Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Inps ed Equitalia: gli interessi sul mancato versamento dei contributi

Gli interessi sulla cartella esattoriale vanno nelle casse di Equitalia di cui l'Inps stessa detiene il 49%: qualcuno mi deve spiegare come fa il cittadino a riconoscersi in una nazione che per prima gli tende dei tranelli facendolo pagare più del dovuto


17 Aprile 2013Rubriche > Consulenza Online

InpsLa settimana scorsa abbiamo parlato della composizione strutturale di Equitalia, società per azioni composta da Agenzia delle Entrate ed INPS. Per dovere di completezza, oggi sento il dovere di specificare alcune cose sull’INPS, dapprima con con un paio di osservazioni criticamente oggettive e successivamente con un breve cenno storico dell’istituto.

Prima del breve excursus storico, focalizziamo la nostra attenzione su due punti:

– Il versamento dei contributi, quando è dovuto, è obbligatorio; se non si pagano, l’INPS procede al recupero delle somme dovute. Come? Attraverso Equitalia, ovviamente!
E quando pagate la vostra o le vostre belle cartelle esattoriali, pagate degli interessi e delle somme che vanno nelle casse di Equitalia, in quanto l’ente impositore “recupera” solo i suoi soldi (con gli interessi o con l’applicazione di sanzioni ove previste).
Peccato solo che l’INPS detenga il 49% di Equitalia e quindi… guadagna due volte sulle vostre tasche.

– Il versamento dei contributi previdenziali è una delle voci che presenta maggiori difficoltà per il contribuente, per una serie di motivi sui quali in questa sede non mi dilungo; però va detto che, proprio per codesto motivo, risulta anche difficile, sempre per il contribuente medio, poter opporre difese o eccezioni di fronte alla richiesta di pagamenti di questo tipo.

La morale della favola: se l’INPS è il “nostro” ente previdenziale e se l’Italia è il nostro paese, qualcuno mi deve spiegare come fa il cittadino medio a riconoscersi in una nazione che per prima gli tende dei tranelli facendolo pagare più del dovuto.
Nel vero senso del termine.

LA STORIA DELLA PREVIDENZA SOCIALE IN ITALIA

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) è il principale ente previdenziale italiano, presso cui debbono essere obbligatoriamente assicurati tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi, che non abbiano una propria cassa previdenziale autonoma.
L’INPS è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, ha disposto la soppressione di ben due istituti previdenziali, ovvero dell’INPDAP e dell’ENPALS trasferendo all’INPS le relative funzioni.

Nel nostro paese, il sistema della previdenza sociale venne istituito nel 1898 con la costituzione della Cassa nazionale di Previdenza la quale era competente in materia di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Si trattava di una assicurazione volontaria, finanziata dai contributi pagati dai dipendenti, ed integrata dall’intervento statale e da versamenti volontari dei datori di lavoro.

L’assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia divenne obbligatoria nel 1919 con l’istituzione della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali (CNAS). Nel 1933 la Cassa assunse la denominazione di Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, costituito in ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e a gestione autonoma.

Successivi interventi del legislatore ampliarono in modo significativo i compiti dell’Istituto, cui già nel 1939 fu attribuita la gestione dei primi interventi a sostegno del reddito (assicurazione contro la disoccupazione, assegni familiari, integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o ad orario ridotto).
Nel 1943 assunse la denominazione attuale senza l’aggettivo “Fascista”.
Nel 1968 nasce la Pensione Sociale e la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS)
Nel 1980 fu affidato all’INPS anche il compito, in precedenza assolto dall’ex INAM, di riscuotere i contributi di malattia e corrispondere ai lavoratori dipendenti la relativa indennità.
Nel 1989 entra in vigore la Legge 9 marzo 1989, n. 88 di ristrutturazione dell’INPS che introduce i criteri di economicità e di imprenditorialità e separa finanziariamente, l’assistenza dalla previdenza.
Dagli anni ’90 una serie di istituti previdenziali di categoria, dei dirigenti e di alcuni ordini professionali, sono confluiti nell’INPS, con accollo su quest’ultimo dei relativi debiti e risparmi sui costi amministrativi, derivanti da una gestione pensionistica in capo ad un unico ente.

Nelle regioni italiane che beneficiano di un regime di bilinguismo, la denominazione INPS è stata resa: in Valle d’Aosta, bilingue italiano/francese, Institut national de la prévoyance sociale (INPS); nella provincia autonoma di Bolzano, bilingue italiano/tedesco, Nationalinstitut für Soziale Fürsorge (NISF).

 

Alberto Burrometo

Per segnalazioni, domande e richieste di consulenza scrivere a progetto.up@gmail.com oppure redazione@erasuperba.it. La rubrica “Consulenza Online” vuole essere un filo diretto con i lettori, il presidente dell’ associazione Progetto Up Alberto Burrometo è a vostra disposizione.


  • consumatori
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • La beffa dei contatori del gas (parte seconda): scambio di persona e bollette pazze
    La beffa dei contatori del gas (parte seconda): scambio di persona e bollette pazze
  • La beffa dei contatori del gas (parte prima): io ti blocco e tu mi paghi lo stesso
    La beffa dei contatori del gas (parte prima): io ti blocco e tu mi paghi lo stesso
  • Luce, contratti al telefono: dopo l’inganno la lettera di recesso e la querela
    Luce, contratti al telefono: dopo l’inganno la lettera di recesso e la querela
  • Co.Re.Com, non solo telefonia: ecco le prime conciliazioni in materia di Pay TV
    Co.Re.Com, non solo telefonia: ecco le prime conciliazioni in materia di Pay TV
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista