Un'iniziativa promossa da Cospe nell'ambito del progetto 'L'integrazione in prima pagina. Media e Territori in Rete per un'informazione plurale'
Cospe, in collaborazione con il Comune di Genova, organizza l’incontro ‘L’integrazione in prima pagina – Media e territori in rete per un’informazione plurale’. L’iniziativa nasce dalla necessità di comunicare diversamente le tematiche relative all’integrazione, affinché sui media non si senta parlare solo di immigrazione nella cronaca nera, ma perché si parli anche della quotidianità e dell’inserimento nella società dei cittadini immigrati.
L’ iniziativa ‘L’integrazione in prima pagina’ si terrà giovedì 7 Giugno 2012, dalle 09.30 alle 13.00, presso la Sala di Rappresentanza della Regione Liguria, in Via Fieschi 15, a Genova.
Proprio nell’ambito di questo progetto, Cospe valorizza prodotti editoriali realizzati da giornalisti e fotografi di origine straniera a seguito dei corsi tenuti dalla stessa associazione che opera per il dialogo interculturale, lo sviluppo equo e sostenibile, i diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli. Uno di questi progetti riguarda un reportage fotografico sulle giovani madri di origine straniera, a cura della fotografa Zoila Bajaña.
Oltre le gravidanze precoci
Quindici gli scatti dove mamme e bambini si ritrovano attraverso le diverse storie di vita. Tutte però hanno avuto qualcosa in comune: una gravidanza precoce e la nazionalità ecuadoriana. Nel momento in cui hanno dato alla luce una nuova vita hanno fatto i conti con una maternità precoce o sotto i vent’anni, ma oggi posano fiere con i loro trent’anni magari al terzo o quarto figlio.
Questo fotoreportage nasce da una ricerca di mesi di investigazione – tra Genova, Quito e Guayquil – per costruire una tesi di laurea triennale in servizio sociale. L’intento è quello di mostrare come la maternità precoce non sia mai casuale ma spesso voluta e anelata per compensare una carenza d’affetto. È emerso infatti come le giovani vadano a colmare quel vuoto e l’assenza dei genitori con l’amore ed il desiderio di avere una creatura da coccolare e mimare. Probabilmente le cose non sono quello che sembrano, dietro ogni gravidanza precoce troviamo una vita che si ritrova a vivere in anticipo esperienze che dovrebbe fare con calma nel corso dell’esistenza. Un’ esperienza sconvolgente e colorita, che segna un passo verso la perdita dell’adolescenza. Crescere saltando le tappe diventa disastroso e incredibilmente faticoso, sia per le responsabilità che per la parte psicologica ed emozionale verso cui si va incontro.
Ogni numero delle statistiche sulle gravidanze precoci, nasconde una storia vera fatta di relazioni complicate e ulteriori problematiche. Jhomaira, Jhuliana, Virginia, Erika, Carolina, Juana con i loro trent’anni ricordano la prima gravidanza come un’esperienza bellissima, inaspettata ma desiderata al tempo stesso. Il sapore della seconda o della terza gravidanza è del tutto diverso, si godono i nove mesi con maggior relax e senza i pensieri del primo figlio. Cynthia, Katty e Kimberly non hanno ancora raggiunto la maggiore età e si sentono delle giovani donne pronte a difendere con tenacia i loro ideali. Maria Fernanda, Gema, Gloria, Irina da poco nella fase dei vent’anni si sentono gioiose e orgogliose della scelta fatta e si riscoprono delle mamme apprensive e piene di vita. Melina e Tatiana sono prossime ai diciotto anni e vivono la maternità con un dolce sorriso sulle labbra che non le scompone neanche per un momento.
Zoila Bajaña è una fotografa di origine ecuadoriana nata nel 1986. Questo fotoreportage è stato concluso a maggio del 2012. Ha partecipato inoltre al corso di formazione per giornalisti all’interno del progetto “L’integrazione in prima pagina. Media e territori in rete per un’informazione plurale”, finanziato dal Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi Terzi dell’ Unione Europea e del Ministero dell’ Interno.
