Dedichiamo questa uscita della rubrica 'Liberi Tursi' ad una breve analisi di ciò che è accaduto in questo primo mese di attività del Consiglio Comunale evidenziando luci e ombre di questo nuovo ciclo politico
Questa settimana la consueta seduta del Consiglio Comunale non è stata convocata per dedicare più spazio ai lavori delle Commissioni Consiliari. In particolare sono state convocate la Commissione Sviluppo, che ha affrontato il problema dei lavoratori dell’AMIU Bonifiche, e la Commissione Bilancio, che ha stabilito di destinare ai minori a rischio le risorse recuperate dal taglio ai premi dei dirigenti.
Questa pausa, che giunge poco prima dell’interruzione estiva, rappresenta una buona occasione per effettuare un rapido bilancio del primo mese di attività del Consiglio. È stato un mese molto intenso, in cui la nuova amministrazione ha dovuto sciogliere dei nodi importanti, tra i quali l’approvazione del bilancio preventivo per il 2012 e l’aumento dell’IMU. Si è trattato di compiti particolarmente complessi e gravosi, specie per un Consiglio ancora alla ricerca di un difficile equlibrio tra forze politiche assai diverse e una Giunta in fase di rodaggio.
L’esito del voto di maggio ha modificato profondamente la composizione della Sala Rossa. Da un lato si è ridotto il peso dei partiti “tradizionali” (Pd, Pdl, Udc, Lega, Idv e Sel), che occupano adesso solo il 60% dei seggi del Consiglio (nella legislatura precedente erano pari al 92%), dall’altro vi è stato un successo inatteso del Movimento 5 Stelle e delle liste civiche (Lista Doria e Lista Musso) che hanno assunto così un ruolo chiave nel processo decisionale. La divisione quasi bipolare tra centro-destra e centro-sinistra ha lasciato il posto ad un’assemblea molto più variegata, in cui si è anche ridotta la presenza di politici di professione. Lo stesso vale per la Giunta comunale composta in gran parte da tecnici alla loro prima esperienza come assessori.
Inoltre l’ingresso in Consiglio del Movimento 5 Stelle e della Lista Doria ha portato con se una forte spinta al cambiamento benché declinato in modi differenti. Il movimento di Beppe Grillo si definisce esplicitamente antipartitocratico e a favore della partecipazione diretta dei cittadini, mentre la Lista Doria, che si ispira al modello inaugurato a Milano da Giuliano Pisapia, pur non rinnegando la centralità dei partiti, è animata dalla volontà di rinnovare profondamente la politica attuale.
Questo mix di rinnovamento e di voglia di lasciarsi alle spalle le logiche tradizionali della politica ha rappresentato una delle principali novità della nuova amministrazione comunale, ma non sempre ha prodotto effetti positivi. Il M5S ha spesso manifestato la propria contrarietà alle decisioni del Consiglio, ad esempio non approvando la composizione delle commissioni, perché non riducevano sufficientemente il numero di gettoni di presenza, o abbandonando l’aula dopo la furibonda lite scoppiata per l’approvazione del taglio ai premi dei dirigenti comunali. È stato evidente in questi gesti il tentativo di prendere le distanze da certe pratiche spartitorie e certi atteggiamenti poco collaborativi dei partiti. Tuttavia, questa volontà di distinguersi ha portato il Movimento a prendere decisioni talvolta meno condivisibili, ad esempio l’astensione dal voto in occasione dell’approvazione del documento elaborato dal Pd – e sottoscritto da tutti i capigruppo – contro la dismissione di Ansaldo ed Elsag. Una posizione motivata dal desiderio di esprimere con maggiore forza la contrarietà agli investimenti militari di Finmeccanica, ma che rischia di non essere capita dai cittadini.
Nuova, soprattutto nei volti, è anche la Lista Doria, che ha portato in Consiglio tre giovani donne e membri della società civile. Ma forse proprio questa “inesperienza” ha contribuito a generare qualche tensione di troppo, ad esempio nel caso dell’ormai famosa firma della mozione contro i lavori del terzo valico, in aperto contrasto con il programma elettorale e la stessa volontà del sindaco.
Vittima di qualche incidente di percorso è stata anche la maggioranza, che in occasione del voto sugli emendamenti al bilancio si è mossa in modo poco compatto, permettendo ad alcuni suoi esponenti di schierarsi contro i pareri espressi dalla propria Giunta. E persino quest’ultima ha commesso alcuni errori, ad esempio permettendo che si votasse e approvasse l’emendamento sui premi a dirigenti, nonostante il parere contrario dei revisori contabili. Inoltre la Giunta e la Presidenza sono state oggetto di forti critiche per aver consentito ai lavoratori dell’AMIU Bonifiche di bloccare il Consiglio Comunale per diverse ore durante la seduta del 3 luglio. Nonostante il sindaco si sia difeso sottolineando che il dialogo è lo strumento più adatto per contenere una situazione già esasperata, dai seggi è pervenuto in maniera trasversale un certo disappunto per aver di fatto legittimato un comportamento scorretto. L’occupazione dell’aula consiliare non può essere l’unico sistema per far giungere la propria voce ai politici.
Questo breve bilancio dei lavori del primo mese del Consiglio Comunale non può che essere interlocutorio, anche per il brevissimo periodo preso in considerazione. Vi sono luci e ombre, ma l’impressione generale è che vi sia la volontà di dare una reale svolta alla politica locale nonostante la difficoltà di superare alcune resistenze. Purtroppo, come spesso abbiamo sottolineato, sono pochi i problemi che possono essere risolti direttamente dalle istituzioni comunali, sulle quali pesano infatti dei vincoli regionali e statali e un contesto di crisi economica internazionale. In mezzo a questo mare in tempesta si deve muovere la nuova amministrazione con difficoltà ben comprensibili. Per questo da settembre in avanti sarà assolutamente necessaria la collaborazione di tutti per garantire il corretto funzionamento della macchina comunale, nella speranza che vengano sempre anteposti gli interessi dei cittadini a quelli dei singoli partiti.
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]