Tutti parlano di bandiere blu, i comuni in Liguria lo appuntano come fiore all’occhiello. Ma come si ottiene e quali sono i criteri da rispettare? Acque di balneazione e depurazione delle acque, certificazione ambientale e gestione dei rifiuti, turismo, spiaggia, pesca, educazione ambientale, informazione e iniziative per la sostenibilità ambientale
Ogni anno i “fortunati” comuni annunciano con orgoglio di aver avuto l’assegnazione. Quest’anno le bandiere blu in provincia di Genova sono Chiavari – Zona Gli Scogli, Moneglia, Santa Margherita Ligure – Scogliera Pagana – Punta Pedale- Zona Milite Ignoto e Lavagna. Mentre in tutta la Liguria i comuni premiati sono 23. Ma che cosa si nasconde dietro al titolo ottenuto e come si fa ad ottenerlo?
La bandiera blu è una certificazione ISO 9001 – 2008 che viene rilasciata dalla FEE Fondation for Environmental Education (Fondazione per l’Educazione Ambientale). Per ottenerla è necessario rispondere ai requisiti di un questionario e allegarvi la documentazione necessaria. Sono i comuni a presentare richiesta per le diverse zone presenti sul proprio territorio. Ma questo è possibile solo per le località le cui acque sono risultate eccellenti l’anno precedente.
Un documento di 15 pagine elenca i dettagli dei criteri e della documentazione da riportare per l’ottenimento della bandiera blu. La procedura prevede cinque fasi che vanno dal ricevimento del questionario, passando per la pre analisi dei questionari da parte della sezione italiana di FEE per permettere l’accesso alla giuria tecnica fino all’assegnazione della bandiera confermata dalla FEE internazionale. Il questionario viene modificato quasi ogni anno, al fine aiutare le amministrazioni nel percorso di ottenimento della bandiera. Si compone di 12 sezioni ciascuna con assegnazione di un punteggio, relative alla spiaggia, alla qualità delle acque, alla gestione dei rifiuti, all’educazione ambientale, al turismo alla pesca.
Inoltre, è stata introdotta una sezione dedicata allo stabilimento balneare, a quanto leggiamo sul documento, per individuare e premiare alcuni stabilimenti balneari delle località bandiera blu che si siano contraddistinti nel corso della precedente stagione. Insomma non si tratta semplicemente di acqua cristallina. Viene assegnata ad una “località ambientale” che può coincidere con l’intero comune o ad alcune zone di esso.
Oltre a valutazioni “classiche” come la qualità della spiaggia o delle acque si valutano la gestione dei rifiuti, la presenza di discariche o di termovalorizzatori e la realizzazione di un minimo di 5 attività di educazione ambientale promosse dal Comune.
La sezione dedicata al turismo, ad esempio, per l’assegnazione del punteggio si basa sul rapporto fra flusso turistico e ricettività, il comune, cioè, deve garantire la presenza di strutture adeguate e allo stesso tempo il flusso turistico non deve causare un impatto negativo sul territorio comunale.
Una volta ottenuta la bandiera resta blu per un anno, per riaverla bisogna ogni anno rifare da capo l’intera procedura e allegare le foto che documentano di aver rispettato tutti i doveri dell’averla ottenuta.
La FEE, Foundation for Environmental Education (Fondazione per l’Educazione Ambientale) fondata nel 1981, è un’organizzazione internazionale non governativa e non-profit con sede in Danimarca. La FEE Italia, costituita nel 1987, gestisce a livello nazionale i programmi: Bandiera Blu, Eco-Schools, Young Reporter for the Environment, Learning about Forests e Green Key (foto di Roberto Manzoli)
Vi sono diversi passaggi prima di arrivare al verdetto finale, in prima battuta è il personale di FEE ITALIA a ricevere i questionari dei comuni, interviene poi la giuria nazionale e infine si passa al vaglio di FEE Internazionale. Della giuria fanno parte esperti in tematiche ambientali, sia rappresentanti istituzionali o privati, in questo modo tutte le tematiche affrontate nel questionario hanno un referente di riferimento.
Sono tante le istituzioni pubbliche che vengono chiamate a partecipare con un loro rappresentante, per citarne alcune: Ministero dei beni e delle attività Culturali e del turismo, coordinamento assessorati al turismo delle regioni, Capitanerie di porto, FIN sezione salvamento, ecc…
In questa sede vengono verificate le risposte riportate e emerge una classifica. Questa viene trasmessa al coordinamento internazionale della FEE che effettua verifiche a campione sui dati ricevuti e esprime parere positivo o negativo per la bandiera blu. Per valorizzare al meglio gli esperti che compongono la Giuria, la procedura di valutazione è suddivisa in 4 gruppi di lavoro (che riuniscono le tematiche trattate nel questionario): acque di balneazione, depurazione delle acque – certificazione ambientale e gestione dei rifiuti – turismo, spiaggia, pesca – educazione ambientale, informazione e iniziative per la sostenibilità ambientale.
I singoli gruppi di lavoro assegnano un voto alle singole tematiche. Ogni tematica (ad es. spiaggia oppure acque di balneazione) ha un peso diverso, questo per tenere conto dell’impatto che ciascun tema ha sulla salvaguardia ambientale.
Scorrendo i criteri richiesti (la maggior parte rigidi e specifici) alcuni ci hanno fatto un po’ sorridere, ci pare che si tratti di buona e normale gestione delle spiagge e dell’ambiente più che di assegnazione di titoli. Ad esempio “la spiaggia deve essere pulita”, “adeguato personale di salvataggio deve essere disponibile” o ancora “equipaggiamento di primo soccorso presente” , “tutti gli edifici e le attrezzature di spiaggia devono essere mantenuti in buono stato”. Ci ha incuriosito un requisito “imperativo” (così sono definiti criteri obbligatori): “vegetazione algale o detriti naturali dovrebbero essere lasciati sulla spiaggia” che usa un condizionale nella forma. Allo stesso modo incuriosisce il criterio che richiede che “almeno” una spiaggia con bandiera blu per ogni comune debba avere accesso e servizi per i disabili.
Claudia Dani