Il complesso, proprietà del Comune, sarà trasformato in nuove unità abitative (in parte di social housing), struttura di vendita, esercizi di vicinato e servizi (asilo e scuola); ma dopo un trentennio di abbandono, abitanti e Municipio vogliono poter dire la loro
A Sampierdarena, nel cuore del Campasso – quartiere sovente dipinto come luogo degradato – sorge un immenso spazio, inutilizzato da almeno un trentennio, che potrebbe rappresentare, dopo un’adeguata riqualificazione, il volano per il rilancio dell’intera zona. Si tratta dell’ex mercato ovo-avicolo, una struttura di circa 3500 mq in totale abbandono, sulla quale peraltro pende un vincolo della Soprintendenza per i Beni Architettonici, risalente al 17 luglio 2003.
Nel corso del tempo si sono sprecate le promesse non mantenute sul futuro del complesso ma adesso la proprietà dell’area – Spim, società immobiliare partecipata al 100% del Comune di Genova – ha presentato un progetto, compreso nell’ambito del Programma locale per la casa del Comune, che prevede la realizzazione di nuove residenze, in parte dedicate al social housing (alloggi a canone moderato), in parte destinate alla vendita sul libero mercato, parcheggi interrati, una struttura di vendita medio-grande, esercizi di vicinato e servizi (un asilo e una scuola). Le risorse economiche necessarie saranno reperite tramite un cofinanziamento con fondi comunitari e regionali.
L’intervento, però, oltre a non suscitare particolare entusiasmo negli abitanti, non convince neppure il Municipio Centro Ovest che all’unanimità ha approvato un ordine del giorno nel quale sottolinea come «l’inserimento di nuove funzioni residenziali non sia funzionale ad un quartiere e una città in netta decrescita demografica, con grande abbondanza di abitazioni sfitte e abbandonate e valori immobiliari già al minimo storico». Al contrario, i consiglieri municipali ritengono che «l’azione di risanamento di contesti degradati passi, invece, attraverso l’inserimento di funzioni vivificanti». Quindi, in altre parole, al Campasso non serve un ulteriore carico abitativo ma piuttosto una maggiore offerta di servizi pubblici, ad esempio ambulatori e uffici. Detto ciò, prima di ipotizzare qualsiasi progetto, vanno create le condizioni affinché il quartiere torni ad essere vissuto appieno dai cittadini, attraverso una generale riqualificazione del territorio, magari a partire da un miglioramento della viabilità.
«Il Campasso fino a metà anni ’90 era un quartiere vitale – racconta Fabio Papini, residente e consigliere (Pdl) del Municipio Centro Ovest – Qui erano presenti numerose attività produttive, diverse ditte di artigiani e tanti piccoli negozi. Inoltre, ubicato su un lato dell’ex mercato ovo-avicolo, per alcuni anni ha resistito un supermercato. Poi lentamente la zona si è progressivamente depauperata. Anche a causa della trasformazione del tessuto sociale. Oggi sono rimasti soltanto un bar e un panificio. Al Campasso abitano in prevalenza persone anziane e cittadini stranieri che hanno perso l’abitudine di fare la spesa nel quartiere ed ormai, per ogni esigenza, si recano verso il centro di Sampierdarena».
In effetti, il panorama in una qualsiasi mattina di giorno feriale, rispecchia l’immagine di cui sopra: le saracinesche sono quasi tutte abbassate e abbondano i cartelli con su scritto “vendesi” o “affittasi”; ma pure nei portoni dei palazzi sono numerosi gli annunci di appartamenti in locazione o in vendita.
L’edificio che per lungo tempo ha ospitato l’ex mercato ovo-avicolo vede la luce ai primi del ‘900, quando venne costruito per essere adibito a macello civico. Dopo la seconda guerra mondiale, l’immobile – rammodernato con una spesa di oltre 32 milioni – fu destinato al “nuovo mercato all’ingrosso delle uova e pollame”. Come si legge nel documentato sito web www.sanpierdarena.net, il mercato «Fu inaugurato il 20 febbraio 1955 dal sindaco Pertusio; comprendeva 23 posti auto per i commercianti, una sala per contrattazioni uso borsa merci, locali per il veterinario, per la direzione, per lo scannatoio del pollame, per la cottura del mangime, un ufficio dazio, la banca BNL e vari box di 65 mq per i venditori». La destinazione rimase tale fino agli anni ’80. «Nel 1982 una petizione del “Comitato ambiente del Campasso”, preoccupato per i rumori dovuti alle attività di carico/scarico delle merci nelle ore notturne e per i cattivi odori, determinò un ordine del giorno del Consiglio comunale che sfrattava le strutture invitandole a sgomberare i locali al più presto, prospettando una destinazione delle strutture a uso sociale (parcheggio o casa protetta per anziani; oppure cessione a privati; comunque venne esclusa la destinazione a posteggio dei nomadi)». Da allora il complesso è rimasto abbandonato al suo destino.
Vediamo la trasformazione prevista nell’immobile del Campasso, secondo planimetrie e disegni che siamo riusciti a visionare.
