento più uno della città – ama ricordare Arcadio Nacini, storico portavoce dei comitati e per anni espressione degli stessi in consiglio comunale – anche se di là hanno i servizi, qui invece ci toccano solo le servitù».
Oggi uno degli scenari progettuali contenuti nel nuovo Piano Regolatore Portuale in via di gestazione prevede, nell’ambito di Voltri, l’apertura della diga di sottoflutto – per facilitare l’accesso di navi porta contenitori di dimensioni sempre maggiori – ed il prolungamento di circa 500 metri della diga foranea verso levante, chiudendo così di oltre 1/3 l’apertura dello specchio d’acqua prospiciente Pegli.
Ma il Municipio Ponente – facendosi interprete delle preoccupazioni degli abitanti – ha manifestato la propria contrarietà al progetto approvando, all’unanimità, una mozione nella quale accusa esplicitamente l’Autorità Portuale genovese di scarsa sensibilità istituzionale: «Considerato che il nuovo Piano Regolatore Portuale prevede interventi estremamente invasivi sul territorio del Ponente e l’A.P. non ha finora coinvolto il Municipio», si legge nel documento.
«Quando si sommano un insieme di fattori destabilizzanti, poi arriva una goccia che fa traboccare il vaso – spiega il presidente del Municipio Ponente, Mauro Avvenente (Pd) – È questo il caso degli eventuali ampliamenti della piattaforma portuale di Voltri».
L’allungamento della diga foranea verso levante (ovvero verso Pegli) «causerebbe un drastico peggioramento della qualità della vita dei residenti del Ponente e delle prevedibili conseguenze circa il ricambio dell’acqua marina che sarà reso molto più difficile e complicato». In tal senso, il Municipio ricorda che «su quello specchio acqueo insistono le acque dei torrenti Branega, San Pietro, Roana, San Michele, Sacchi, Rexello, Lupo, Archetti, Rostan, Varenna, Marotto, Molinassi, Monferrato, Cantarena, Senza Nome e Chiaravagna, che negli anni passati hanno generato danni irreversibili portando con sé da valle a mare tonnellate di sedimi terrosi dilavati dagli impluvi delle colline».
Occorre ricordare, però, che si tratta pur sempre di un’ipotesi progettuale ancora in itinere. Insomma, per adesso nulla di definitivo. «Sì, ma pare essere una delle soluzioni più accreditate – risponde Avvenente – E sta suscitando molta ansia nei residenti. Lo conferma la nascita, a Pegli, di un comitato di cittadini e realtà associative che in una manciata di giorni ha raccolto migliaia di firme. Insomma, si respira la medesima aria di una decina di anni fa, quando la cittadinanza si è mobilitata in massa per dire stop alle servitù nel Ponente».
Lo scenario “Voltri Avanzamento” contempla «un avanzamento della linea di banchina del terminal contenitori di Voltri e, in previsione di consentire l’accessibilità marittima alle navi di maggiori dimensioni, l’apertura a levante della diga esistente – si legge nel sito web dell’A.P. – Lo scenario si contraddistingue per un incremento delle superfici destinate al traffico di contenitori». In sintesi, gli interventi proposti mirano ad adeguare il porto di Voltri alle esigenze del nuovo naviglio in termini di fondali e accessibilità.
Inoltre «si propone la realizzazione del nuovo terminal traghetti e del nuovo terminal delle “Autostrade del mare”». Quest’ultimo «risponde all’obiettivo di una riorganizzazione e di un potenziamento dell’offerta per la movimentazione di merci e passeggeri, permettendo una razionalizzazione dei flussi nel bacino storico».
Nell’area di Voltri, l’accessibilità via mare potrà essere migliorata «attraverso la creazione di un nuovo canale con doppio ingresso, mediante l’apertura della diga a levante ed il prolungamento delle opere di protezione alle due estremità». Secondo l’Autorità Portuale «L’adeguamento delle opere di protezione e il parziale incremento delle superfici dedicate alle attività di movimentazione consentono, da un lato, il mantenimento e il rafforzamento del porto sulle rotte di maggiore rilevanza e, dall’altro, una riorganizzazione e sviluppo delle attività produttive su alcune aree portuali».
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale «I riempimenti ipotizzati incidono maggiormente su specchi acquei già a uso portuale, per quanto sia ipotizzato un allungamento dell’opera di protezione antemurale. Gli impatti generati dai traffici potranno essere contenuti in funzione dell’attuazione di alcuni interventi previsti quali l’elettrificazione delle banchine, la compatibilizzazione ambientale dei bacini, la realizzazione degli interventi previsti dal Piano Energetico del porto e lo sviluppo della modalità ferroviaria».
