Tre i punti principali da porre all'attenzione del Parlamento: il riconoscimento della ludopatia come una malattia; occorre vietare qualsiasi forma di pubblicità del gioco d'azzardo; bisogna conferire ai comuni il potere decisionale in merito all'apertura delle sale slot
Una raccolta firme a sostegno di una petizione popolare per bloccare, una volta per tutte, la proliferazione della sale dedicate al gioco d’azzardo (slot, videoolottery, ecc.) nelle città italiane. L’iniziativa, annunciata dal Sindaco Marta Vincenzi, parte da Genova con l’obiettivo di porre all’attenzione del Parlamento, la gravità del problema. Questa settimana il Comune incontrerà le associazioni, ad esempio Acli ed il Centro anti usura, i partiti e le realtà sociali interessate alla mobilitazione.
La petizione poggerà su tre pilastri: il riconoscimento della ludopatia come una vera e propria malattia che necessita dei relativi percorsi di cura; occorre vietare qualsiasi forma di pubblicità del gioco d’azzardo; bisogna cambiare la legge attuale e conferire ai comuni il potere decisionale in merito all’apertura di sale slot e videolottery.
E proprio su quest’ultimo punto, il Sindaco ha spiegato «Attualmente le autorizzazioni obbligatorie per l’apertura delle sale da gioco vengono rilasciate dalle questure e non dai comuni. Tutta colpa di una legge del 2010 dell’allora governo Berlusconi. In questi anni abbiamo assistito alla moltiplicazione di simili locali che spesso hanno sostituito i tradizionali negozi di quartiere. Il Comune di Genova finora ha avuto le mani legate, siamo riusciti a mettere qualche vincolo nel Puc (Piano urbanistico comunale) ma ciò non è sufficiente».
Una volta raccolte le firme, la petizione sarà inviata alle competenti Commissioni di Camera e Senato. «Cercheremo di fare in fretta, diciamo entro l’estate – ha aggiunto Marta Vincenzi – Non dobbiamo perdere altro tempo. A Rivarolo, in via Vezzani, è prevista la realizzazione di una sala slot proprio di fronte ad una scuola ed a pochi passi da un asilo. Proprio quello che vogliamo evitare. Sarebbe bello se tutte le forze politiche, nonostante il periodo di campagna elettorale, aderissero a questa battaglia».
Matteo Quadrone
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