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Consiglio Comunale, “fuori sacco” e articoli 54: regolamento da rivedere?

Su tutti i casi Amt e Gronda. Gli ordini del giorno dell'ultima ora scatenano la bagarre politica in Aula Rossa. Il presidente del Consiglio comunale Giorgio Guerello: «Strumenti utili, ma inflazionati. Cambiamo il regolamento»


4 Ottobre 2013Notizie

palazzo-tursi-bernini-doria-guerello-DDopo l’ordine del giorno della scorsa settimana sulle modifiche alle linee Amt in Valbisagno – votato favorevolmente dalla maggioranza dei consiglieri, nonostante fosse stato proposto dall’opposizione – un altro documento presentato “fuori sacco” (in genere si definisce fuori sacco tutto ciò che non è iscritto all’ordine del giorno ndr) ha suscitato accese discussioni nel corso dell’ultima seduta in Sala Rossa. Argomento del contendere, la Gronda. O meglio, la richiesta dei consiglieri Anzalone e Baroni (Gruppo Misto) e Musso Enrico, Musso Vittoria e Salemi (Lista Musso) di impegnare sindaco e giunta “ad avviare immediatamente le necessarie azioni per promuovere una Conferenza dei Servizi” al fine di programmare la realizzazione delle opere propedeutiche all’infrastruttura. Una richiesta stoppata direttamente dal presidente del Consiglio comunale, Giorgio Guerello, che ha dichiarato il documento inammissibile, accogliendo il parere della Segreteria generale, secondo cui le materie toccate esulavano dalla competenza comunale.
Il dibattito, dunque, si sarebbe dovuto stoppare sul nascere. Invece, apriti cielo. Con il vicesegretario del Comune di Genova, Graziella De Nitto, accusata di ingerenze e parteggiamenti politici dal consigliere Alfonso Gioia (Udc). Probabilmente, tutto sarebbe filato via liscio se la Segreteria generale fosse stata un po’ più attenta alle motivazione dell’inammissibilità dell’ordine del giorno: nel testo, infatti, si dà per scontata la Valutazione di impatto ambientale della Gronda che, nella realtà delle cose, invece, non è ancora stata ufficializzata.

Ad ogni modo, che la giornata sarebbe stata particolarmente calda lo si era intuito già qualche minuto prima, quando da una stanza limitrofa alla Sala Rossa erano volate parole di fuoco nel corso di una riunione di maggioranza. D’altronde si sa, il Pd vuole la Gronda a tutti i costi, mentre sindaco e giunta non hanno ancora preso una posizione chiara e definitiva.

Per questa volta lo scontro è stato limitato dalla scaltrezza di Enrico Pignone (capogruppo Lista Doria), che ha richiesto proprio l’intervento della Segreteria generale sulla legittimità dell’ordine del giorno. Ma la questione è semplicemente rinviata e tornerà ciclicamente e sempre con maggior frequenza a caratterizzare le prossime sedute in Sala Rossa.

“Fuori sacco” e “articoli 54”: regolamento da modificare? Ne abbiamo parlato con il presidente del Consiglio Comunale Giorgio Guerello

palazzo-tursi-presidente-guerello-DNonostante le dichiarazioni di facciata arrivate da più parti, la maggioranza continua a scricchiolare e la giunta Doria è continuamente nell’occhio del ciclone. In questo senso, bisogna dare atto ai consiglieri delle opposizioni di una buona capacità di utilizzo degli strumenti a loro disposizione per minare il già di per sé fragile legame tra giunta e maggioranza. In alcuni casi, anche forzando un po’ il regolamento o sfruttandone la vacuità. Esattamente quello che sta accadendo con una fioritura di ordini del giorno fuori sacco, come ci spiega il presidente del Consiglio comunale, Giorgio Guerello: «L’attuale regolamento non lascia spazio al confronto sulle tematiche portate in aula attraverso lo strumento dell’ordine del giorno fuori sacco. Si può solo votare. Ma questo può andar bene, ad esempio, per aderire a iniziative che si fanno promotrici di diritti universali, non certo per questioni che meritano un ampio confronto politico». Come la Gronda.

Tra l’altro, lo stesso presidente non ha alcun potere di incisione sull’iter procedurale di queste iniziative consiliari: «Il fuori sacco posso solo portarlo al mattino in Conferenza capigruppo per vedere se farlo passare in aula il giorno stesso, in caso di parere unanime dei capigruppo, o farlo slittare alla seduta successiva. Non vi sono possibilità di rifiuto, rinvio in commissione o rimando ad altro tipo di discussione. Ed è per questo che in campagna elettorale, ad esempio, assistiamo a un pullulare di fuori sacco che in realtà altro non sono che marchette elettorali, sostanzialmente interpellanze mascherate perché abbiano un percorso preferenziale in aula».

Proprio per queste ragioni, lo stesso Guerello all’inizio del nuovo mandato aveva lanciato una proposta di riforma del regolamento: «All’inizio del ciclo amministrativo avevo proposto, in Conferenza capigruppo e alla Commissione regolamentare, di modificare le disposizioni sul funzionamento degli ordini del giorno fuori sacco e degli articoli 54 (interrogazioni a risposta immediata, ndr)».

Anche le interrogazioni a risposta immediata, altrimenti note come question time, che precedono di un’ora tutte le sedute ordinarie del consiglio comunale, sono infatti diventate uno strumento parecchio inflazionato. Ancora Guerello: «Ogni settimana mi arrivano dalle 150 alle 180 richieste di articoli 54. Nell’ambito di quelle, ne devo scegliere solo 4 o 5. Ma è evidente che tutte le volte non ci possano essere quasi duecento questioni che, da regolamento, dovrebbero essere connotate da urgenza o particolare attualità politica. Tant’è vero che molte richieste vengono reiterate per diverse settimane. Inoltre, sarebbe opportuno inserire una sorta di contingentamento degli interventi per gruppi consigliari: se i firmatari sono dello stesso partito, decide il capogruppo chi illustra l’interrogazione, senza dover dare la parola a tutti».

Consiglieri particolarmente indisciplinati, dunque, o scarsi conoscitori del regolamento? «Io credo che anche in questo caso il regolamento abbia bisogno di qualche ritocco. Sia i fuori sacco che i 54 sono strumenti molto utili per la democrazia, tant’è vero che cerco di darne di più alle opposizioni che hanno maggiori difficoltà ad avere un dialogo constate con la giunta. Ma hanno bisogno di una revisione che riporti alle caratteristiche originali di queste iniziative consiliari che la prassi ha con il tempo modificato e peggiorato».

Simone D’Ambrosio


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