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Via delle Campanule, la riqualificazione opera dei volontari e la polemica con il Municipio

Il lavoro di riqualificazione che ha interessato l'area di via delle Campanule è opera dei giovani selezionati da Legambiente per il progetto Ser.Vo.con.te. Ai cento partecipanti spettava un contributo di 300 euro dal Municipio, ma al momento della consegna si trasforma in un carnet di buoni spesa. Scoppia la polemica


18 febbraio 2014Notizie

Campanule giardini GenovaTempo fa avevamo pubblicato la notizia del bando “Ser.Vo.con.te” promosso dal Municipio IX Levante in collaborazione con Legambiente Liguria Onlus. Una bella iniziativa per il coinvolgimento dei giovani – del quartiere ma non solo – in una serie di interventi di ripristino ambientale in aree in stato di semi abbandono all’interno del territorio levantino. Nello specifico,  la zona di via delle Campanule, a due passi dal casello autostradale di Genova Nervi e ai piedi della collina di Quarto Alto. Per i partecipanti, era previsto un contributo di 300 euro da parte del Municipio, rimborso che alla fine – a distanza di mesi – si è trasformato in “buoni spesa” suscitando il malcontento dei partecipanti e una lettera di spiegazioni divulgata dall’ente municipale. Ma andiamo con ordine.

Il complesso di via delle Campanule

Si tratta di un complesso costruito più di vent’anni fa grazie a un consorzio di cooperative della zona, oltre 20.000 metri quadri di spazi verde per il quartiere, con campi da tennis e da calcetto. I lavori per il completamento dell’area sono proseguiti a rilento fino al 1998, anno in cui alcune cooperative del consorzio fallirono decretando di fatto la sospensione dei lavori. Dopo una serie di vicissitudini l’intera area diventa proprietà del Comune di Genova, ma la sostanza non cambia e per oltre dieci anni l’intera area rimane in stato di abbandono nell’incuria e nel degrado. Solo nel 2011, il Municipio decide di muovere i primi passi verso la riqualificazione affidando l’area all’associazione composta dagli abitanti della zona “Si può fare”, che si è messa subito all’opera ripulendo in parte l’area, ridipingendo i muri, recuperando i campi da tennis, la palestrina e il terreno circostante. Ai lavori dell’associazione si sono aggiunti, alla fine del 2013, quelli dei giovani partecipanti al progetto del Municipio coordinati da Legambiente.

Le attività svolte dai giovani per il quartiere

I cento giovani selezionati per partecipare a Ser.Vo.con.te, tutti residenti nel Comune di Genova e di età compresa tra i 18 e i 30, hanno prima partecipato a una formazione specifica sul rischio idrogeologico a cura di Arpal e solo a quel punto, armati di rastrelli, zappe, cesoie e carriole, ha preso il via l’attività di recupero dell’area di via delle Campanule. Divisi in gruppi (due giornate da otto ore l’una per ognuno dei partecipanti), hanno lavorato con grande impegno, estirpando erbacce, rovi e canneti, piantando agavi e alberi, progettando un giardino roccioso e delle aiuole, pitturando i muri e ripulendo da rifiuti e sporcizia, pietre e tutti i materiali ‘non identificati’ presenti sottoterra. Un lavoro notevole, condotto sempre con un grande spirito di iniziativa e voglia di contribuire al miglioramento della propria città. Anche perché, i responsabili del Municipio IX Levante, nel corso del primo incontro conoscitivo legato al progetto, avevano espressamente manifestato l’intenzione di iniziare un percorso duraturo con i volontari per il mantenimento e il miglioramento delle aree verdi del Levante cittadino. Ma la linea comune si è spezzata presto.

La “sorpresa finale”, le polemiche e la lettera del Municipio Levante

Per tutti i volontari del progetto Ser.vo.con.te era previsto un contributo di 300 euro per il lavoro svolto; tutti i ragazzi avevano compilato e firmato un foglio indicando la preferenza sul metodo di pagamento (bonifico o contanti). A quattro giorni dall’incontro finale del progetto e del saldo dei 300 euro, il Municipio avvisa Legambiente, e in seguito i ragazzi, che il saldo avverrà tramite dei voucher, forma di pagamento mai nominata nel corso degli incontri presso la sede di via Pinasco. Ma le sorprese non sono finite, perché nel corso dell’incontro i ragazzi scoprono che i 300 euro sono pagati con buoni della spesa da 10 euro l’uno (My Voucher), utilizzabili in alcuni supermercati e negozi di elettronica.

La reazione dei ragazzi non si è fatta attendere, dai social network alle email, arrivano copiose le critiche al Municipio per la scarsa chiarezza e la scorrettezza nel comunicare con colpevole ritardo questa inversione di rotta. I ragazzi lamentano soprattutto la mancanza di professionalità da parte del Municipio, al di là della questione economica, che è comunque importante e non va dimenticata soprattutto perché i partecipanti sono perlopiù giovani studenti, disoccupati, stagisti o tirocinanti.

La sensazione di essere stati presi in giro e il disarmo di fronte a un comportamento poco ortodosso non hanno contribuito e non contribuiranno di certo a migliorare l’opinione di questi giovani verso il Municipio e non potranno essere la base per iniziare una proficua collaborazione per il miglioramento della città.

Il Municipio, dal canto suo, si difende con una comunicazione ufficiale del 17/2/2014 firmata dal presidente Farinelli: “Il Municipio non era a conoscenza di tutti i dettagli del percorso del progetto che ebbe inizio con il Ministero del lavoro e delle Politiche sociali che sottoscrisse con il Comune di Genova in un protocollo d’intesa prendendo spunto dall’esperienza di solidarietà ed impegno, definiti ‘angeli del fango’, durante l’alluvione che colpì Genova nel settembre 2011″, si legge nella lettera inviata dal presidente del Municipio IX Levante. “L’idea era quella di dare continuità a quell’esperienza da realizzare nei tre territori che erano stati vittime dell’alluvione attraverso bandi che avrebbero dovuto individuare associazioni di promozione sociale interessate a presentare progetti per la realizzazione di attività rivolte ai giovani. La Giunta e il sottoscritto si limitarono ad individuare l’area oggetto della riqualificazione e ad approvare il relativo bando che fu vinto da Legambiente”.

Manuela Stella


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