Lo storico magazzino di proprietà del demanio in vico Palla 9r rientra nel progetto "Valore Paese" per il recupero di immobili di pregio storico-artistico e la riconversione in centri di aggregazione sociale e culturale
Non solo Magazzini del Cotone e Magazzini dell’Abbondanza: nascosti fra i tetti del quartiere del Molo, a pochi passi dal Porto Antico, si trova una concentrazione di edifici storici (per lo più risalenti al 1400-1500, alcuni ristrutturati nel 1800) dall’alto valore architettonico. Magazzini per le merci del vecchio porto di Genova, poi adibiti ad altri usi, alcuni di questi immobili sono stati trasformati in residenze condominiali o in locali pubblici, mentre ad altri è toccata sorte peggiore: dimenticati, abbandonati al degrado.
È il caso dei magazzini di vico Palla, in particolare del grande edificio collocato al civico 9 rosso che rivela, impietoso, le ferite ancora aperte della Seconda Guerra Mondiale.
VICO PALLA, 9r
Questo antico magazzino si trova oggi in condizioni pessime: costruito in pietra – la struttura è tipicamente medievale con le pareti inclinate a restringersi verso l’alto ad assumere la classica conformazione a trapezio – intorno al 1810 l’immobile venne trasformato e adibito presumibilmente a ricovero delle truppe francesi. Danneggiato dai bombardamenti durante l’ultimo conflitto mondiale, ha resistito al passare del tempo ma è inaccessibile da decenni, immerso nella sporcizia e nel degrado urbano. Gli stessi abitanti non si scandalizzano più ormai per lo stato in cui versa l’antico edificio. Eppure, il 9 rosso di Vico Palla, è riconosciuto parte del patrimonio storico-artistico nazionale.
Di proprietà statale, l’edificio rientra nel progetto Valore Paese promosso dall’Agenzia del Demanio, più precisamente nel sottobrand Valore Paese – Dimore, pensato per il recupero di immobili inseriti in ambiti di particolare pregio storico, artistico e paesaggistico, competitivi per i settori del turismo e della cultura rispetto al contesto territoriale di riferimento. Il progetto coinvolge immobili spesso non utilizzati o sottoutilizzati e ha l’obiettivo di incrementarne il valore economico attraverso progetti di riqualificazione ad uso collettivo.
Con questo scopo, aderendo al Protocollo d’intesa tra comuni e Agenzia del Demanio per una collaborazione tecnico-operativa costante nella realizzazione di specifici progetti di valorizzazione del patrimonio immobiliare, il Comune di Genova ha avviato la richiesta per il trasferimento gratuito della proprietà del magazzino avvalendosi dell’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 28 maggio n. 85 sul federalismo demaniale. Si tratta di un articolo che non ha mai avuto piena attuazione, ma che è considerato applicabile nel suo quinto comma, sul trasferimento di beni demaniali di interesse storico-artistico agli enti locali, previa presentazione di un piano per la riqualifica del bene stesso.
I soggetti che intendono avvalersi di questo articolo devono presentare un’istanza che, se accettata, dà avvio a una serie di “tavoli tecnici” per vagliare i piani di riqualificazione e le ipotesi di valorizzazione per l’immobile in questione che, una volta approvati, devono sottostare a vincoli precisi (per esempio, limite temporale di realizzazione del progetto). Solitamente gli immobili vengono trasferiti alle amministrazioni locali se queste ultime presentano un progetto considerato adatto e di alto valore per l’intera cittadinanza, anche con il coinvolgimento di soggetti privati, disposti a fornire sostegno economico. Ad oggi il Comune è in attesa di ottenere a tutti gli effetti il passaggio di proprietà, tuttavia rimane difficile, per il momento, immaginare un futuro per l’antico magazzino.
VICO PALLA, 4
Un altro tipo di discorso quello che interessa, invece, il civico 4 di Vico Palla. Stessa datazione storica (sempre risalente al periodo tra fine ‘400 e inizio ‘500), stesse modalità di costruzione e impiego di materiali. Anche l’uso era lo stesso: stando alla documentazione storica, al 4 di Vico Palla si trovava un antichissimo magazzino, prima deposito di sale, poi di tè, poi in tempi più recenti adibito a officina meccanica, per poi restare in disuso per decenni.
A differenza del 9rosso, questo antico deposito in passato è stato ristrutturato nella parte esterna: l’originaria costruzione in pietra è stata coperta e la facciata rifatta completamente, lasciando solo in alcune parti visibili resti della costruzione originale, con la pietra riportata “al vivo”. E poi, altra differenza importante rispetto al dirimpettaio, il civico 4 appartiene a privati (la società di costruzione P.R.D., Progetti e Costruzioni s.r.l.). In questo caso esiste già un progetto di recupero dello stabile che prevede la trasformazione in ristorante-sala espositiva.
L’ipotesi è stata avanzata dagli ingegneri della P.R.D.: «Il locale all’interno –ci racconta l’ingegnere Alessandro Romelli dello Studio PRD- ha un’altezza di 12 metri, per questo nel nostro progetto abbiamo avanzato l’ipotesi di sfruttare al meglio le altezze, creando un’articolazione con soppalchi sfalsati, per non ostruire la visione in nessun punto e non perdere la prospettiva d’insieme. La nostra ipotesi prevede la creazione di un ristorante o sala espositiva: teniamo aperte entrambe le possibilità, in attesa di trovare acquirenti. Abbiamo già avuto l’ok della Soprintendenza ai Beni Architettonici e siamo in attesa di trovare soggetti interessati a finanziare il progetto». A breve partiranno i primi interventi di ripristino del varco d’accesso –una struttura di 2 metri di altezza per 6 di larghezza- su Vico Malatti.
Elettra Antognetti