OLTRE LE GRAVIDANZE PRECOCI
Le ragazze che hanno partecipato sono: Tatiana, Gema, Gloria, Erika, Virginia, Jhulissa, Carolina, Irina, Maria Fernanda, Melina, Katty, Juana, Kimberly, Cynthia, Patricia.
Jhuliana Vargas
Sono rimasta incinta all’età di 15 anni e una volta saputa la notizia ho desiderato insieme a mio marito questa creatura con tutta me stessa. La bambina è arrivata a sorpresa subito dopo il nostro felice matrimonio che abbiamo celebrato poco tempo dopo esserci conosciuti. All’inizio della gravidanza coccolavo l’idea di avere un maschietto ma per la gioia di mio marito è arrivata la femminuccia.
La gioia che nostra figlia ha portato nei nostri cuoi è senza paragone e ci siamo veramente goduti quei momenti come se fossero gli ultimi, infatti, poco tempo dopo mio marito è stato colpito da una pallottola vagante e son rimasta vedova. Siamo rimaste io e il frutto del nostro amore intenso e profondo, oggi, siamo inseparabili: dovunque vada l’una va l’altra. Anche la migrazione l’abbiamo affrontata insieme, siamo come due sorelle gemelle che non si staccano nonostante i litigi e le incomprensioni che ci possono essere soprattutto ora che è iniziato il periodo del adolescenza.
Virginia Lasluisas
Le mie quattro gravidanze hanno dato gioia, amore e allegria alla mia vita, donandogli un senso logico, arricchendo ogni mio respiro e singolo istante. Quando sono rimasta incinta la prima volta dovevo iniziare il primo anno di università ma il mio percorso formativo stava per prendere una piega diversa. La seconda e la terza gravidanza sono arrivate una dopo l’altra ma ogni volta provavo emozioni uniche e senza precedenti tanto da avere sempre voglia di dare alla luce una nuova vita. Da piccola sognavo una famiglia numerosa è per questo che ora anche se lontana dal mio paese ho deciso di portare avanti la mia quarta gravidanza, una splendida femminuccia che impegna la mia vita ma che l’ha trasformata in una dolce utopia.
Facendo il bilancio della mia vita posso dire di essere orgogliosa di ciò che sono, le gravidanze mi hanno resa forte e coraggiosa. Avere un figlio dopo i trenta ha un sapore diverso rispetto alla prima gravidanza avuta ai 19. La consapevolezza, l’esperienza e la maturità hanno reso la mia ultima gravidanza un’esperienza senza stress e preoccupazioni. Me la sono goduta di più perché arrivata a distanza di anni rispetto alle prime che erano tutte ravvicinate.
Cynthia Paredes
Ammirevole è stato il modo in cui i miei genitori hanno affrontato la notizia della mia prima gravidanza a sedici anni. Oggi sono alla seconda gravidanza e ho da poco compiuto diciassette anni. Ho abbandonato la scuola per dedicarmi a fare la mamma a tempo pieno e penso sia stata la decisione migliore. È meraviglioso donare amore ai miei piccini, mi sento invasa dalla gioia al pensiero di sapere che sono parte di me. A questo secondo giro avrei preferito la femminuccia ma sono felice ugualmente perché tra maschi c’è più complicità e se possono crescere insieme è importante che ci siano cose in comune.
Quando ho fatto la prima ecografia sono rimasta colpita da quell’esserino tanto piccolo e perfetto. Ho capito solo in quel momento di portare in grembo la magia e la forza della vita, mi sono resa conto di quanto siamo perfetti e della responsabilità che abbiamo come madri. Questi neonati quando vengono al mondo si affidano alle nostre cure e sono talmente piccoli che senza di noi non potrebbero farcela.
Erika Mora
Per tre mesi abbiamo cercato disperatamente di avere un bambino, io all’inizio sognavo una femminuccia, ma poi è risultato essere maschio. Avevo 18 anni quando sono rimasta incinta del primo figlio, per noi era una cosa normale farsi una famiglia a quell’età. Quando ho scoperto di essere incinta ho provato un emozione enorme soprattutto quando il piccolo ha iniziato a scalciare. Diventare mamma è il dono più bello che ci possa essere, si tratta di una benedizione senza uguali.
