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Borzoli, ex Eltin: un nuovo polo per il commercio e l’artigianato

Un lotto di 2000 mq inutilizzato da oltre 30 anni. Un rudere contenente amianto che rappresenta un pericolo per la popolazione sarà demolito per lasciare spazio ad una nuova costruzione. Ma i commercianti della zona sono preoccupati per la concorrenza


19 Febbraio 2013Inchieste

Borzoli.area ex Eltin.001Un progetto dall’impatto significativo sul territorio, in particolar modo per i piccoli negozianti che temono ripercussioni negative sulle loro attività; un’iniziativa in grado di dare una parziale risposta ai problemi di viabilità e sicurezza dei cittadini, controbattono i progettisti: sono le due facce della medaglia di un intervento edilizio destinato a trasformare un buco nero della zona, rimasto tale da almeno una trentina d’anni. Stiamo parlando dell’ex fabbrica Eltin in via Borzoli, ubicata sulla destra appena si imbocca la salita in direzione Sestri Ponente, nelle immediate vicinanze dei Giardini Montecucco, tra i quartieri di Fegino e Borzoli.
Un edificio abbandonato a se stesso, progressivamente trasformatosi in un rudere che rappresenta un pericolo per l’adiacente circolazione stradale. L’ossatura metallica del fabbricato, infatti, rimasta scoperta in seguito allo smantellamento dei pannelli di rivestimento in amianto, rischia di staccarsi e cadere sul selciato – così come i vetri delle finestre ormai in frantumi e lo stesso muro portante – a causa dell’incuria e delle sollecitazioni dovute all’incessante transito di camion e mezzi pesanti.
A suo tempo la fabbrica Eltin realizzava quadri elettrici per le Ferrovie dello Stato. Fino al principio degli anni ’80 nel sito di Borzoli hanno continuato a svolgersi piccole attività industriali. A partire da allora l’area è rimasta un contenitore vuoto: 2000 mq di superficie inutilizzati in una zona congestionata dal traffico e gravata da numerose servitù.
Senza dimenticare il pericolo per i danni alla salute delle persone, considerata la presenza di un manufatto rivestito di amianto a pochi metri di distanza da decine di case. «Una parziale bonifica è stata eseguita alcuni anni fa – ricorda Maurizio Braga, residente e membro del Comitato spontaneo per Borzoli e Fegino – Le piastre che rivestivano lateralmente la struttura sono state smantellate dalla Eco.Ge S.r.l. Ma la bonifica non è ultimata, l’amianto c’è ancora, soprattutto sulla copertura dell’edificio».

IL PROGETTO

Adesso la società proprietaria del lotto, la Eden Serra S.r.l., ha intenzione di presentare un progetto che prevede la totale demolizione del manufatto esistente e la contestuale ricostruzione di un nuovo edificio destinato a diventare un polo per attività commerciali-artigianali, con l’aggiunta di box interrati e parcheggi.
Per quanto riguarda il pericolo ambientale «L’amianto verrà totalmente eliminato – assicura uno dei progettisti, il geometra Paolo Sasso – Abbiamo già eseguito le verifiche e nel sottosuolo non sono presenti altre sostanze inquinanti. Una volta approvato l’intervento i lavori dovrebbero durare circa 1 anno e mezzo».

Borzoli.area ex Eltin.011Borzoli.area ex Eltin.007

Un piano e mezzo nel sottosuolo ed una parte in superficie – per 3000 mq complessivi – saranno destinati a parcheggi pertinenziali e box in libera vendita. Al piano terra, invece, sono previsti 600 mq di spazi commerciali «Da suddividere secondo le richieste che ci arriveranno – sottolinea la proprietà – ad esempio potranno ospitare 15 negozi, oppure 30, con varie metrature. E valutiamo anche l’ipotesi di un supermercato. Ma la suddivisione non è stata stabilita a priori. Al contrario, vogliamo vestire questi spazi in base alle diverse esigenze dei richiedenti».
Nei due piani superiori – per un totale di circa 1200 mq – troveranno sede laboratori artigianali e magazzini, pure in questo caso a seconda delle richieste. «Le realtà artigianali della zona ci hanno segnalato la carenza di spazi per il deposito di materiali», spiega la proprietà.
Sulla copertura dell’edificio, infine, sono previsti alcuni posti auto scoperti ed una parte, come onere di urbanizzazione, verrà ceduta al Comune per farne dei parcheggi pubblici a favore dei residenti.
I piani superiori saranno raggiungibili tramite una rampa elicoidale, inserita all’interno del lotto, che non creerà ulteriori complicazioni alla viabilità. Anzi, uno degli obiettivi dell’iniziativa, è proprio quello di migliorare la sicurezza dei pedoni «Sfrutteremo al meglio le volumetrie in altezza – spiega il geometra Sasso – il sedime della nuova costruzione, infatti, sarà più stretto rispetto a quello attuale. L’edificio sarà distanziato dalla carreggiata stradale di circa 2 metri e lungo tutto il suo perimetro realizzeremo un marciapiede protetto da una ringhiera. Inoltre, dinanzi alla porzione che si affaccia in curva, riusciremo a ricavare uno spazio verde con alcune alberature».

