Era Superba è il magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, agenda eventi, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Gaber e il movimento del ’77: da rivoluzionari a polli d’allevamento

Diffusione dell’eroina, repressione e imbecillità diffusa accompagnano la chiusura degli anni ’70. Pasolini parlava di “mutazione antropologica” indicando la TV come mezzo “antropogenetico”: ora si toccava con mano ciò che intendeva


19 marzo 2013Rubriche > Musica Nuova

giorgio-gaberNel 1978 Giorgio Gaber uscì con il nuovo lavoro, scritto sempre con S. Luporini, “Polli di allevamento”. Spettacolo decisamente amaro, duro e violentemente polemico, venne contestato più di una volta. Infatti il “ Signor G” in questo testo non si limitò ad ironizzare sulle miserie piccolo-borghesi di tutti noi, sui grandi mali che affliggevano (e tuttora affliggono) l’Italia, no, questa volta parte dei monologhi e delle canzoni era rivolta direttamente all’area del “movimento del ‘77”; quell’area che spesso aveva seguito i suoi spettacoli e gli riconosceva una lucidità politica non comune, quell’essere “sempre avanti”, fuori dagli schemi (capacità che Gaber seppe mantenere fino alla fine).

“Polli di allevamento” fu per molti una doccia ghiacciata. Gaber accusava pesantemente le ultime generazioni “impegnate” di comportamenti modaioli, standardizzati e massificati in un nuovo consumismo a misura di tutti; di perdita di quel rigore, di quella spinta ideale indispensabile per un autentico cambiamento; di essere incazzati per frustrazione e non per scelta; di nascondere dietro ad una pratica violenta un’angosciante vuoto esistenziale e progettuale che solo per poco tempo il “sogno rivoluzionario” aveva riempito.

Traspariva una profonda amarezza per come la carica rinnovatrice del ’68 fosse naufragata nell’isteria e nell’imbecillità più totale. Simbolo di quel naufragio può essere considerato il festival di “Re nudo”, svoltosi a Milano nel ’77 (parco Lambro), con gli stand degli alimentari presi d’assalto dal “proletariato giovanile” e le successive partite a “pallone”… con i polli arrosto!!! Sembrava impossibile che l’intendimento politico di non delegare, di voler affrontare da protagonisti le proprie problematiche – spinta che aveva portato ad una dura contestazione di Luciano Lama (allora segretario generale della CGIL) all’università La Sapienza di Roma – fosse in così breve tempo scaduto in una rabbia isterica, autoreferenziale e priva di progetto politico.

In questo vuoto di azioni e pratiche politiche “sensate” giunge ai massimi livelli l’impatto (e la follia) dei gruppi armati. Il 16 marzo 1978, in via Fani, a Roma, le BR rapirono Aldo Moro (allora presidente della democrazia cristiana, che venne poi ucciso dopo oltre 50 giorni di prigionia), uccidendo la scorta. Sono molti gli episodi di “gambizzazioni” e uccisioni in questo periodo di “delirio armato”. Sempre nel 1978 i fascisti ammazzeranno due ragazzi del centro sociale milanese Leoncavallo, impegnati nella lotta contro gli spacciatori di eroina.

Già, l’eroina, mortale protagonista degli ultimi anni ’70 e di buona parte degli anni ’80. L’eroina, di fatto, andò a riempire per molti/tanti/troppi lo spazio e il tempo prima dedicati all’impegno politico. Ed il pensiero, la creatività? Azzerati, brutalmente. Ed è difficile non scorgere, dietro alla mafia degli spacciatori, una gestione politica nella diffusione dell’eroina (val la pena di ricordare anche negli Stati Uniti l’organizzazione radicale delle “Black Panters” fu annientata dalla diffusione, all’interno del movimento, dell’eroina). Dunque, eroina da una parte, repressione poliziesca dall’altra, idiozia neo consumistica al centro… non male, vero?!

Certo, si potrebbe obiettare che questa non è tutta la società, ma solo una parte di essa. Rispondo che, abitualmente, non mi occupo degli “ontologicamente imbecilli”, dei servi, degli infimo-borghesi, delle teste vuote se non per combatterne la loro pestilenziale presenza e diffusione. E ritengo che l’amarezza di Gaber fosse proprio questa: vedere una razza che avrebbe potuto essere realmente diversa, bruciarsi il cervello. Intanto nel 1977 arriverà la televisione a colori; il primo di gennaio il mitico “Carosello” andrà in pensione; gli americani lasceranno il Vietnam: sconfitta di una guerra mai ufficialmente dichiarata; di lì a poco il “grande intrallazzatore” inizierà la sua ascesa, succhiando vergognosamente soldi che una ancor più vergognosa classe politica gli lascerà succhiare. È un sipario pesante quello che sta calando.

 

Gianni Martini


  • musica, storia
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • San Giorgio, il marketing e le bufale a cui ci piace tanto credere
    San Giorgio, il marketing e le bufale a cui ci piace tanto credere
  • San Lorenzo, 900 anni fa il papa consacra la cattedrale dei genovesi. Oggi in pochi lo ricordano
    San Lorenzo, 900 anni fa il papa consacra la cattedrale dei genovesi. Oggi in pochi lo ricordano
  • Albaro, la “città gentile” che divenne isola. Il quartiere che ha salvato se stesso
    Albaro, la “città gentile” che divenne isola. Il quartiere che ha salvato se stesso
  • Giornata Europea della Musica, visite guidate al Carlo Felice e una lunga notte jazz in Conservatorio
    Giornata Europea della Musica, visite guidate al Carlo Felice e una lunga notte jazz in Conservatorio
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Progetto virtuoso o retorica del progresso? A Genova non c’è più spazio per nuovi buchi neri urbanistici
Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

La parte che manca. Il tradimento del ‘patto’ che ha fatto crollare Ponte Morandi. “Noi siamo sempre là sotto”

La parte che manca. Il tradimento del ‘patto’ che ha fatto crollare Ponte Morandi. “Noi siamo sempre là sotto”

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2021 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista