Dopo l'approvazione del Puc avvenuta il 3 marzo, in Sala Rossa ci sono state ben 6 sedute che hanno visto la discussione di una sola delibera proposta dalla giunta e riferita al “regolamento comunale sui giardini della memoria per animali d’affezione”. Per il resto solo mozioni e interpellanze, alcune addirittura risalenti al 2013, e riguardanti nella maggior parte dei casi temi non urgenti
Ennesimo episodio di malapolitica in Consiglio comunale. Manca il numero legale sulla votazione del rendiconto di bilancio 2014 e un’altra seduta va sprecata nel nulla. Usciti dall’aula al momento del voto quasi tutti i consiglieri di opposizione, la delibera ottiene 16 voti favorevoli e 2 contrari (Balleari – Pdl, Rixi – Lega).
Nelle scorse settimane si era consumata la polemica, sollevata da alcuni esponenti del Partito Democratico, per l’inerzia della giunta, rea di non aver portato all’esame della Sala Rossa alcuna delibera sostanziosa da due mesi. Era stato addirittura minacciato un inedito “sciopero” dei consiglieri e la scorsa settimana l’assenza del PD aveva fatto saltare una riunione di maggioranza finché il sindaco non avesse fatto chiarezza sull’agenda politica della seconda parte del suo mandato.
Effettivamente dopo l’approvazione del Puc avvenuta il 3 marzo, in Sala Rossa ci sono state ben 6 sedute che hanno visto la discussione di una sola delibera proposta dalla giunta e riferita al “regolamento comunale sui giardini della memoria per animali d’affezione”. Per il resto solo mozioni e interpellanze, alcune addirittura risalenti al 2013, e riguardanti nella maggior parte dei casi temi non proprio urgenti come l’intitolazione di una via agli “Angeli del Fango” o la “promozione eventi decentrati sul territorio ed iniziative “Alla scoperta dei Talenti””.
Oggi sarebbe stata la giornata ideale per provare a ricucire i rapporti. All’ordine del giorno della seduta ordinaria del Consiglio c’era finalmente una delibera degna di tale nome seguita, in serata, da una riunione di maggioranza proprio per discutere del sempre più delicato rapporto tra giunta Doria e Consiglio comunale. Se la prima parte della giornata ha dato esito a dir poco negativo, il confronto in maggioranza sembra aver dato, almeno per il momento, gli esiti sperati. Sbolliti gli animi per la debacle odierna, il Pd ha strappato la promessa del sindaco di tornare a convocate riunioni di maggioranza tematiche nelle prossime settimane. E i temi caldi su cui discutere, a partire dal bilancio previsionale 2015, dalla privatizzazione di Amiu e dal futuro di Amt, non si fanno certo desiderare.
«Sono preoccupato – aveva commentato a caldo il segretario provinciale del PD, Alessandro Terrile, dopo l’imprevista chiusura anticipata del Consiglio comunale – perché quando ci sono i consiglieri non ci sono le delibere e quando ci sono le delibere non ci sono i consiglieri. È evidente che i due elementi debbano incontrarsi. Capisco che siamo in campagna elettorale ma gli impegni da amministratori vanno mantenuti». Terrile fa riferimento al capogruppo di Lista Doria, Enrico Pignone, assente questo pomeriggio e candidato alle regionali con Rete a Sinistra a sostegno di Luca Pastorino. Ma il segretario del PD non ha fatto molto bene i conti. Anche se Pignone (peraltro tra i più presenti in Sala Rossa) e Gibelli non fossero stati assenti, sarebbe comunque mancato ancora un voto per dare il via libera al rendiconto. Invece, sarebbe bastata la presenza dei 3 consiglieri democratici assenti al momento della votazione: Russo, Villa e Vassallo. «Non voglio certo contestare le procedure regolamentari e le decisioni del presidente del Consiglio comunale (Giorgio Guerello – PD, ndr) – prova a ribattere Terrile – ma due nostri consiglieri (Vassallo e Villa, ndr) erano a pochi passi dall’aula al momento della votazione».
Tra gli assenti al voto da segnalare anche il capogruppo di Sel, Gianpiero Pastorino (presente, invece, l’altro consigliere Chessa) e quello di FdS, Antonio Bruno, Anzalone (Gruppo Misto in odore di maggioranza), Gioia (Udc), Lauro, Grillo e Campora (Pdl). La chiusura anticipata della seduta di Consiglio comunale ha fatto saltare anche la tanto attesa discussione sul “suq” di corso Quadrio, ex via Turati. Sul tema era previsto un articolo 55, interrogazione svolta da un consigliere per ciascun gruppo, al quale avrebbe risposto il sindaco. Per convenzione, questo tipo di discussione viene svolta a inizio seduta ma il ritardo del sindaco per altri impegni istituzionali aveva fatto anticipare l’esame della delibera su cui è successo il patatrac (complici anche 33 ordini del giorno presentati da Guido Grillo – Pdl, durante i quali molti consiglieri, come di cattiva abitudine, si sono allontanati dall’aula).
Simone D’Ambrosio