Era Superba è il magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, agenda eventi, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Il talento di Maurizio Crozza e la logica dell’appartenenza che tiene in piedi la sinistra

Crozza rappresenta la naturale evoluzione del “comico di sinistra”, aggiornata ai più neutri stilemi moderni. Il talento e la comicità bipartisan sono solo l'aspetto esteriore: sotto la superficie si agitano tutti i pregiudizi del politically correct post-comunista, i quali tendono a riaffiorare soprattutto nella satira sull'attualità


19 Dicembre 2014Rubriche > "Polis" Critica Politica

Crozza-Matteo-Salvini-12-dicembreLa bravura di Maurizio Crozza sta nel fatto che le sue non sono semplici imitazioni, ma maschere umane dotate di vita propria, archetipi universali che riescono a trascendere la figura da cui avevano tratto ispirazione. Sergio Marchionne, Massimo Ferrero, Matteo Renzi e naturalmente Antonio Razzi non sono solo caratterizzazioni grottesche: sono personaggi reali, con un loro linguaggio e una loro personalità ormai separata dagli individui in carne e ossa di cui teoricamente dovrebbero riflettere i difetti. È una capacità – questa di superare l’imitazione – che hanno solo pochissimi artisti (per esempio Corrado Guzzanti).

Ma Crozza è anche un intrattenitore a tutto tondo. Nei suoi spettacoli televisivi sa avvalersi di tante soluzioni diverse: il momento musicale, dove i temi politici vengono ridicolizzati sfruttando il patos di canzoni celebri, oppure il momento del monologo. Qui, in particolare, il comico genovese mette a frutto tutta la sua straordinaria vis comica, rileggendo con i suoi autori la stretta attualità e riuscendo ad essere allo stesso tempo pungente e leggero. E soprattutto, riesce a fare tutto questo senza sollevare polemiche politiche.

Pur non avendo risparmiato negli anni stilettate velenosissime a Silvio Berlusconi (basti ricordare l’apparizione a Sanremo 2013, con i fischi di qualche spettatore prezzolato), Crozza è riuscito nell’impresa di non farsi etichettare come “comico di sinistra”: e se oggi è probabilmente l’intrattenitore più popolare d’Italia, questo lo si deve alla grande cura prestata al fatto di non risparmiare nessuna forza politica, di saper mettere in ridicolo equamente tutto il variegato panorama della partitocrazia italiana.

Si pensi alle imitazioni di Maurizio Landini e Susanna Camusso: nessuno si sarebbe mai sognato, prima di lui, di prendere in giro addirittura il sindacato dei lavoratori. Crozza invece, nel corso degli anni spesi a curare le copertine di Ballarò, ha imparato la sottile arte di deridere tutti per non farsi attaccare da nessuno: ed è così riuscito a trascorrere, quasi senza farsi notare, una carriera in continua ascesa che oggi lo proietta – direbbe Falvio Briatore – «al top».

A questo punto vi starete chiedendo cosa questo discorso abbia a che fare con la politica. Eppure la politica c’entra. Nonostante tutto, infatti, Crozza rappresenta la naturale evoluzione del “comico di sinistra”, aggiornata ai più neutri stilemi moderni. Il talento e la comicità bipartisan sono solo l’aspetto esteriore: sotto la superficie si agitano tutti i pregiudizi del politically correct post-comunista, i quali tendono a riaffiorare soprattutto nella satira sull’attualità.

In essa Crozza tende a far risaltare ciò che è già grottesco di per sé, consapevole che niente fa più ridere della comicità involontaria di certi nostri politici. Tuttavia non di rado gli capita di scambiare per grottesco ciò che non necessariamente lo è: ed è qui che si manifesta il fascino ancora esercitato da alcuni paletti ideologici tipici della nostra cultura d’origine. Spesso discorsi complessi sulla concorrenza al ribasso del lavoro, sull’integrazione e sulle diverse sensibilità religiose sono banalizzati e trattati alla stregua di negazioni dei diritti delle minoranze. Altre volte il nostro si impelaga in materie che richiederebbero una conoscenza specifica, come è stato nel caso della satira sulla proposta leghista di una flat tax, che, per una bizzarra coincidenza, è andata in scena proprio mentre il partito organizzava un convegno con il professore di Stanford Alvin Rabushka.

Il problema è che il frame obbliga l’uomo di sinistra a pensare che i leghisti siano rozzi ed approssimativi: per cui, se da questa parte viene la proposta di un’aliquota unica, essa deve essere per forza insensata. Ecco dunque che un singolo articolo su un solo giornale può bastare come prova provata del fatto che la bizzarra tesi degli improvvisati economisti padani è una sonora stupidaggine, di cui si può ridere a crepapelle.

Naturalmente le cose non sono così semplici. C’è un dibattito in corso: ci sono accademici del calibro di Robert Hall che sono convinti sostenitori della proposta; ci sono precedenti storici incoraggianti; insomma, tutto si può dire sull’argomento, tranne che meriti di essere liquidato con sufficienza durante uno spettacolo comico.

Ovviamente non ci si può stupire se in questo contesto delle tematiche complesse sono trattate in modo approssimativo: Crozza deve pensare a far ridere; e dal momento che ci riesce molto bene, si può dire che sappia fare il suo mestiere. Il problema è un altro. Il problema è che il comico deve mettersi a citare studi ed articoli perché tutti gli altri amanti di questo “pensiero di sinistra”, dall’alto di cui dovremmo ridere degli altri, non si degnano di farlo. I postulati del “bon ton sellino-democratico” sono considerati auto-evidenti, e a nessuno è permesso discuterli senza venire etichettato come “oscurantista” o “intollerante”.

Questo atteggiamento, però, dimostra solo che a sinistra c’è una gigantesca voragine. Dietro alla pretesa superiorità culturale, purtroppo, sta il nulla; e il vero motivo per cui non si vuole affrontare il problema è che si metterebbe in discussione il peggiore dei rimedi, che è anche l’unica cosa che ancora tiene unita quella parte: la logica dell’appartenenza.

 

Andrea Giannini


  • comici, politica
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Prossima fermata Ventimiglia, la paura dell’Uomo Bianco arriva sul confine. La testimonianza di Progetto 20K
    Prossima fermata Ventimiglia, la paura dell’Uomo Bianco arriva sul confine. La testimonianza di Progetto 20K
  • Elezioni, la mutazione genetica dei genovesi, tra la “piccola” vittoria della Lega e il baratro del Centro-sinistra
    Elezioni, la mutazione genetica dei genovesi, tra la “piccola” vittoria della Lega e il baratro del Centro-sinistra
  • Il Ponente al voto tra voglia di autonomia e di riscatto. L’analisi sulle sfide dei prossimi 5 anni e le eredità del passato
    Il Ponente al voto tra voglia di autonomia e di riscatto. L’analisi sulle sfide dei prossimi 5 anni e le eredità del passato
  • L’ultimo giorno di “scuola Doria” finisce senza gavettoni, ma con l’ amaro in bocca per tutti
    L’ultimo giorno di “scuola Doria” finisce senza gavettoni, ma con l’ amaro in bocca per tutti
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2023 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista