Un percorso iniziato nel 2012 che ha portato ad un nuovo modello di gestione con l'immissione nel museo civico di capitali privati. Gli sponsor permettono la realizzazione delle mostre e il Comune copre le spese per personale e struttura. I dati sui visitatori parlano di numeri ancora bassi, ma in costante crescita
Il Museo d’Arte Contemporanea di Genova Villa Croce due anni fa ha intrapreso un nuovo corso, una gestione mista pubblico/privato e una curatrice scelta con un bando creato in collaborazione fra il Comune di Genova e alcuni soggetti privati, un modello di gestione combinato. I fondi provenienti dal Comune (indicativamente 500 mila euro l’anno) coprono le spese di gestione della struttura, degli stipendi e della manutenzione della collezione permanente, mentre tutto quello che riguarda organizzazione di mostre ed esibizioni è tenuto in piedi grazie al budget privato, 100 mila euro annui, che tocca alla curatrice gestire e suddividere fra le diverse manifestazioni.
Con questa struttura Villa Croce riesce ad organizzare 5/6 mostre l’anno, ospita una serie di eventi paralleli organizzati da partner e collaborazioni di vario tipo, raggiungendo (nel 2013) un numero di visitatori poco sopra i 14 mila.
Dal 2014 il museo ha scelto la strada dell’ingresso libero per avvicinare più persone all’arte contemporanea. Da gennaio a maggio 2014 il numero dei visitatori ha raggiunto circa 6000 presenze, dato che fa ipotizzare una crescita rispetto al 2013 (Musei di Genova, dati visitatori 2012/2013, l’approfondimento). Abbiamo incontrato la curatrice Ilaria Bonacossa, la direttrice Francesca Serrati e il direttore del settore musei del Comune di Genova, Guido Gandino, per fare il punto sulla gestione di questo importante polo culturale cittadino.
Villa Croce – Una villa neoclassica affacciata sul mare, immersa nel verde. L’edificio è stato donato dalla famiglia Croce nel 1951 al Comune. La sua attività museale è stata inaugurata nel 1985, ha una collezione permanente (Collezione Maria Cernuschi Ghiringhelli) di opere di arte italiana e internazionale fra cui Licini, Reggiani, Radice e Fontana. Oltre alla collezione e alle mostre temporanee può vantare una biblioteca con 25 mila volumi e 205 periodici, alcuni in abbonamento.
Come funziona la gestione mista pubblico-privato che caratterizza il Museo D’Arte Contemporanea genovese? Chi sono i soggetti coinvolti? «Il Comune si occupa della gestione della villa, dello spazio e copre il costo del personale assunto, delle utenze e delle altre spese di gestione – racconta Francesca Serrati – mentre tutto quello che riguarda il budget relativo a mostre ed esibizioni quello proviene da sponsor privati. Restando comunque un museo pubblico abbiamo questa gestione unica nella sua formula».
Gli sponsor privati sono Palazzo Ducale Fondazione per la cultura, il cui primo fondatore è il Comune, Hofima, Fondazione Garrone, Costa Crociere, Villa Montallegro, Banca Carige, Coeclerici. «Villa Croce è un museo diverso dagli altri – commenta Guida Gandino – ha una collezione permanente di tutto rispetto che però rappresenta solo una parte dell’attività del museo; Villa Croce vive di exhibit, di produzioni e esposizioni temporanee, ed è sempre stato così. Negli anni passati lo stanziamento comunale che veniva dato sulle esibizioni temporanee andava dagli 80 ai 100 mila euro, poi la contrazione delle risorse pubbliche ha portato ad una brusca riduzione. Da due anni a questa parte, per rispondere alle esigenze di un museo senza un ricca dotazione rispetto ad altri tipi di musei presenti sul territorio, si è operato affinché il budget destinato alle esibizioni fosse messo a disposizione da sponsor privati. La Fondazione Ducale, che è il soggetto fondamentale e di traino, un’emanazione del Comune, un ente formalmente privato ma che collabora attivamente con la città e il Comune stesso, si è fatto capofila nei rapporti sia con Bonacossa (la curatrice) sia per quanto riguarda la definizione del comitato di soggetti privati e di gallerie creando un legame con il mondo dell’arte contemporanea e del mercato per realizzare i programmi».
Il Comune utilizza dunque i fondi per Villa Croce esattamente come fa per gli altri musei, ovvero «restauro, conservazione e valorizzazione della collezione propria. Le priorità vengono date al sostegno delle esigenze di sicurezza, di manutenzione, di gestione e il pagamento delle spese fisse (stipendi e bollette)».
