Un pensionato e un professionista che acquistano lo stesso oggetto sono considerati dalla legge in due modi diversi, perchè?
Ebbene sì, sembra una domanda stupida e banale ma… vi siete mai posto il quesito? Il legislatore se lo è posto nel 2005 con il decreto legislativo num. 206 del 2005, meglio noto come Codice del Consumo. Testualmente l’art. 3 stabilisce che “consumatore o utente è la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta“. Di contro, il “professionista è la persona fisica o giuridica che agisce nell’esercizio della propria attività imprenditoriale o professionale…”
La precisazione ci pare quanto meno interessante per capire taluni meccanismi che paiono a volte incomprensibili. Se Mario Rossi, pensionato, acquista un computer presso un qualunque negozio, egli potrà dichiararsi consumatore a tutti gli effetti con i benefici di questo “status”, uno fra tutti, godere della garanzia biennale sul prodotto. Se Alberto Burrometo, libero professionista, si reca ad acquistare il medesimo computer, egli non figura quale consumatore, bensì quale professionista che acquista un bene per la propria attività presso un altro professionista (il venditore), con la conseguenza che la garanzia passa da due ad un anno.
Se fin qui sembra tutto chiaro, be’, proprio tutto chiaro non è.
Mario Rossi ed Alberto Burrometo acquistano il medesimo oggetto eppure sono visti dalla legge in modo differente; quali le ragioni? La prima sta proprio nelle definizioni che abbiamo dato all’inizio; il codice del consumo stabilisce quali siano le tutele dei consumatori e non quelle dei professionisti – imprenditori. La seconda potrebbe ravvisarsi nell’uso che del computer fanno i due soggetti: il pensionato lo usa poco ed il professionista tutti i giorni e per tante ore: usura maggiore.
Qualcuno potrebbe obiettare: ci sono pensionati che passano ore davanti al pc e professionisti che, lavorando magari fuori ufficio, lo usano molto meno. Al legislatore non importa nulla…
La terza ragione va ravvisata nell’aspetto fiscale: il professionista nell’acquistare un bene con partita iva ne trae un beneficio fiscale, il pensionato no.
L’ultima considerazione è questa: il professionista acquista il pc utilizzando la propria partita iva, ne trae giovamento fiscale e poi lo porta a casa per fare giocare i figli. Ci piacerebbe sapere in questo ultimo caso, che cosa ne pensa il legislatore…
Una cosa però va detta, nel caso della telefonia o delle utenze relative a piccole imprese che sottoscrivano contratti in tutto e per tutto simili a quelli dei privati, numerose sentenze hanno chiarito che, in quei casi, valgono i criteri adottati per i consumatori.
Alleluia.
Alberto Burrometo
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