La facciata principale (lato sud) rimarrà pressoché intatta, anche perché vincolata dalla Soprintendenza, mentre i lati ovest e nord resteranno in piedi ma subiranno delle trasformazioni. Il lato est (quello che si affaccia su via Pellegrini) sarà completamente abbattuto. In definitiva si delineerà una pianta a ferro di cavallo con al centro una piazza aperta con spazi verdi. Al livello inferiore troveranno spazio dei parcheggi interrati, sempre immancabili in ogni progetto e una struttura di vendita medio-grande (probabilmente non alimentare). E ancora esercizi di vicinato, distribuiti nelle tre ali superstiti dell’edificio e poi i famosi servizi, ovvero un asilo ed una scuola (peraltro già presenti in zona). Le nuove volumetrie dovrebbero rispettare, almeno in buona misura, quelle esistenti. Tuttavia, l’altezza sarà maggiore, in particolare sul lato nord dove si contempla la costruzione di un volume a torre. Le singole unità abitative avranno una superficie media di circa 60 mq. Il numero di alloggi, secondo una stima plausibile, sarà di circa 150, alcuni dei quali destinati al social housing.
«La proposta arrivata in Municipio è irricevibile – così la definisce Lucia Gaglianese, abitante al Campasso e consigliere (Pdl) del Municipio – Il quartiere, infatti, ha bisogno di servizi pubblici e non di nuove case, in una zona già densamente popolata. Così non si riqualifica il Campasso. Un ulteriore inserimento di persone, magari in condizioni difficili, vuol dire sommare disagio a disagio. L’intervento sarà economicamente fattibile grazie al cofinanziamento con fondi europei e regionali, visto che rientra nell’ambito dei “programmi locali per la casa di social housing”».
In realtà, il Comune da molto tempo è impegnato nella ricerca di un acquirente per l’immobile del Campasso ma l’operazione di vendita non si è mai concretizzata. Probabilmente il contesto generale di depauperamento della zona e la difficoltà di accesso hanno allontanato i possibili compratori. E allora Spim, per superare lo stallo, ha inventato questa soluzione progettuale.
Secondo gli abitanti, prima di pensare alla destinazione futura dell’ex mercato, occorre migliorare la viabilità. In questo senso il progetto comprende un parziale intervento. «Saranno realizzate due carreggiate parallele a via Campasso (la parte inferiore della strada) ricavate su spazi delle Ferrovie oggi inutilizzati – spiega il consigliere Papini – è un elemento positivo che dovrebbe migliorare l’accesso dei mezzi provenienti da Brin. Tuttavia, l’accesso da Sampierdarena (dunque la parte superiore di via Campasso) rimarrebbe tale e quale a oggi».
Il Municipio Centro Ovest, al quale è stato chiesto un parere – seppure non vincolante – ha bocciato il progetto di Spim. «Noi come consiglio municipale vorremmo avere maggiore voce in capitolo e fare delle proposte alternative per un uso sociale dell’immobile – conclude Gaglianese – Ad esempio realizzando una residenza per anziani, un ambulatorio, insomma un presidio utile per rispondere ai bisogni reali della popolazione. L’ideale sarebbe istituire un percorso partecipato con la cittadinanza. Ma un vero percorso di condivisone della progettazione e non un mero strumento di facciata come spesso accade. Non siamo chiusi verso altre soluzioni ma esse vanno condivise con il quartiere».
Nell’ordine del giorno bipartisan votato all’unanimità si legge «…sul territorio del Municipio Centro Ovest insistono diversi immobili pubblici e privati abbandonati; il mercato immobiliare è fermo e i valori immobiliari hanno subito un crollo importante in tutta la città ma in particolare sul territorio del Municipio Centro ovest… Ritenuto che gli spazi del mercato ovo-avicolo costituiscano l’opportunità per avviare un processo di riqualificazione sociale, economica e culturale del territorio, capace anche di offrire leve competitive al tessuto produttivo e commerciale… Il Consiglio del Municipio 2 Centro Ovest impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a predisporre ed attuare un piano complessivo di iniziative per la riqualificazione sociale, economica e culturale dell’area del Campasso concordando con il Municipio Centro Ovest contenuti, tempi e modi; attivare un ampio coinvolgimento delle aziende, delle imprese, delle associazioni e dei cittadini per la definizione delle destinazioni d’uso possibili delle aree e conseguentemente renderle possibili assumendo le necessarie decisioni negli strumenti urbanistici, pianificatori e regolamentari, individuando con il Municipio Centro Ovest le migliori strategie di gestione; valutare i progetti nel più ampio contesto delle valenze e dei processi capaci di essere attivati e non già di mera massimizzazione della valorizzazione finanziaria dell’immobile; attivare una progettazione di alta qualità dell’area e degli edifici del mercato ovo-avicolo del Campasso e delle aree connesse in quota parte del parco ferroviario con lo scopo di traguardare obiettivi di risanamento e vivificazione del quartiere».
Matteo Quadrone