Cedere gli ospedali in affitto ai privati per non chiedere 500 euro di tasse in più a ogni contribuente, ecco la ricetta valenciana
Come si può garantire a un ente statale entrate e risparmi fissi ed evitare ai cittadini un ulteriore aumento delle tasse? A Valencia è partito un esperimento che ha tutta l’intenzione di porsi come apripista a livello nazionale. La Generalitat (il governo valenciano) ha infatti approvato una riforma del sistema sanitario che, nella pratica, privatizza la gestione di tutti gli ospedali e centri di salute.
Alla regione autonoma spagnola rimangono la pianificazione del servizio, i dipendenti e la proprietà degli edifici e dei terreni su cui sorgono gli ospedali. Questi terreni nell’intenzione del governo dovranno essere affittati ai privati che potranno applicare un modello di gestione aziendale meno burocratizzato di quello pubblico.
Ogni anno la Generalitat incasserà la quota d’affitto delle strutture che ammonta a 180 milioni di euro, ai quali si aggiungono le previsioni di risparmio che la pubblica amministrazione valenciana ha calcolato aggirarsi intorno ai 263 milioni.
Non si tratta di una novità, questo modello è in vigore in Svezia da oltre ventanni. Ma per un paese come quello spagnolo che come il nostro è gravemente colpito dalla crisi economica, la decisione presa dalla regione valenciana assume particolare rilevanza. Soprattutto se, come ha garantito il governo, non dovessero esserci ripercussioni a livello occupazionale visto che chi vincerà l’appalto dovrà dare lavoro a tutti i dipendenti già in organico.
L’esperimento dovrebbe partire il primo gennaio 2013 e culminerà con la creazione di una commissione mista di rappresentanti del pubblico e del privato per la pianificazione dei servizi (la cui responsabilità rimarrà si del governo, ma non a tal punto da privare completamente i nuovi gestori di una certa capacità decisionale).
Le prestazioni sanitarie rimarranno invariate e, soprattutto, gratuite. «L’alternativa era un aumento delle tasse di 500 euro per ogni contribuente», ha dichiarato il vicepresidente della Generalitat José Ciscar. La riforma, infatti, rientra nel piano di riequilibrio regionale che raccoglie le direttive del decreto approvato dal governo centrale, che mira a un contenimento della spesa pari a 10 miliardi nei settori della sanità e dell’istruzione.