Alla seconda gravidanza desideravo un maschietto ed è risultata una bambina. La terza gravidanza è stata ben accolta da tutti, ci siamo vissuti i nove mesi godendo a pieno di ogni momento magico della gravidanza, è stato davvero interessante osservare come i bambini aiutavano. La mia sorpresa è che non ci sono state gelosie ne pianti dovuti al nuovo arrivato ma, al contrario, si sono adoperati per ritagliarsi un ruolo in funzione del più piccolo, è come se gli avessero fatto un po’ di spazio metaforico. Questo loro comportamento maturo mi rende orgogliosa dei miei figli e sono sicura che anche se decidessi di averne altri due il loro comportamento non sarebbe poi tanto diverso.
Tatiana Garcia
Avevo 17 anni quando mi sono sposata e sono rimasta incinta, la scelta di sposarmi è avvenuta come conseguenza della gravidanza. Quando ti trovi al bivio e non sai che strada percorrere, ragioni egoisticamente e se non te lo aspetti è solo riflettendo con cautela che riesci a fare chiarezza e agire nella maniera più giusta. Io ringrazio il cielo di avere una famiglia con i fiocchi che riesce sempre a guidarmi con dolcezza e senza intralciare le mie scelte finali. La mia dimestichezza con il più piccolo dei miei fratellini mi ha permesso di essere una mamma attenta e premurosa ai bisogni di mia figlia che è ad oggi la luce dei miei occhi. La gravidanza seppur inaspettata mi ha fatto crescere e maturare in fretta e se prima pensavo ad uscire ogni pomeriggio con le amiche oggi resto sveglia la notte per seguire con amore mia figlia. Devo dire che il signore mi ha fatto il dono di una famiglia con i fiocchi, mio marito mi affianca con amore e insieme seguiamo nostra figlia che è una bambolina sempre sorridente. Quando è nata ha avuto delle complicazioni di salute e per un mese non l’ho potuta portare a casa ne coccolare, sarà per questo che oggi siamo grati alla vita per la sua presenza e apprezziamo di più la sua presenza nella nostra quotidianità.
Melina Ramirez
I miei genitori mi hanno educata seguendo uno schema rigido e severo perciò puoi immaginare quale era la mia paura più grande. Quando è arrivato il momento di farlo sapere ai miei, il panico mi ha assalita, inizialmente non volevano saperne nulla ma successivamente, quando mi hanno vista determinata tutto si è risolto di buon grado. Oggi coccolano mia figlia come se fosse loro e trattandosi della prima nipote stravedono per lei. Io trabocco gioia da tutti i pori per me non c’è gioia più grande che essere mamma. Ai miei 17 anni non pensavo di rimanere incinta e mi vergognavo persino di andare a scuola con il pancione ma oggi frequento le lezioni con più serenità e affronto la vita a testa alta.
Credo che questa sia l’esperienza più meravigliosa e completa in assoluto. Il regalo di essere mamma ti riempie la vita ed il cuore, se mi chiedessero di tornare indietro non lo farei mai senza mia figlia che è la cosa più importante della mia vita. Quando è stata male subito dopo la nascita mi son sentita morire, è nata un mese prima della scadenza perché c’erano delle complicazioni gravi dovute a difficoltà respiratorie.
Irina Floril
All’età di 19 anni ho avuto il mio splendido bebè. Provavo un miscuglio di emozioni nel primi giorni di gravidanza, già il giorno dopo sapevo che sarei rimasta incinta, me lo diceva il mio sesto senso. Mia madre lo ha scoperto il mese dopo, quando le mestruazioni non bussavano più alla mia porta e lei come ogni mese si apprestava a fare la scorta di assorbenti; mi ha messa subito alle strette chiedendomi spiegazioni. Il mio rapporto con lei è sempre stato bellissimo fatto di fiducia, amore e comprensione che ha dimostrato specialmente in quei momenti per me più difficili. Dirlo a mio padre è stata davvero dura perché non si aspettava che la sua bambina rimanesse incinta.
