Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Inno alla vita (senza senso)

Non mi aspetto niente. Tu colpiscimi, io sarò facile bersaglio. Dal mio sasso lascio i pedi a mollo, non conosco la sorgente, non so dove sia la foce. Tutto molto semplice. Quello che viene oggi è il tempo dell’accettazione, finalmente, dell’abbandonarsi e dell’abbandonare


26 Marzo 2017Rubriche > Lettere dalla Luna

letteredallaluna-azzurroNon ti sogno e non ti canto. Non mi viene niente da dirti. Se potessi disegnarti saresti un punto e tanti scarabocchi uno sopra l’altro, indecifrabili, a coprirlo. Non devi avere senso.
Non ti cerco, so che ti trovi ovunque. E so che non servirebbe fissarti perché tu possa voltarti e accorgerti di me. Hai occhi troppo grandi per un uomo, ti confondi, vedi solo gente.
Ma come mi piace attendere i tuoi segnali, per sospirare del tuo stesso fiato, sorprenderti agitare quel corpo umido di serpente, le squame variopinte brillare inutili al sole, il tuo corpo vuoto dove galleggia il silenzio.

Quanta illusione mia cara, quanta energia. A tracciare mappe, percorsi, puntare cime, fissare partenze e arrivi. È come voler ricordare tutto, non si può. Picchiare i punti deboli e masturbare quelli più sensibili per non perdere il passo, per non cedere. Si cerca di fare in tempo, ecco che si cerca di fare. E non si capisce mai bene se si è riusciti. Come rincorrere qualcuno per poi fermarsi di colpo e trovarselo immobile, accanto, girato dall’altra parte, a farsi gli affari suoi.

Non mi aspetto niente. Tu colpiscimi, io sarò facile bersaglio. Dal mio sasso lascio i pedi a mollo, non conosco la sorgente, non so dove sia la foce. Tutto molto semplice. Quello che viene oggi è il tempo dell’accettazione, finalmente, dell’abbandonarsi e dell’abbandonare. L’assurdità di esistere senza motivo, senza che un dio diventi il nonno e uno stato il padre, senza promesse e senza missioni. Non è il male, non è la fine, non è rassegnazione. Il tempo dell’accettazione, dicevo. Con fierezza e distacco, con la serenità del bambino a cui non è stato ancora insegnato niente. Capirà da solo. Se avrà tenacia e fortuna, giorni e notti d’avanzo. Se sarà abbastanza incosciente, abbastanza attento, capirà.

 

Gabriele Serpe


  • gabriele serpe
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere
  • Caro amico arrabbiato, cosa vuoi che ti dica?
    Caro amico arrabbiato, cosa vuoi che ti dica?
  • “Vivere senza farlo apposta”
    “Vivere senza farlo apposta”
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • Perdersi a Venezia, in un labirinto galleggiante di umanità e storia. Gli scatti rubati e i vicoli ciechi delle persone
    Perdersi a Venezia, in un labirinto galleggiante di umanità e storia. Gli scatti rubati e i vicoli ciechi delle persone
  • Nicolas Vigliotta, e una Genova che non sa di essere grande e (quasi) perfetta
    Nicolas Vigliotta, e una Genova che non sa di essere grande e (quasi) perfetta

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

Tutte le puntate

L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

Le ultime puntate

  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
    La vita è tutta intorno, un malloppo di scariche elettriche senza capo né ...
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    E così anche tu hai paura ogni volta che lo scopri o che solo ti rendi conto ...
  • Caro amico arrabbiato, cosa vuoi che ti dica?
    Caro amico arrabbiato, cosa vuoi che ti dica?
    La lettera dei due bambini invecchiati, due mele fra tante, cadute ...
  • Inno alla vita (senza senso)
    Inno alla vita (senza senso)
    Non mi aspetto niente. Tu colpiscimi, io sarò facile bersaglio. Dal mio sasso ...
  • “Vivere senza farlo apposta”
    “Vivere senza farlo apposta”
    Mi ripetevi che avrei dovuto presto imparare a disobbedire, perché poi avrei ...
Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista