L'Università, proprietaria degli spazi, assicura di iniziare con la messa in sicurezza in tempi brevi, per poi effettuare il passaggio in comodato d'uso gratuito al Comune. Nel frattempo, i ragazzi di Spazio Libero - da anni attivi per la riqualificazione dell'area - organizzano un ciclo di laboratori per sensibilizzare la cittadinanza
Giardini Babilonia e complesso di Santa Maria in Passione: a che punto eravamo rimasti? Qualche mese fa, nel corso di #EraOnTheRoad, eravamo andati a trovare i ragazzi del collettivo Spazio Libero (qui l’approfondimento), autogestito e composto da studenti ed ex studenti della ex Facoltà di Architettura dell’Ateneo genovese, che si sono riuniti nel 2011 in associazione spontanea e non legalmente costituita. All’epoca avevamo parlato di vari progetti legati a tutta la collina di Castello per il recupero e la rivitalizzazione degli spazi. Ci eravamo lasciati in un momento di stallo e confusione all’interno dell’apparato burocratico, tra i soggetti coinvolti: era stato approvato il Progetto Conviviale, proposto dai ragazzi di Spazio Libero, in base al quale l’Università, proprietaria dei Giardini di Babilonia, si era presa l’onere di svolgere lavori di messa in sicurezza del sito. Una volta ultimati, lo spazio sarebbe passato in gestione al Comune (in comodato d’uso gratuito), che sarebbe diventato unico soggetto preposto ad interagire con Soprintendenza, Municipio, cittadini e altre associazioni di quartiere. Tuttavia si era venuto a creare uno stallo che si protraeva da oltre un anno, in cui l’Ateneo non si stava occupando della messa a norma e i tempi si dilatavano. Proprio quando tutto sembrava fermo e confuso, un mese fa si è svolto un incontro tra tutti gli attori, ed è arrivato l’ok ai lavori.
Circa un mese fa si è tenuto un incontro che ha coinvolto Municipio Centro Est, Comune di Genova, Università e associazioni di quartiere (Spazio Libero è stato escluso in quanto non costituto come associazione vera e propria). In questo contesto, il Municipio si è fatto portavoce delle esigenze del quartiere e delle istanze dei ragazzi del collettivo, e ha fatto pressioni per sbloccare la situazione di immobilismo dell’Ateneo, caldeggiando la messa in sicurezza di quella zona strategica. Ne è emerso che i lavori per la creazione di balaustre saranno avviati al massimo tra una decina di giorni. «L’incontro si è concluso con un accordo con l’Ufficio tecnico dell’Università di Genova, che si impegnava alla messa a norma entro 40 giorni, quindi già a fine maggio si procederà con l’affidamento dei lavori a una ditta, che dovrà concluderli nel giro di 2 mesi – commenta Maurizio Galeazzo, consigliere del Municipio Centro Est – entro l’autunno sarà agibile e pronto per la consegna al Comune in comodato gratuito. Tursi, poi, interagirà direttamente con noi del Municipio, che provvederemo a consegnarlo a gruppi di cittadini e associazioni interessate alla cura del verde. In questo sicuramente c’è l’interesse di continuare un dialogo con Spazio Libero».
Si tratta del primo progetto presentato dal collettivo l’11 aprile 2013 a Università, Municipio e Soprintendenza archeologica e approvato da tutti gli attori, per il recupero dei Liberi Giardini di Babilonia (qui il pdf del progetto). Il progetto prevede, come dicevamo, prima la messa in sicurezza dell’area da parte del proprietario, l’Ateneo di Genova, poi il passaggio al Comune di Genova, che diventerà così unico responsabile e interlocutore per la zona. Da allora i ragazzi di Spazio Libero attendono pazientemente che si completi questo iter, iniziato oltre un anno fa: l’Università però è sembrata a lungo restia a portare a termine i lavori e ha per lungo bloccato tutto, vietando l’ingresso al sito anche ai ragazzi, che nel frattempo volevano lavorare, sistemare, costruire. E il paradosso sta proprio qui.
