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Porto di Ponente, l’urlo del municipio: “No a nuovi riempimenti”. Avvenente: “Li facciano verso il centro”

L’ampliamento della diga nel porto di Ponente continua a far discutere il territorio fortemente contrario a un allungamento verso Voltri. Approvati anche due ordini del giorno in Consiglio regionale. Ma è scontro sul potenziamento dell’infrastruttura


11 Luglio 2016Notizie
© Simone D'Ambrosio

© Simone D’Ambrosio

Continuano le discussioni sul futuro del Porto del Ponente genovese. Ad aprile, avevamo già testimoniato la forte contrarietà del territorio al prolungamento della diga verso Voltri (con la delegazione preoccupata di perdere la balneabilità del mare di fronte al proprio litorale). La questione è approdata anche in Consiglio regionale dove, a fine giugno, la maggioranza ha votato a favore di due diversi ordini del giorno, uno presentato dal Movimento Cinque Stelle e uno dal Partito Democratico.

L’odg presentato dalla grillina Alice Salvatore impegna la giunta regionale “ad assumere posizione contraria rispetto ai riempimenti a mare ed alla modifica della diga previsti dallo scenario del nuovo Piano Regolatore Portuale”, ma al tempo stesso considera favorevolmente il nuovo canale di calma, che costituirebbe un “oggettivo miglioramento” per il territorio. Il prolungamento del canale fino alla foce del rio San Giuliano consentirebbe, infatti, di separare definitivamente il porto dal tessuto abitativo. È il punto che, più degli altri, mette d’accordo tutti. Si parla di “porto-isola”, infatti, anche nell’odg presentato da Valter Ferrando (Partito Democratico) che, però, a differenza di quello del Movimento Cinque Stelle, richiede anche la realizzazione di altre opere “già concordate” e “propedeutiche” allo sviluppo portuale.

Il punto di vista del Municipio

© Simone D'Ambrosio

© Simone D’Ambrosio

Diverse visioni per il futuro del porto di ponente, che trovano però un minimo comune denominatore nella tutela di un territorio che, dal punto di vista ambientale, ha dovuto fare molti sacrifici nel nome dello sviluppo economico. Tutti sembrano concordare sulla necessità di preservare la balneabilità del mare di fronte al litorale voltrese e, nella mozione dem, si cita anche l’ambizioso progetto di recuperare la balneabilità a Pegli. «Sono finiti i tempi degli scempi ambientali in nome del lavoro – riassume il presidente del Municipio VII Ponente, Mauro Avvenente – lo sviluppo deve essere ragionato e rispettoso del territorio». La delegazione ponentina è ovviamente quella più direttamente interessata agli sviluppi portuali. Lo scorso 28 giugno, l’assemblea municipale ha prodotto un documento in cui si definisce “irricevibile” la nuova proposta avanzata da Autorità portuale, che prevede l’allungamento della diga verso Voltri e l’avvicinamento della stessa diga alla costa e in cui si invita a “ottimizzare gli spazi esistenti” e si ribadisce la contrarietà a “nuovi riempimenti a levante e ponente dell’attuale piattaforma portuale”.

«Se qualcuno a levante pensa che la nostra sia una posizione contro lo sviluppo del porto – aggiunge Avvenente con una nota polemica – sappia che il porto può espandersi anche nella loro direzione, vediamo allora se sarebbero ancora d’accordo con i riempimenti. Facile fare i ‘soloni’ da lontano, senza vivere le cose sulla propria pelle».

Il documento del Municipio è stato approvato con 14 voti a favore su 16 (astenuti i due consiglieri del M5S presenti, Assanti Gironda e Rebora) e ha rappresentato una base importante alla riflessione in Consiglio regionale.

Il tema del “gigantismo navale”

Se la necessità di tutelare l’ambiente del ponente sembra, almeno a parole, una priorità per tutte le forze politiche, tema di contrasto tra Pd e Movimento Cinque Stelle è, invece, il cosiddetto “gigantismo navale”. Se, infatti, l’ordine del giorno del Pd sottolinea la necessità di potenziamento strutturale per “garantire accessibilità e piena operatività alle navi portacontenitori con capacità superiore a 20.000 TEU”, i pentastellati fanno notare che “non vi è certezza che le navi da 24.000 e 30.000 TEU saranno, in futuro, una realtà consolidata”.

Il “gigantismo navale” è oggetto di dibattitto anche tra gli addetti ai lavori. Già nel nostro articolo pubblicato ad aprile avevamo riportato perplessità al riguardo da parte degli stessi esperti del Psa-Vte. La scelta, in un senso o nell’altro, sicuramente avrà un impatto decisivo sul futuro del sistema portuale cittadino.

La posizione della fondazione PRimAvera

© Simone D'Ambrosio

© Simone D’Ambrosio

A vivere più direttamente sulla propria pelle le scelte sul porto saranno però i cittadini. Tra i vari comitati e associazioni che popolano il ponente cittadino, particolarmente attiva sul tema è la fondazione PRimAvera, che opera sul territorio di Prà. «Prà è il territorio che ha subito e continua a subire più direttamente degli altri i disagi dovuti al porto – sottolinea il presidente Guido Barbazza – per questo ci sembra naturale che i cittadini praesi siano interlocutori privilegiati».

La fondazione ha organizzato incontri e una serie di conferenze dal titolo “Prà futura, porto e città si tendono la mano”, e tramite il proprio sito web invita i cittadini a mandare una mail “per il prolungamento del Canale di calma e Fascia di rispetto e per Porto Isola”. «Abbiamo mandato ad Autorità portuale più di 3 mila mail», rivela con orgoglio Barbazza.

La fondazione PRimAvera opera con atteggiamento pragmatico, rifiuta la filosofia del “no a tutto”, ma al tempo stesso si mostra inflessibile quando si tratta della tutela del territorio. «Siamo stati tra i primi ad alzare la voce contro lo scenario dannoso prospettato dalla prima versione del nuovo Piano Regolatore» rivendica Barbazza.

«Chiaramente – aggiunge – lo scenario migliore per noi sarebbe l’allungamento del Canale di calma e della Fascia di Rispetto senza le ulteriori modifiche presenti nel piano, ma visto che non si intravedono soluzioni in questo senso, proviamo a ragionare con quello che abbiamo davanti». Protesta ma anche proposta, dunque, o meglio “Influenza, rappresentanza e identità”, come recita lo slogan della Fondazione.

«La nostra Fondazione – ricorda Barbazza – ha elaborato 2 proposte migliorative per l’attuale piano: lo spostamento dello slargo della diga nella zona centrale anziché a ponente (a tutela della spiaggia della vicina Voltri) e leggera riduzione dell’allungamento della banchina verso Voltri, evitando accosti addizionali per navi traghetto».


Luca Lottero


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