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Croazia: Spalato, isola di Vis e baia Duboka

Baie nascoste e paradisiache, acqua cristallina, bellezze naturali e selvatiche, la Croazia merita di essere visitata


20 Maggio 2011Rubriche
Spalato

La città di Spalato in Croazia

Arriviamo alle 6 del mattino, esausti e un po’ intristiti per gli insulti che abbiamo dovuto sopportare: sembra tutto il bus sia contro di noi, Mirko sostiene sia dovuto al suo accento serbo… d’altronde non sono passati molti anni dalla fine della guerra, la tensione è ancora forte e i serbi sono i più odiati.

A Split (Spalato) fa caldissimo già alle prime ore dell’alba, poi la sera la temperatura si abbassa leggermente e il lungomare si riempie di artisti di strada. Il giorno dopo siamo sull’isola di Vis, nominata quest’anno dall’Unesco isola più bella del mondo… Fa impressione che fosse una base militare, addirittura pensare che in questi posti ci fosse la guerra, non si direbbe, se non fosse per l’astio che a volte si riscontra nei croati verso i serbi o nei montenegrini verso i croati. Vis è rimasta chiusa al turismo per più di 50anni e per questo è un gioiellino, conserva la sua bellezza naturale e selvatica. Baie e scorci mozzafiato, acqua cristallina, tradizionali case balcaniche di pietra grigia, distese di vite, frutta, alberi e ortaggi. Ci accampiamo nel giardino di un amico e facciamo il bagno al tramonto; bottiglia di vino e formaggio per godere di un cielo stellato limpidissimo dalle mura di una casa fantasma (chissà se bombardata o semplicemente abbandonata?).

Lunghe camminate sotto il sole cocente per arrivare a minuscole baie nascoste e paradisiache, come Duboka; svegliarsi all’alba e fare il primo bagno nel silenzio del mattino con le suore che si affaccendano verso il monastero; raccogliere per strada prugne, more e fichi in una giornata di pioggia… Domenica sera si torna a Split. A cena non posso non sorridere alla esilarante traduzione del menù: pasta verde con conchiglie sarebbero gli spaghetti ai frutti di mare!

Un altro viaggio notturno in bus: Split – Dubrovnik, partenza alle 2.30. Arriviamo alle 7. Vaghiamo per le strade ancora deserte della città vecchia, le stesse che in poche ore si colmeranno di turisti. Bagno e caffè (il caffè è buono in Croazia!). L’acqua è di un blu molto più scuro: ci stiamo infatti avvicinando al Montenegro, Crna Gora, vuol dire proprio monte nero, roccia scura.

La stanchezza incombe, il caldo soffoca, mi addormento su una panchina e al risveglio mi ritrovo in una casa incredibile, scavata nella roccia a picco sul mare, stanze su livelli sfasati, labirinti di cunicoli, tutta in bianco e arredata da pezzi d’arte unici. Un pranzo delizioso imbandito sulla terrazza: cevapcici e pljeskavice (specialità locali di carne), punjene paprike, una specialità di origine turca fatta di peperoni ripieni di carne al sugo, pasta, insalata, e poi palacinki sa slatkim sirom (tipo crepes, di provenienza Austro-ungarica) e caffè turco. È la casa di Ja- goda Buic, un’artista ottantenne di una certa fama che lavora con tessuti e scenografie di teatro. Ci convince a restare la notte: come poter rifiutare spiaggia privata e camera con bagno tutta per noi dopo notti insonni su spiagge sassose e scomodissimi viaggi in bus?

Morena Firpo


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