La musica nuova morta per eccesso di novità: la colpa non è solo del mercato
Viviamo nel tempo della “Modernità liquida”, titolo di un bel saggio di Z. Baumann. Oggi potremmo dire che le “novità” muoiono per eccesso, artificialmente gonfiate dal mercato. Ma ciò che dovesse imporsi realmente come nuovo, lo sarebbe solo in quanto espressione di un “sentore comune” che, oggi, non si percepisce
La novità in musica? Una continua ricapitolazione degli anni 70
I circuiti ufficiali internazionali continuano a promuovere la stessa musica di un tempo, con varianti che suonano di maniera e che non rimettono in discussione alcunché. È come se vivessimo in una continua e unica ricapitolazione degli anni ’60 e ’70
La creatività messa al bando: ecco gli anni ’80 e la musica commerciale
Dopo il boom creativo dei sessanta/settanta, la musica non commerciale sopravviverà ai margini del mercato. Solo qualche improvvisa graffiata sveglierà dal torpore una scena musicale addomesticata. Ma si tratterà sempre di una rivisitazione di linguaggi già praticati
Anni 60/70, etichette indipendenti: linea rossa, linea gialla, linea verde
La vitalità socio-politica di quegli anni fece fiorire una protuberanza anomala nella fisiologia del mercato; una zona, in espansione, di relativa libertà, non controllata dai grandi gruppi di potere
Il boom della discografia e l’affievolirsi della creatività musicale
Il contratto con una grossa casa discografica aveva dei vincoli. Occorreva rapportarsi con “figure professionali di mediazione” come il “produttore artistico” che avevano il compito di spingere i creativi verso il consenso di massa
Il business della musica ribelle: la fortuna delle major negli anni 70
Le etichette discografiche sul finire dei sessanta irrompono nel mercato attratte dall'opportunità di business che i nuovi movimenti sociali stavano offrendo. Nasce la musica finto-ribelle, la figura del talent scout e delle etichette "indipendenti"
Fine degli anni 70: festival, musica negli stadi e istituzionalizzazione
Il magma rivoluzionario sul finire degli anni 70 ha perso incandescenza, ma gode di maggiore considerazione istituzionale. È l'epoca dei grandi festival e del "Banana Republic". Negli anni 80 tutto diventerà "attività professionale"
Il riflusso: la fine degli anni 70 e dell’impegno politico e civile
Tra il ’78 e il ’79 inizieranno a dilagare, in una Tv ormai a colori, telefilm e telenovele americani, portatori sani del “virus terribilis” dell’idiozia indotta. Si iniziò quindi a parlare di “riflusso”, già verso la fine degli anni ’70
Gaber e il movimento del ’77: da rivoluzionari a polli d’allevamento
Diffusione dell’eroina, repressione e imbecillità diffusa accompagnano la chiusura degli anni ’70. Pasolini parlava di “mutazione antropologica” indicando la TV come mezzo “antropogenetico”: ora si toccava con mano ciò che intendeva
La fine drammatica degli anni 70, dalla rivoluzione all’eroina
Il movimento degli anni '70, raggiunto il suo livello massimo, implode. E se fino a qualche anno prima i giovani gridavano la rivoluzione della classe operaia, ora molti di loro si troveranno a morire di eroina su una panchina o in un vicolo
Il fallimento del Movimento e gli effetti devastanti del consumismo
La fine degli anni '70 segna il fallimento del Movimento di protesta, proprio nel momento in cui aumentava il consenso dell'opinione pubblica. Gli articoli di Pier Paolo Pasolini avevano già denunciato gli effetti della tv e del consumismo
Luigi Tenco, Pier Paolo Pasolini: quando la tragedia sveglia le coscienze
Il suicidio di Luigi Tenco (1967) e l’omicidio di Pier Paolo Pasolini (1975): la gravità di questi due eventi scosse tante persone, ma soprattutto colpì anche parte di quel blocco conservatore indicato come “maggioranza silenziosa”
Strategia della tensione e Movimento di protesta: gli “anni di piombo”
Persino organi come esercito e polizia negli anni '70 esprimono posizioni di dissenso verso i valori della società borghese; lo Stato teme seriamente il diffondersi di queste idee e scrive una delle pagine più buie della sua breve storia
Anni 70: quotidiani politici, case discografiche e dissenso cattolico
Per alcuni anni ci fu davvero disponibilità e attenzione nei confronti della vitaltà creativa, progetti musicali “sperimentali” o “radicali”, trovarono la possibilità di essere pubblicati, risultato oggi impensabile
Anni 60/70: radio libere, trasmissioni tv, riviste e quotidiani
Nei primi anni ’60 fino alla metà degli anni ’70 esercitarono un ruolo rilevante trasmissioni radiofoniche e televisive, riviste a tiratura nazionale e quotidiani legati al “movimento”