I mesi successivi sono stati fenomenali e stressanti al tempo stesso, tra alti e bassi, dovuti alla gravidanza a rischio. Il giorno del parto avevo il mio compagno accanto e quella è stata la mia forza, il travaglio è durato un’eternità e lui mi infondeva coraggio con dolcezza e autorità. Sua è la frase: “spingi che manca poco!“anche se la testolina era solo all’inizio.
Carolina Ordoñez
Sono diventata mamma all’età di 17 anni, con mio marito è stato un colpo di fulmine, ero completamente persa e pazza di lui. La seconda gravidanza è arrivata in meno di un anno e la terza a distanza di vent’anni dal primo figlio. L’ultima gravidanza mi ha colta all’improvviso, non aspettavamo una creatura infatti l’ho scoperto all’ottavo mese. L’averlo saputo un mese prima non mi ha permesso di godere di tutti quei primissimi momenti, le prime ecografie, le prime voglie, i pianti di gioia o anche la scelta dei vestitini e tutto il corredino da scegliere con calma insieme alla mia famiglia per la sua cameretta.
Diventare mamma in un’ altro paese non è cosa facile, vieni assalita da mille dubbi e costretta a vivere in funzione del tuo lavoro. Vivere nella paura di poter perdere il lavoro non è un pensiero felice, ti costringe a crescere in una gabbia dorata perché se da una parte c’è il guadagno e le entrate, dall’altra c’è la questione del doversi trattenere per non stressarsi e vivere nella preoccupazione costante.
Gloria Grieco
Ho inseguito il sogno di un figlio per molti mesi, poi quando non ci speravo più, ha bussato alla mia porta sconvolgendo positivamente la mia vita. Durante i primi giorni di gravidanza la sintomatologia era estenuante: ero debole, avevo continui giramenti di capo mi sentivo svenire a tal punto da pensare in una forma di anemia di quelle già diagnosticate in famiglia. Poi è arrivato quel risultato degli esami del sangue che ha cambiato la mia vita rendendomi la donna più felice del pianeta. Mia mamma non vedeva l’ora di diventare nuovamente nonna ed io nonostante i miei 19 anni continuavo a sognare ad occhi aperti.
Adoro il mio bambino e non vedo l’ora di dargli una compagna di giochi, spero di farlo entro i suoi primi cinque anni così da farli crescere insieme. Altro sogno nel cassetto è quello di sposarmi alla presenza dei miei piccoli che mi portano le fedi all’altare.
Gema Toala
Diversamente dalle mie coetanee il cui primo pensiero è l’aborto, io ho subito deciso di tenerlo, prima ancora di dirlo a mamma. Il periodo più bello della mia vita è stato quello della gravidanza, in quei nove mesi puoi assaporare emozioni e sensazioni diverse tra di loro ma che viaggiano al unisono. Mio figlio è davvero la mia vita e senza di lui non saprei quale colorito avrebbero le mie giornate.
Quando ho scoperto di essere incinta andavo a scuola e provavo sentimenti contrastanti a causa del giudizio della gente. I genovesi mi hanno sempre criticata per essere una giovane mamma che insieme al suo compagno si godono il loro splendido bebè. Lo sguardo collettivo mi ha sempre dato fastidio, imparo solo con il mio bambino a voltarmi e fare orecchie da mercante.
Maria Fernanda Ayala
Quando all’ospedale mi hanno messo mio figlio tra le braccia non volevo che più nessuno me lo portasse via, mi sentivo come una leonessa forte e grintosa, pronta a scattare alla prima mossa di altri. Le emozioni che ho provato in quei mesi non hanno descrizione alcuna, i primi istanti sono stati di ansia e preoccupazione ma poi è subentrata la voglia di vederlo e me lo immaginavo ogni notte. Alla sua nascita i brividi assalivano il mio corpo al solo sfiorare il suo viso e quando mi soffermavo su quelle mani e su quei piedini sentivo in me una sensazione di gratitudine nei confronti dell’universo intero.
Le mie sorelle minori entrambe hanno avuto i figli molto giovani, una a quindici e l’altra a sedici e sono rimaste incinte nello stesso periodo tanto da partorire nell’arco della stessa settimana. Io in realtà aspettavo di crescere ancora un po’ ma poi alla fine è successo che sono riuscita a resistere solo fino al diciannovesimo anno. Sono contenta del mio percorso come mamma perché oggi alla mia seconda gravidanza a distanza di circa sette anni dalla prima posso dire di essere fiera di essere ciò che sono.
