In America il marketing sensoriale è molto sviluppato, esistono persino dei "fragrance designer" esperti di fragranze e studiosi di profumi che consigliano le aziende
Si chiama marketing sensoriale, consiste nell’ associare a un prodotto o a un brand un determinato odore piacevole, in modo da “addolcire” l’incosciente compratore.
Ricerche scientifiche confermano ormai che la memoria olfattiva richiama i ricordi vissuti e influenza l’individuo a ripetere l’esperienza odorosa per godere nuovamente delle medesime emozioni positive: si dice “apprendimento associativo” fra odori e significato cui la persona li associa. Inoltre, quella legata agli odori, è di gran lunga la memoria più persistente.
Per questo motivo il consumatore riesce a stabilire nell’immediato il rapporto tra un odore e il prodotto che lo identifica. Gli esempi sono moltissimi. Pensiamo a Sony che nelle sue trentasei boutiques elettroniche diffonde un aroma di mandarino e vaniglia o gli hotel Sheraton, che curano i clienti con odore di gelsomino, chiodo di garofano e fico.
In America, nei grandi magazzini Bloomingadale’s, in ogni reparto viene diffuso un aroma diverso, talco nell’area neonati, cocco nel reparto mare.
Ma esistono anche casi di insuccesso, come Got Milk, realizzata dal California Milk Board. La campagna pubblicitaria prevedeva l’affissione di poster profumati a tutte le fermate dell’autobus, ognuno che emanasse un forte odore di biscotti al cioccolato. Ma il governo americano ha ritirato i poster immediatamente, creando danno economico all’azienda, queste le motivazioni “… L’odore dei biscotti spinge le persone a consumare dolci e merendine e in più può creare problemi ai soggetti allergici“. Segno di quanto l’argomento sia preso sul serio aldilà dell’oceano.
La guerra dei brand si arricchisce dunque di una nuova battaglia, quella dell’olfatto, un ramo del marketing destinato a grande sviluppo in futuro. Sul mercato vi sono già moltissime aziende specializzate nella creazione di essenze ma anche nella diffusione della fragranza ideale, perché se l’odore è buono ma non viene diffuso nel modo giusto rischia di non catturare l’attenzione. Esistono persino apposite penne USB in grado di ospitare il profumo prescelto e che possono diventare un gadget distintivo. Sono poi disponibili diffusori professionali in grado di veicolare flussi d’aria con una copertura fino ai 1000 metri quadrati con durata e intensità regolabili. In America, inoltre, esiste il fragrance designer, esperto di fragranze e studioso di profumi, una figura professionale già richiesta da moltissime aziende. Quando avere il naso per gli affari non è più soltanto un modo di dire.