Un cortile interno, una terrazza, un normale balcone cittadino, una fascia di terreno in riviera o un parco storico: scelte adeguate garantiscono sempre risultati sorprendenti!
Questo articolo è il primo di una serie che si propone di trattare, sotto diversi profili, l’affascinante tema del “verde”. In generale, il rapporto tra uomo e natura è stato, in tempi recenti, rivalutato e si è affinata, anche come controtendenza ai problemi ecologici, una maggiore sensibilità riguardo alle tematiche ambientali.
In questo primo articolo descriveremo brevemente ciò che verrà trattato in futuro, in modo da dare al lettore l’idea di quanto varia ed interessante possa essere questa materia. Esamineremo le principali correnti stilistiche del paesaggismo in Italia ed all’estero, le particolarità di alcuni giardini celebri e parchi storici, parleremo dei professionisti della materia, forniremo alcune nozioni di botanica, anche riguardo alla corretta scelta e cura delle piante nei differenti contesti (essenze vegetali più opportune in una terrazza sul mare o in città) e tratteremo delle sempre più frequentate manifestazioni botaniche (da Orticola di Milano, alla Tre Giorni per il Giardino del Castello di Masino, fino al celeberrimo Chelsea Flower Show di Londra).
Come accennato, di recente si assiste al diffondersi di una più diffusa consapevolezza per la rilevanza dell’elemento naturale e vegetale o forse, più semplicemente, ad uno spontaneo riavvicinamento nei confronti delle meraviglie della natura. Numerosi sono i personaggi pubblici che dedicano tempo e attenzione alla cura del “verde” e che si fanno, in prima persona, promulgatori di tale nuova cultura. Per citare solo i più noti, Michelle Obama è celebre per la recente introduzione di un orto alla Casa Bianca, da lei curato personalmente, Carlo di Inghilterra per la sua passione per la botanica e la produzione di cibi organici e biologici (a mezzo del marchio Duchy Originals), alcuni stilisti, quali per esempio Yves Saint Laurent (il suo giardino a Marrakech è frequentato quanto un museo), per i loro celeberrimi ed estrosi giardini.
Recentemente alcune dimore storiche hanno poi aperto i loro cancelli mostrando, similmente a quanto da tempo accadeva con il National Trust inglese, tesori botanici inesplorati ed appannaggio, per secoli, solo di una ristretta elite (si pensi, per citarne solo alcuni, al giardino della Kolymbetra, all’Abbazia della Cervara, al giardino de La Mortella, alla Reggia di Pralormo, ai Giardini Vaticani…)
Non bisogna pensare però che il privilegio di poter disporre di uno spazio verde sia un lusso per pochi. Anche una piccola area ed una limitata disponibilità economica sono in grado di riservare a chiunque grandi soddisfazioni! Si tratti quindi di un cortile interno, di una terrazza, di un normale balcone cittadino, di una fascia di terreno in riviera o di un parco storico, scelte adeguate garantiscono risultati sorprendenti.
L’intervento a “verde” incide, infatti, molto sull’ambiente urbano, sia da un punto di vista più propriamente visivo che, sebbene ciò sia spesso trascurato ed aspetto poco noto, sotto un profilo cromatico e sensoriale. Preferire alcune varietà botaniche ad altre (ad es: alloro, lavanda, agrumi e similari) permette infatti di ottenere, soprattutto in spazi di ridotte dimensioni, risultati sorprendenti sotto il profilo dell’incidenza olfattiva e difficilmente immaginabili a priori.
Basta alzare lo sguardo verso certe terrazze romane o buttare l’occhio in alcuni cortili milanesi per rendersi conto di quanto possano incidere, nel singolo contesto, qualche vaso o una armonica disposizione di semplici felci, il tutto con grande soddisfazione del proprietario e beneficio per la collettività.
Cosa sarebbero d’altronde Bolgheri senza i suoi cipressi, la costa ligure senza i pini marittimi, i giardini inglesi e francesi senza le querce secolari o taluni parchi neoclassici senza gli imponenti e centenari cedri del Libano? Anche un semplice viale cittadino risulterebbe completamente diverso senza filari di alberi che lo costeggiano da sempre. Elementi che diamo per scontati, dunque, non lo sono affatto, soprattutto se si pensa che le piante sono esseri viventi, dotati di ben precise esigenze!
Il landscape design riunisce quindi in sé diverse ed eterogenee componenti. Vi è l’aspetto più propriamente scientifico, vi è la componente naturalistica, vi è però anche un fondamentale profilo artistico che permette, tramite semplici vegetali, di creare l’enorme varietà del paesaggio (naturale ed artificiale) che ci circonda e che spesso diamo per scontato. Il panorama sarà, cambiando la composizione delle piante, quindi ora mediterraneo, ora continentale, ora alpino e, a sua volta, il giardino avrà stili diversi a seconda del contesto, dell’area geografica e soprattutto del carattere del proprietario!
In Italia, dove l’Arte e la Natura hanno sempre avuto rilievo e dovranno in futuro (essendo beni preziosi e rari) averne sempre di più, la riscoperta e l’adeguato impiego del “verde” potrebbero rilevarsi, per le loro implicazioni sociali, culturali ed estetiche, fondamentali.
Parafrasando quindi la celebre frase di un scrittore straniero: e se, da ultimo, fossero proprio l’Arte e la Natura a poterci salvare?
di Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
Per informazioni: ema_v@msn.com
Bellissimo articolo e molto interessante, complimenti ragazzi.
Aspettiamo le vostre prossime pubblicazioni.
Un abbraccio!
Mar.-