Accanto ai partner privati, il museo può contare anche sul sostegno dell’associazione culturale Amixi di Villa Croce nata per sostenere le mostre , gli eventi e le attività della Villa. «Le quote dell’associazione – sottolinea Francesca Serrati – hanno una destinazione diversa rispetto a quella dei finanziatori/sponsor, danno un contributo in particolar modo fattivo. Si organizzano cene e incontri, tutto in funzione della diffusione della conoscenza dell’arte e del museo». Il sito web della villa (www.villacroce.org), ad esempio, è stato pagato in toto dall’associazione dagli Amixi. Un’esigenza sentita da curatrice e direttrice per aprire nuovi canali in Italia all’estero e conquistare anche un pubblico diverso oltre a quello genovese. Il nuovo sito è direttamente gestito dal museo che, ovviamente, è anche presente su Facebook: «in meno di 2 anni e passata da meno di 300 a 4596 follower» racconta con entusiasmo Bonacossa, lei stessa gestisce la pagina social del museo.
Il Museo d’Arte Contemporanea di Genova ha ospitato 14527 persone nel 2013 e circa 6000 nei primi cinque mesi del 2014. Non si tratta certo di grandi numeri (200 mila visitatori hanno visitato il MuMa- Musei del Mare Galata e Commenda di Pré – nel 2013), anche se i segnali di crescita fanno ben sperare per l’immediato futuro. «Il visitatore di Villa Croce è una persona che sceglie di visitare il museo e chiede delle collezioni nella maggior parte dei casi. Si tratta di visitatori consapevoli. Spesso purtroppo la Villa è ancora percepita come distante, quasi periferica – commenta Serrati – attività comunicative ne facciamo molte e mi pare funzionino bene, come ufficio stampa istituzionale abbiamo quello comunale che ovviamente occupandosi dell’intera rete museale cittadina non può essere specifico».
La segnaletica certo non aiuta, l’unico cartello che abbiamo trovato è situato proprio all’ingresso della villa stessa. Da poco però le informazioni riguardanti il museo sono state inserite fra quelle che si leggono sul pannello che svetta sopra l’ingresso delle biglietterie di Palazzo Ducale. «Indubbiamente i cartelli sono pochi – ammette Gandino – e poco visibili, stiamo realizzando in questo senso una serie di progetti che coinvolgono la tecnologia e l’orientamento delle persone, al momento stiamo lavorando sul centro storico ma arriveremo sicuramente anche a Villa Croce».
La curatrice ci racconta che vorrebbe poter fare di più, che sicuramente servirebbe budget in più per gli allestimenti; ma più di ogni altra cosa Bonacossa vorrebbe poter disporre di maggiori risorse da investire su «un dipartimento educativo, avere in sala dei mediatori culturali, qualcuno che sappia comunicare i lavori al visitatore. Quello che davvero manca al museo è un modello che non lasci le opere orfane».
A questo proposito è stata firmata un convenzione con l’Accademia Ligustica di Belle Arti (qui l’intervista al presidente Giuseppe Pericu) che dovrebbe partire concretamente il prossimo autunno e in parte risolvere la mancanza segnalata dalla curatrice. Spesso è la direttrice stessa a rendersi disponibile per raccontare la collezione o le mostre ai visitatori, ma rimane il problema che questa funzione dovrebbe essere espletata in modo costante da personale dedicato. Intanto, è stata adottata la prassi che impone didascalie alle opere bilingue.
In ultimo c’è spazio per il sogno, l’apertura della caffetteria del museo. Si tratta di un progetto realizzabile solo con un programma a lungo termine spalmato su almeno 10 anni di gestione continuata, per attirare a Villa Croce anche chi non frequenta abitualmente gli spazi espositivi dell’arte contemporanea, «soprattutto potendo contare su un parco che è quotidianamente frequentato da mamme e ragazzi» conclude Bonacossa.
Chiudiamo il nostro racconto con la scure che incombe: i tagli imposti dalla legge che di anno in anno inesorabilmente si abbattono sulla cultura. Ma Gandino, almeno per Villa Croce ci rassicura «non credo che i tagli avranno impatto su Villa Croce, con la buona volontà anche dei privati si potrà garantire alla villa il sostegno economico». La discussione sul bilancio approderà in Consiglio comunale a fine luglio, la sensazione è che almeno per quanto riguarda il Museo d’Arte Contemporanea tutto rimarrà come nel 2013, con un ammontare di finanziamenti simile, intorno ai 500 mila euro e uno sponsorizzato di 100 mila per le esibizioni.
Claudia Dani