Sì, perché in realtà in questo contesto di stallo e divieto di accesso, i ragazzi hanno partecipato ad un bando emesso dall’Ateneo rivolto alle iniziative studentesche autogestite, hanno proposto una serie di laboratori per apportare migliorie sul territorio e farlo conoscere all’esterno, e lo hanno vinto. In palio c’erano 50 mila euro, e i laboratori sono stati finanziati con 3.100 euro, come richiesto da Spazio Libero.
Commentano i ragazzi: «Da anni ci scontriamo con il burocratismo strozzante e asfittico di questa amministrazione: troppi i soggetti con cui si deve interagire, troppo contrastanti le disposizioni che ci danno. Noi proviamo a dialogare con tutti, ma ci sembra che i soggetti coinvolti ci “boicottino” in qualche modo. Ad esempio, la Facoltà di Architettura non si è mossa per troppo tempo e, dall’alto del suo Castello, non è riuscita a integrarsi con la città: da un lato abbiamo avuto il divieto di accesso al luogo da parte dell’ufficio tecnico dell’Università; dall’altro, un altro ufficio sempre di UniGe ma preposto a valutare i bandi ci ha giudicato vincitori, ci ha finanziati e ci ha detto di procedere con i laboratori. Assurdo che non ci sia comunicazione interna. Ma non importa: quel che conta è che si faccia qualcosa per salvare il territorio e avere una visione d’insieme della Collina di Castello e dei suoi giardini».
È prevista la realizzazione di cinque laboratori nel periodo che va da maggio a novembre 2014: il primo, Humus, si è svolto il 5 maggio scorso ed è stata realizzata in questa occasione una compostiera di quartiere; poi Terra, per proteggere il suolo dal dilavamento, definire e contenere le pendenze, pavimentare (dal 12 al 16 maggio i ragazzi hanno lavorato per la ricostruzione della panca in mattoni e realizzazione delle pavimentazioni); prossimo appuntamento utile, Sosta (26-28 maggio), con l’allestimento di un pergolato e altre opere di arredo urbano, per rendere più accogliente il giardino. Gli ultimi due eventi, Gioco e Verde sono previsti per l’estate e l’autunno 2014, e sono ancora in fase di definizione.
Il documento completo del programma è scaricabile all’indirizzo www.inventati.org/spaziolibero ed è aperto ai contributi dei cittadini, modificabile sia nella forma che nei contenuti: «Il Progetto Conviviale è la forma di espressione che abbiamo scelto per dare un’interpretazione di questi spazi un tempo abbandonati – raccontano i ragazzi di Spazio Libero – e questi laboratori confermano il nostro intento. L’obiettivo è quello di restituire il territorio progressivamente al quartiere, disegnando quindi una nuova accessibilità alla Collina. Il metodo, quando non è puro atto spontaneo, è quello della sperimentazione politica nell’autogestione, nella responsabilizzazione e nell’interazione diretta con lo spazio pubblico».
Grazie alla collaborazione fra la piattaforma online Open Genova e il Municipio Centro Est, è stato avviato il progetto Partecip@, a cui hanno preso parte anche i ragazzi di Spazio Libero. Partecip@, come abbiamo avuto modo di raccontare su queste pagine, è un’iniziativa che consente ai cittadini di presentare progetti per la riqualificazione e sistemazione di spazi, edifici, verde pubblico che versano in cattivo stato.
Esiste una community attiva su Open Genova che coordina il progetto, e ci sono anche due tutor del Municipio I, il vice-presidente Fabio Grubesich e il consigliere Maurizio Galeazzo, che si occupano di garantire la trasparenza delle procedure e di valorizzare gli sviluppi futuri dei progetti presentati. «Ora alcune delle nostre proposte progettuali sono ospitate su Open Genova – raccontano da Spazio Libero – attendiamo la valutazione della fattibilità da parte del Municipio, e speriamo di essere finanziati. Ci sono tanti progetti presentati, non sappiamo se vinceremo noi ma ce lo auguriamo: è un’ottima iniziativa che sottende uno sforzo concreto di fare qualcosa per il quartiere, partendo dal basso e grazie a iniziative di cittadinanza partecipata».
Elettra Antognetti