Piemontesi e liguri uniti nella battaglia contro la grande opera: alla marcia popolare si attendono migliaia di persone provenienti dalle vallate genovesi come dalla Val di Susa
Sarà una grande mareggiata che travolgerà ogni ipotesi di costruzione del Terzo Valico insieme a partiti, amministratori pubblici e politici complici di questa follia. Così i promotori dell’iniziativa si aspettano la marcia popolare No Tav da Novi Ligure a Pozzolo Formigaro, in programma Sabato 20 Aprile.
In attesa di conoscere con quale Governo affrontare seriamente la più ampia tematica delle Grandi Opere e della loro effettiva utilità per il Paese, bisogna registrare che la discussione sulla realizzazione dell’alta velocità/alta capacità – complice il periodo di crisi economica e sociale che stiamo attraversando e grazie alla presenza di alcuni nuovi parlamentari contrari al Tav – è tornata al centro del dibattito.
Il grande merito va attribuito senza dubbio alla resistenza ventennale del popolo No Tav della Valsusa «Capace di tenere aperto un varco praticando la strada tortuosa della resistenza – si legge sul sito web No Terzo Valico (www.notavterzovalico.info) – e qui in basso Piemonte ed in Liguria la determinazione di centinaia di persone è riuscita a far sì che un nuovo fronte di lotta contro il Tav tornasse ad essere aperto».
E sabato a Novi Ligure arriveranno anche i valsusini, pronti a ricambiare il favore ai militanti No Terzo Valico presenti in massa alla manifestazione in Val di Susa il 23 marzo scorso.
«Nessuna mediazione è possibile, l’alta velocità è un’assurdità in Valsusa come in Valle Scrivia, quando le comunità si riscoprono solidali vogliono tornare a decidere del futuro del proprio territorio – continuano gli organizzatori – E questo non contempla mai la distruzione delle montagne (Alpi o Appennino fa poca differenza), delle sorgenti e delle falde acquifere, non accetta che ditte in odore di mafia e ‘ndrangheta possano calare impunemente sul proprio territorio e muoversi con tutta l’arroganza di cui sono portatrici».
Nel frattempo, in Senato c’è chi si muove in direzione opposta: 3 neo parlamentari Pd – Stefano Esposito, Daniele Borioli e Federico Fornaro – hanno presentato un’interpellanza sul Terzo Valico. «Questo blando documento, che non fa alcun accenno agli espropri in corso, alle frenetiche attività genovesi per partire al più presto, richiama continuamente come esempio da seguire la linea devastatrice della Val di Susa – scrive Antonello Brunetti sulla piattaforma web dei No Terzo Valico – dove “si armonizza il processo di progettazione e realizzazione della nuova linea ferroviaria AC Torino-Lione con le esigenze di tutela e valorizzazione dell’ecosistema e delle comunità locali “».
Secondo i firmatari dell’interpellanza, occorre puntare «all’attuazione di un analogo strumento di concertazione che accompagni il processo di completamento della progettazione e di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Genova-Milano, tratta denominata “Terzo Valico”, che presenta caratteristiche dimensionali, finanziarie e di complessità ambientale del tutto simili alla linea ferroviaria AC Torino-Lione». Il documento prosegue «Senza che mai appaiano parole come espropri, amianto, traffico, cave, spreco di miliardi, priorità, inutilità dell’opera, alternative, ecc.», sottolineano i No Terzo Valico.
Per quanto riguarda Genova, proseguono febbrili i tentativi di iniziare i lavori ma, nella realtà dei fatti, finora è stato affidato un solo intervento, quello da 32 milioni di euro all’Ati (associazione temporanea di imprese) fra Cipa e Pamoter che riguarda la galleria di Borzoli. Nei prossimi mesi dovranno essere affidati anche 30 milioni di lavori in Val Polcevera ed altri 40 per l’imbocco della galleria di Campasso, ha spiegato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il 9 aprile scorso, in occasione della riunione tenutasi tra rappresentanti regionali, comunali, Cociv (general contractor del Terzo Valico) ed Ance (associazione dei costruttori edili), per fare il punto della situazione, soprattutto sulle prospettive occupazionali per il territorio.
«Entro fine anno saranno impegnati nei lavori del Terzo Valico circa 200 lavoratori, per arrivare a 300 entro giugno 2014», questi i numeri emersi, che hanno lasciato perplesso il segretario di Fillea-Cgil, Silvano Chiantia «Sono 200 lavoratori in tutto ma non sappiamo quanti saranno quelli locali. Burlando ha spinto il Cociv a prendersi direttamente una parte di lavoratori per la quota di opere che non deve appaltare (il 40% del lotto genovese). Non siamo soddisfatti, oggi ci aspettavamo risposte perché la gente ormai è esasperata, nel settore edile in tre anni abbiamo perso circa 7000 posti di lavoro».
Matteo Quadrone