Borzoli.area ex Eltin.015Borzoli.area ex Eltin.014

«Abbiamo visionato una prima ipotesi progettuale – racconta Iole Murruni, presidente del Municipio Valpolcevera – Il progetto è nella fase embrionale e non è ancora stato presentato all’amministrazione comunale».
L’iter progettuale, insomma, deve ancora partire. Come conferma la stessa Eden Serra «Il progetto è stato illustrato alla Giunta di Municipio perché l’intenzione era quella di condividerlo con l’istituzione più vicina ai cittadini – racconta la proprietà – A breve lo presenteremo formalmente ai competenti uffici comunali».
«Il Municipio ha sfruttato l’occasione per chiedere al proponente degli interventi integrativi – spiega Murruni – allo scopo di risolvere alcune evidenti criticità: la realizzazione di un marciapiede lungo il perimetro dell’area, oggi assente; la messa in sicurezza del tratto di strada interessato e della fermata dell’autobus adiacente all’area ex Eltin. Tutte richieste accolte favorevolmente dalla proprietà».
Parliamo di un’area privata, di conseguenza «La proprietà ha il sacrosanto diritto di realizzare la sua iniziativa – continua Murruni – Noi, come istituzione, dobbiamo cercare di conciliare le diverse esigenze, quelle del privato e quelle degli abitanti. Quindi ben venga una trasformazione in senso positivo ma occorre anche mettere in sicurezza e bonificare il sito. Concordo sul fatto che questo non sia il momento ideale per proporre qualunque operazione – ammette il presidente – considerando le problematiche che affliggono la zona».

Da mesi i residenti di Borzoli e Fegino sono in lotta per denunciare il pericolo per la pubblica incolumità provocato dal continuo passaggio di camion lungo via Borzoli. Una strada tortuosa dove, in alcune curve troppo strette, i tir addirittura toccano i muri dei palazzi come dimostra, in maniera inequivocabile, l’intonaco scrostato.
Ad onor del vero i problemi di viabilità sono da lungo tempo nodo irrisolto: prima i camion dell’Amiu diretti alla discarica di Scarpino, oggi gli autoarticolati della Derrick (il deposito che entro la fine di maggio si trasferirà all’aeroporto), i mezzi pesanti impegnati nei lavori per la demolizione del palazzo di via Giotto, mentre, a partire da marzo, quelli che lavoreranno per la messa in sicurezza del rio Fegino. Inoltre, la zona è interessata dai cantieri per il Nodo Ferroviario e nel prossimo futuro da quelli del Terzo Valico. Visto che tali opere dovranno durare diversi anni, l’esasperazione dei residenti è comprensibile.

IL PUNTO DI VISTA DEI CITTADINI

«Il presidente del Municipio Valpolcevera, alcune settimane orsono, ha convocato i residenti per confrontarsi sulle criticità del quartiere – spiega Angelo Spanò, ex consigliere provinciale dei Verdi, membro del Comitato spontaneo per Borzoli e Fegino – In tale occasione il presidente Murruni, in via del tutto informale, ha annunciato l’ipotesi di un progetto edilizio per trasformare l’ex area industriale Eltin».
Ma un simile insediamento, secondo Spanò, non è compatibile con il contesto «Sono previsti box, parcheggi, un supermercato, ecc. Parliamo di un maxi cubo di cemento che in altezza supererà di circa 2 piani l’attuale edificio. Si tratta di un’opera troppo impattante, soprattutto dal punto di vista ambientale e sociale. La presenza del supermercato potrebbe configurare una fonte di concorrenza sleale nei confronti dei piccoli negozianti della zona. L’amministrazione comunale ha speso un fiume di parole contro l’eccessiva presenza di strutture commerciali – ribadisce Spanò – Nel caso acconsentisse il progetto di via Borzoli sarebbe un’evidente contraddizione rispetto alle posizioni espresse più volte».

Borzoli.area ex Eltin.017«I cittadini di Borzoli e Fegino da molti anni lamentano la presenza del buco nero della ex Eltin – spiega il presidente del Municipio Valpolcevera, Iole Murruni – Da un lato questa potrebbe essere l’opportunità per risanare una porzione di territorio. Dall’altro lato, però, le paure dei commercianti sono perfettamente comprensibili».

«Noi chiediamo di bonificare ed in seguito recuperare l’area ex Eltin – spiegano Maurizio Braga e Mauro Zelaschi del Comitato spontaneo per Borzoli e Fegino – magari realizzando dei parcheggi pubblici dei quali si sente forte necessità – E, invece, oggi ci propongono una nuova edificazione. Il presidente del Municipio ha affermato chiaramente che qui è previsto l’insediamento del supermercato “Di per Di”, attualmente ubicato in via Borzoli, dall’altra parte della collina in direzione Sestri Ponente».

Comunque l’area, allo stato attuale, continua a rappresentare un pericolo per la popolazione. Dunque un intervento è auspicabile «Ma non è così che si risolvono i problemi – sottolinea Spanò – Basti pensare alla viabilità: l’afflusso di automobili dei clienti e dei mezzi utilizzati dalle attività commerciali-artigianali, inevitabilmente, complicherà ulteriormente la caotica situazione con la quale ogni giorno ci troviamo a convivere».

La proprietà è intenzionata a confrontarsi con abitanti e commercianti «Finora, però, non si sono ancora visti – raccontano Braga e Zelaschi – Fruttivendolo, macelleria, panificio, ecc., sono spaventati dall’ipotesi di un supermercato a pochi metri dai loro negozi. Così il piccolo commercio rischia di morire».
Secondo i residenti «Gli operatori commerciali dovrebbero essere maggiormente coinvolti, invitandoli a trasferirsi nell’area recuperata. Ad esempio, si potrebbe creare una sorta di galleria commerciale con le botteghe di quartiere».
«L’incontro con il comitato non si è ancora svolto – risponde la proprietà – Noi non vogliamo esentarci da tale passaggio. Anzi, siamo ben contenti di poter illustrare il progetto perché siamo convinti possa migliorare in maniera significativa la situazione. Eliminare un rudere e costruire un nuovo polo per attività commerciali-artigianali, infatti, rivaluta l’intera zona e pure il valore immobiliare dei palazzi circostanti».

 

Matteo Quadrone

[Foto dell’autore]

 


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