La prima fase dei lavori – della durata di 3 anni – comporterà «L’allungamento dell’opera di protezione di Voltri di circa 350 metri verso ponente e di circa 500 metri verso levante; la contestuale demolizione di un tratto della diga a levante per permettere il doppio ingresso. Parallelamente si potrà dare inizio all’avanzamento della linea di banchina del terminal di Voltri, procedendo da ponente verso levante e alla realizzazione del terminal delle “Autostrade del mare”».
Lo scorso 30 luglio, con un atto adottato all’unanimità, il Comitato portuale di Genova ha deliberato «di condividere gli esiti del confronto tecnico avviato in merito alle linee guida per la redazione del Piano Regolatore Portuale» e «di avviare nei termini più brevi i procedimenti di approvazione delle opere per l’ampliamento e l’accesso al bacino di Sampierdarena». I risultati che emergono dalle osservazioni raccolte «consentono di identificare alcuni profili comuni che forniscono un’importante chiave di lettura per la definizione di uno scenario condiviso di sviluppo portuale», si legge nella delibera. Il primo elemento è rappresentato proprio dall’esigenza di «ampliare l’accessibilità marittima dello scalo». Per l’ambito di Voltri/Prà «è considerata positivamente l’apertura della diga a levante» ed «è valutata l’esigenza dell’avanzamento della banchina».
«Lo abbiamo ripetuto più volte ma vedo che non siamo ascoltati dall’Autorità Portuale – spiega il presidente Avvenente – Il Ponente potrebbe essere il laboratorio dove sperimentare una convivenza equilibrata tra porto e città. Invece, almeno finora, la priorità è stata esclusivamente quella di garantire l’espansione dello scalo genovese, a discapito del territorio circostante e dei suoi abitanti. Da anni si parla di ampliamenti, però, bisognerebbe prodigarsi anche per migliorare le condizioni di vivibilità della popolazione locale, messe a dura prova dalla presenza delle attività portuali». Vedi la forzata vicinanza tra le pile di container e la zona di Prà-Palmaro, l’aumento dell’inquinamento acustico e ambientale lungo tutto il litorale, i disagi conseguenti al traffico di mezzi pesanti nell’intera area di Ponente.
Eppure, quando fu creato il porto di Voltri, la popolazione era stata illusa con il miraggio di 5000 posti di lavoro. «Oggi al VTE (Voltri Terminal Europa, attualmente il maggiore terminal contenitori del porto) gli occupati sono 560 più un migliaio di indotto – sottolinea Avvenente – Per carità nel momento di crisi attuale sono numeri importantissimi. È anche vero, però, che il prezzo pagato dal territorio è stato salatissimo. Prà, ad esempio, ha perso completamente il suo affaccio al mare; un tempo c’erano bar, ristoranti e altri esercizi commerciali che hanno dovuto riconvertirsi o sparire. Questa è stata una precisa scelta strategica a favore della città. Bene, ma in cambio il quartiere cosa ha ottenuto? Praticamente niente».
Ma durante il processo di pianificazione a medio/lungo termine chiamato a delineare il nuovo Piano Regolatore Portuale – e dunque il futuro del porto – il Municipio Ponente non è stato coinvolto? «No, in nessuna occasione – ribadisce Avvenente – L’ultima volta che ci siamo confrontati con l’A.P. risale a circa tre anni fa (2010), all’epoca dell’ex Sindaco Marta Vincenzi, quando si svolse un incontro sul territorio alla presenza del presidente dell’A.P. Luigi Merlo. In quell’occasione furono ventilate, seppure in modo evanescente, le proposte sopracitate. E tutti i gruppi politici, anche allora senza distinzioni di appartenenza politica, avevano ritenuto irricevibili tali ipotesi progettuali. Si era parlato di un confronto aperto sulle tematiche controverse e dunque di possibili rivisitazioni. Da quel giorno, però, nulla si è più mosso».
Adesso il Municipio chiede a gran voce l’immediata riapertura di un vero tavolo di confronto «Noi siamo fortemente intenzionati a portare a casa almeno alcuni risultati – continua Avvenente – Innanzitutto sollecitiamo la realizzazione di adeguati interventi di mitigazione dell’impatto delle attività portuali, come l’innalzamento delle dune a protezione della Fascia di Rispetto; e poi la continuazione del progetto per l’elettrificazione delle banchine. Infine, invitiamo l’A.P. a realizzare le opere propedeutiche indispensabili per l’attuazione del nuovo piano del traffico di Voltri». Si tratta, come ricorda la mozione, della demolizione delle reti divisorie, dei muretti di sostegno e della complanazione del manto d’asfalto nella zona compresa tra l’accesso al porto di Piazza Lerda, lato mare, e l’Hotel Sirenella a Voltri.
Matteo Quadrone