Grandi Stazioni ha ceduto il ramo d'azienda a Sda Kipoint senza che quest'ultima garantisca la ricollocazione della forza lavoro; Venerdì 1 febbraio presidio a Principe
Gli ultimi eredi dei gloriosi facchini all’opera nelle stazioni ferroviarie genovesi – 8 lavoratori impiegati nella gestione dei depositi porta bagagli di Genova Principe – perdono l’occupazione. La società Grandi Stazioni (appartenente al Gruppo FSI), infatti, ha proceduto a cedere il ramo di azienda a SDA Kipoint (società controllata da Poste Italiane), senza che quest’ultima garantisca la ricollocazione dei lavoratori, né tantomeno l’applicazione del contratto in vigore.
«Ora queste 8 persone sono in cassa integrazione – spiega Laura Andrei della Filt Cgil – ma Grandi Stazioni non può stare a guardare».
Il contratto d’appalto con la So.Co.Fat di Torino, dalla quale dipendono gli 8 lavoratori, è scaduto da oltre un anno.
Da parte sua, Grandi Stazioni risponde così «Da mesi operiamo affinché le varie società possano trovare un accordo».
Si tratta del triste quanto inevitabile epilogo di una vicenda iniziata nel 2004 quando la storica cooperativa Portabagagli (che negli anni ’60 raggiunse quota 350 soci) fu dichiarata ufficialmente fallita. Da allora, tra appalti e spacchettamenti, la forza lavoro è costantemente diminuita.
Le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Fast, Ugl e Salpas Orsa a fronte delle procedure di licenziamento aperte dalla società appaltante per la gestione degli esuberi organizzano un presidio dei lavoratori Venerdì 1 febbraio 2013, dalle ore 8 alle 10, sul binario undici in prossimità del deposito bagagli.
Le Organizzazioni Sindacali denunciano come «In un periodo di pesante crisi si chieda sempre ai lavoratori più deboli il sacrificio maggiore, scaricando sul lavoro le scelte sconsiderate del Gruppo Fsi che, dopo aver sbandierato bilanci positivi, cerca gli utili legittimando di fatto il peggior dumping contrattuale. Si tratta dell’ennesima batosta inflitta al settore degli appalti – sottolineano i sindacati – già martoriato dall’esasperata frammentazione dei lotti e dal sistema degli appalti al massimo ribasso, che vede in Liguria un sempre maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali, nel peggior momento di incertezza sulle risorse ad essi destinate».
Matteo Quadrone