Duemila passaggi radio di una canzone su emittenti locali non producono reddito per l'autore, finiscono in un unico calderone per essere poi distribuiti in base al reddito di ogni singolo artista. In pratica i modesti ricavi degli emergenti vanno nelle tasche dei big
Niente di più facile, mi spettano di diritto. Nessuno mi può privare dei miei diritti, meno che mai qualcuno che pago perché li difenda. E invece no. Basta rivolgersi alla SIAE per capire che questa realtà inopinabile sia invece così poco scontata.
Accompagno un amico all’ufficio SIAE di Genova, necessita di un’informazione circa dei passaggi radio di una sua canzone. Il mio amico è bravo, ha talento, e si sta sbattendo come un matto per cercare di farlo notare a qualcun altro a parte me. Il mio amico ottiene circa duemila passaggi radio; possiamo capire che questa è una cifra che farebbe sorridere Ligabue o Vasco Rossi, ma per un autore emergente è un ottimo risultato.
Ma arriviamo al punto. Il nostro emergente inizia ad insospettirsi quando viene informato da uno degli operatori radio che passa il suo singolo che non è obbligato a compilare il borderò (modulo in cui si certifica l’esecuzione di un determinato brano, specificando l’autore; una volta consegnato alla SIAE, il borderò consente l’attribuzione dei diritti d’autore). Domanda: come può la SIAE pagare un autore se nulla attesta che il suo brano è stato eseguito? Risposta, semplice e disarmente: non può. Come sarebbe non può? E dei suoi duemila passaggi radio che se ne fa il nostro? Semplice, niente.
Proviamo a metterci in contatto con un ufficio di Roma (a Genova non sanno), e una signorina ci spiega molto serenamente che i passaggi radio “locali” non hanno una ripartizione analitica; per i 2/3 vengono distribuiti sulla base del reddito prodotto dalla vendita dei propri dischi, e per il restante terzo sulla base del numero dei bollini SIAE acquistati dall’autore.
Tradotto dal burocratese: i soldi non ti arrivano, puoi farne anche un milione di passaggi radio su emittenti locali, non conta nulla. Più guadagni (o meglio, nel caso dei bollini, più soldi versi nelle casse della Siae) e più ti pago. Un Robin Hood moderno, che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Divertente no? Concludo con questo breve aneddoto. Una volta Moni Ovadia mi disse: “Piuttosto che far finire soldi nel calderone, mi attribuirei l’Amleto di Shakespeare!” Auguri amico!
Marco Topini