Katty Romero
Mio figlio è la mia vita! A 16 anni ho partorito il mio angioletto che oggi mi costringe spesso ad assentarmi da scuola perché si prende sempre il raffreddore. Mio figlio non è stato un impedimento alla mia carriera scolastica ma anzi è la forza che mi invoglia a lottare per diplomarmi e frequentare l’accademia di moda.
Quando ho scoperto di essere incinta ho fatto difficoltà ad affrontare il discorso con i miei genitori, mi son fatta coraggio solo perché accanto a me c’era il padre di mio figlio che è l’uomo della mia vita che non vedo l’ora di sposare. Con lui e mamma ho vissuto i primi momenti dell’ecografia e scoperto l’universo materno, il giorno del parto è stato indimenticabile poiché avevo accanto a me le persone più importanti e sapevo che potevo far affidamento su di loro. Veder crescere mio figlio significa farlo insieme a lui passo dopo passo, ogni risata e pianto è un momento speciale da vivere fino in fondo.
Kimberly Vargas
Con i miei diciassette anni posso dirti di sentirmi una giovane donna che si affaccia alla vita con serenità e senza rimpianti. Non frequento più la scuola perché mi dedico anima e corpo a mio figlio ma sono felice così. Anche mio fratello è diventato padre sotto i diciotto anni e questo mi è di conforto in quanto non mi fa sentire sola ed esclusa. A Genova partorire in età adolescenziale è cosa insolita ma a me è venuto naturale e di certo non è stato una sorpresa quando ho scoperto di essere incinta.
Mia mamma voleva un futuro da laureata per almeno uno dei suoi due figli, ma non è ciò che volevo io. Ho sempre desiderato avere qualcuno a cui donare tutta me stessa, io amo mio figlio e al mondo non c’è niente di più bello che svegliarmi al mattino con un suo sorriso. Per il futuro mi auguro un secondo figlio ma tra qualche anno perché prima desidero godermi il mio piccino attimo dopo attimo.
Patricia Morales
A diciotto anni ho avuto la mia prima bambina e a distanza di pochi anni è arrivata la seconda gravidanza con uno splendido maschietto. Mia mamma non è stata felicissima della mia scelta, se i miei figli esistono è grazie alla mia testardaggine e grande forza d’animo, nonostante tutto io mi son sempre fatta coraggio e ho difeso le mie idee. Sono rimasta incinta casualmente ma non ho mai creduto che l’aborto fosse la soluzione e così ho accettato il mio destino e il dono di essere madre.
Le emozioni che oggi provo sono sensazionali e ripercorrere questo periodo con il solo pensiero per me è davvero emozionante. Mi sento mamma fin da quando giocavo con le bambole e stiravo i loro vestitini con la consapevolezza di una bambina che non sogna altro. I miei figli sono la mia gioia e la mia ragione di vita e non c’è giorno che non ringrazi il buon Dio di avermi regalato queste due tenere pesti.
Juana Rivera
A 19 anni sono rimasta incinta quando ancora frequentavo la scuola e la scelta è stata subito di portare a termine la gravidanza sacrificando i miei studi. Oggi ai miei trenta tre anni dopo una seconda gravidanza arrivata ai venticinque anni mi sento benedetta dalla vita per le mie due splendide figlie che crescono a vista d’occhio e si sentono delle giovani donne. La seconda gravidanza più matura e ragionata mi ha permesso di godere in maniera piena della gioia e dei dolori di quei nove mesi. Il mio compagno è davvero un uomo con i fiocchi e questo ha reso tutto più facile perché ho la possibilità di condividere ogni pensiero con lui e di renderlo partecipe di ogni aspetto della mia vita.
I bambini riempiono la tua vita e anche se la rendono impegnativa i sacrifici si fanno con piacere anche solo per un loro timido sorriso. Io lavoro tante ore ma quando torno a casa anche se stanca le mie figlie riescono a infondermi tutta l’energia di cui ho bisogno per riprendermi da una lunga e faticosa giornata.
(I.P.)