Il Comune si impegna per rispettare la scadenza estiva della fine dei lavori, ma il rischio è che il nuovo nido della Maddalena non apra prima dell'anno scolastico 2015/2016. Il punto con gli assessori Crivello e Boero e con "Liberi cittadini della Maddalena"
Entro fine estate gli infiniti cantieri del nuovo asilo nido all’incrocio tra vico Rosa e via della Maddalena dovrebbero essere conclusi. Lo ha assicurato ieri pomeriggio l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Genova, Gianni Crivello, rispondendo un’interrogazione a risposta immediata della consigliera di Lista Doria, Clizia Nicolella.
Va ricordato che i lavori sarebbero dovuti terminare a dicembre 2012 ma il ritrovamento di una cisterna prima, le infiltrazioni della rete fognaria e la scarso dimensionamento delle fondamenta perimetrali poi, hanno allungato a dismisura i tempi e aumentato i costi di realizzazione di questa nuova struttura che dovrebbe ospitare una trentina di persone tra bambini e personale di servizio. Gli ultimi intoppi riguardano il tema della prevenzione incendi e dell’abbattimento delle barriere architettoniche in un contesto territoriale assolutamente «compresso e complesso» come lo stesso assessore Crivello ha definito quello di vico Rosa.
Per questo motivo resta ancora da completare la messa a punto della piattaforma elevativa e della via di esodo di sicurezza, ovvero la scala di collegamento tra il primo e il secondo piano della struttura. «Mi prendo l’impegno assoluto – ha assicurato Crivello – che sul nido della Maddalena in questi ultimi mesi opereremo come abbiamo fatto per la scuola di piazza delle Erbe (tra l’altro la ditta appaltatrice è la stessa, come anche per quanto riguarda l’asilo del Campasso e la riqualificazione di Palazzo Senarega, ndr), staremo sempre sul pezzo con frequenti controlli al cantiere affinché almeno questi tempi siano rispettati».
Ma la sensazione è che, nonostante il fiato sul collo che l’amministrazione metterà alla ditta appaltatrice, il rischio che l’asilo non apra effettivamente i battenti prima dell’anno scolastico 2015-2016 sia molto alto. A confermarlo è lo stesso assessore alla Scuola, Pino Boero: «Andando verso l’estate e visti i precedenti ritardi di questo cantiere non possiamo assumerci la responsabilità di aprire le iscrizioni per il prossimo anno, innanzitutto perché se la consegna dovesse slittare ancora rischieremmo di dover poi rimandare a casa dei bambini e, secondariamente, perché difficilmente ci sarebbero i tempi per poter indire la gara per l’affidamento dei servizi». Una situazione deprecabile dal momento che si avrebbe la nuova struttura finalmente agibile ma inutilizzata per diversi mesi, senza considerare gli inutili costi di manutenzione. E un’apertura ad anno in corso è ipotesi da scartare a priori? «Sarebbe una situazione da studiare con molta attenzione – ci risponde l’assessore Boero – perché, posto che si trovi qualcuno disposto ad aprirlo a metà anno scolastico, bisognerebbe capire quali bambini sarebbero coinvolti: si potrebbe forse pensare a quelli esclusi dalle altre strutture ma non potremmo prendere in considerazione trasferimenti in corso d’opera perché altrimenti si aprirebbe un problema per gli istituti di provenienza che andrebbero a perdere utenti».
A proposito di affidamento dei servizi, secondo quanto sostenuto da Nicolella, la concessione a una cooperativa del nuovo asilo andrebbe contro gli accordi presi dall’amministrazione precedente con i cittadini della Maddalena: «L’asilo non ha solo la funzione ovvia di riqualificare il quartiere – ha sottolineato la consigliera di Lista Doria – ma l’idea che stava a monte era quella di installare una presenza costante, viva e fattiva dell’istituzione comunale attraverso una funzione pubblica che affiancasse i cittadini nella quotidiana lotta alle infiltrazioni malavitose. D’accordo che ci sono questioni economiche da preservare, ma il primo obiettivo deve rimanere la promozione della presenza del Comune accanto ai cittadini».
Fabio Caocci dei “Liberi cittadini della Maddalena” prova a spiegarci meglio come stanno le cose: «Nel progetto iniziale – parlo di oltre cinque anni fa – sarebbe dovuto sorgere uno spazio gioco indefinito, ma come cittadini abbiamo portato avanti l’idea che se si fosse voluto rilanciare il territorio lo si sarebbe dovuto fare in modo che chi lo frequenta avesse il maggior interesse possibile a tutelarlo. E quale interesse è più grande dei nostri bambini? Così ci siamo impegnati direttamente affinché fosse trasformato in un asilo nido, tanto caratterizzato dal punto di vista edile che nel futuro non potesse essere piegato ad altri interessi economici».
Con una serie di incontri progettuali all’allora Hop Altrove nacque così un accordo con gli assessori Margini e Corda che prendesse anche in considerazione un efficiente sistema di gestione. «Pensavamo a un sistema simile a quello che è stato adottato per piazza delle Erbe – prosegue Caocci – trasferendo nella nuova struttura asili già esistenti ma in edifici fatiscenti, limitando così al minimo l’aumento di costi di gestione e del personale. Questa amministrazione, però, si è subito lanciata sul bando perché questa è la cultura della giunta attuale: ma allora perché anche i ruoli di assessori non vengono assegnati con bando?».
«La scritta “asilo comunale” che troviamo sul muro dell’edificio – replica l’assessore Boero – non ha nessuna pertinenza con la legislazione odierna. Le complesse problematiche economiche e di gestione di queste strutture di proprietà comunale fanno sì che in molti casi ci si affidi alla concessione a cooperative che hanno sempre dato garanzie di qualità, soprattutto se il Comune è costantemente presente con i propri controlli».
E in questa direzione l’amministrazione si sta muovendo anche per il nido del Campasso in via Pellegrini che, a differenza di quello della Maddalena, dovrebbe riuscire ad aprire i battenti già per il prossimo anno scolastico. «Trovo molto positivo – commenta l’assessore Boero – che dopo l’apertura delle Erbe sia in via di consegna anche il nido di via Pellegrini e che, comunque, abbiamo finalmente un tempo definito per vico Rosa. Si tratta di tre strutture molto belle su cui l’amministrazione precedente aveva puntato attraverso investimenti molto oculati per creare importi presi sul territorio, in un contesto nazionale di edilizia scolastica tutt’altro che solido».
«Noi non ce l’abbiamo con il privato sociale o convenzionato – conclude Caocci – ci mancherebbe altro. Ma in un territorio come il nostro abbiamo bisogno di qualcuno che essendo istituzione rimanga aperto sempre e comunque. Se il privato parte e dopo un anno non riesce a reggersi sulle proprie gambe ci troviamo con un asilo non aperto, un’azienda fallita e un’enorme soddisfazione per chi ha sempre ostacolato il progetto».
Quindi, ben vengano anche i privati purché solidi? «Non ci interessa la polemica sterile, non abbiamo preconcetti ideologici ma naturalmente abbiamo delle preferenze. Il pubblico avrebbe avuto una garanzia assoluta, ancor di più se si fosse trattato del trasferimento di qualcosa di esistente. Lo fa il privato? Bene ma deve essere garantito e accompagnato dal Comune che non può affidare l’asilo e poi abbandonarlo sul modello “va avanti tu che mi scappa da ridere” che troppo spesso abbiamo visto alla Maddalena».
Simone D’Ambrosio