Illustrati i primi dati sullo stato di inquinamento del sito; se dovesse emergere la necessità di un intervento il Comune non avrebbe le risorse economiche per sostenerlo
La discarica abusiva di rifiuti tossici di via Piombelli, a Rivarolo – vera e propria bomba ecologica in mezzo alle case – dopo anni di silenzi e omissioni, oggi è sotto stretto controllo degli enti competenti, tuttavia, i dati sul monitoraggio ambientale in via di esecuzione, ancora non sono in grado di confermare o smentire la necessità di una bonifica integrale del sito.
Se ne è discusso venerdì 6 aprile durante la seduta consiliare del Municipio Val Polcevera, come racconta l’assessore con delega all’Ambiente, nonché abitante della zona, Patrizia Palermo «Abbiamo illustrato al Consiglio gli ultimi risultati delle rilevazioni sullo stato di inquinamento dell’area che continueranno durante il mese di aprile. Presidente e Giunta hanno anche svolto un sopralluogo in via Piombelli».
I soggetti interpellati durante l’istruttoria sono stati: la Regione Liguria, il Comune di Genova, l’ARPAL, l’AMIU, l’ASL 3 e la Provincia di Genova. Le risposte fornite sono interlocutorie e hanno evidenziato una situazione di indagine non ancora conclusa. Sono tuttora in corso di svolgimento le attività di monitoraggio delle acque sotterranee, delle acque superficiali e non solo.
Con nota del 19 marzo 2013, la Direzione Ambiente Igiene Energia del Comune di Genova ha evidenziato che, mediante i nuovi piezometri, sono state eseguite due campagne di campionamento e analisi (giugno e ottobre 2012). Gli esiti pervenuti sono sempre stati «conformi alle concentrazioni soglia di contaminazione». Un’ulteriore campagna verrà realizzata ad aprile 2013.
Per quanto riguarda l’attività di monitoraggio dell’aria, i dati comunicati, emergenti dalle campionature quindicinali sul campo dal 17 luglio 2011 ed analisi di laboratorio, affermano che «l’attuale assetto normativo in materia di qualità dell’aria stabilisce per il parametro benzene (l’unico tra le sostanze rilevate, potenzialmente cancerogeno e con limiti normati) un limite massimo di concentrazione pari a 5 µg/mc (sempre ampiamente rispettato), tranne in un campionamento, tra fine aprile ed inizio maggio 2012 (valore pari a 5,34)». L’esame dei dati tecnici è ancora al vaglio di Arpal.
In merito alla staticità del sito sono in via di completamento le indagini avviate per controllare le condizioni di stabilità dell’area, per mezzo di 2 sondaggi geognostici attrezzati ad inclinometro. Uno dei due inclinometri ha rilevato uno spostamento (lettura 8/8/2012 pari a circa 1,7 mm in direzione Nordovest; lettura 10/12/12 pari a circa 3,5 mm in direzione Nordovest).
Nella nota della Direzione Ambiente, Ambiti Naturali e Trasporti della Provincia di Genova si evidenzia che «le azioni svolte fino a questo momento hanno avuto la finalità di indagare sulle condizioni dell’area per definire eventualmente un percorso che vada oltre la messa in sicurezza del sito, .non è escluso, infatti, che tale fase possa evolvere in un procedimento più complesso per la valutazione dell’eventuale rischio e la definizione degli interventi destinati ad eliminarlo»
Il problema, se dovesse emergere la necessità di una bonifica integrale (i primi interventi sono stati eseguiti nel 2001 e nel 2005), è che «Non ci sarebbero le risorse economiche necessarie per eseguire un’operazione molto costosa», sottolinea l’assessore. I costi, infatti, graverebbero sulla collettività, visto che i proprietari dell’area, i marchesi Catteneo Adorno, con sentenza del Tribunale penale di Genova n. 3997/05, sono stati assolti – per non aver commesso il fatto – dall’imputazione di aver realizzato sul loro terreno una discarica di rifiuti. I contenziosi tra proprietari e Comune di Genova si sono conclusi nel 2010 con sentenza del Consiglio di Stato Sez. V, 16/07/2010, Decisione n. 4614, la quale ha stabilito che la rimozione dei rifiuti non costituisce onere reale a carico del proprietario non responsabile con conseguente obbligo per l’amministrazione competente di procedere in merito.
Attualmente, la causa intentata dall’amministrazione comunale contro i marchesi Cattaneo Adorno, è ancora pendente in sede civile «Ma considerato l’esito negativo dei precedenti contenziosi penali ed amministrativi, sono scettica sul fatto che questa volta possa andare in maniera diversa», spiega Palermo.
In questa lunga vicenda che si trascina ormai da un decennio, un aspetto positivo finalmente c’è: il sito è stato recintato e reso completamente inaccessibile. «Cittadini, Comitato di via Piombelli, associazioni (in particolare la Casa della Legalità) hanno lottato per lungo tempo affinché si intervenisse – continua l’assessore – l’amministrazione comunale, da parte sua, ci ha messo dei soldi per una parziale bonifica (2001 e 2005) ed in seguito, a partire dal 2009, ha cominciato a mettere in sicurezza l’area».
Oggi, però, un altro rischio incombe dietro l’angolo. A fianco della discarica di rifiuti tossici, a causa del comportamento incivile di alcuni, sta nascendo una nuova discarica abusiva di rifiuti ingombranti. «Ci sono persone che scaricano materiali, anche pericolosi per l’ambiente come l’amianto, nelle vicine acque del Rio Maltempo – spiega Patrizia Palermo – La pericolosità di quest’ultimo è ben nota fin dagli anni ’70 quando, durante gli eventi alluvionali, il rivo creò enormi danni in zona. Stiamo ragionando sulla possibilità di sbarrare la strada di accesso, come chiedono gli abitanti, ma il tratto interessato risulta di proprietà privata. Le conseguenze della rimozione di tali rifiuti, però, ricadono sulle casse comunali. Dobbiamo verificare le intenzioni del soggetto proprietario e trovare un accordo».
Matteo Quadrone