Blocco sì, blocco no. Dopo l’annunciata ordinanza del sindaco di interdizione al traffico per moto e auto più vecchie e il rinvio della stessa in seguito soprattutto alle proteste dei vespisti, il Comune ribadisce la necessità di un provvedimento antismog e prepara nuove misure non troppo distanti dalle prime
Probabilmente si tratta di una delle ordinanze più controverse degli ultimi mesi: il provvedimento antismog del Comune di Genova è stato protagonista di accese discussioni, oltre che di titoli di giornali locali, nazionali e internazionali. Se ne sono occupati addirittura gli inglesi The Guardian e The Daily Telegraph. Insomma, ne è nato un vero e proprio caso che ha mandato su tutte le furie soprattutto i vespisti. Cerchiamo di ricostruire i breve la storia e fissare qualche punto che potrà esserci utile nel racconto di futuri aggiornamenti.
Il primo capitolo di questo racconto è stato scritto il 30 dicembre 2015 con la firma del sindaco di Genova, Marco Doria, sull’ordinanza che avrebbe dovuto impedire la circolazione in centro a 25 mila auto immatricolate prima del 1997 e a 20 mila moto con motori Euro 0 ed Euro 1, Vespe comprese, a partire da febbraio (qui il testo completo dell’ordinanza). Apriti cielo! Ne è nata una protesta tale da far finire il capoluogo ligure, appunto, sulle pagine di decine di giornali. Appena passato capodanno, il 3 gennaio, i vespisti hanno annunciato una forte manifestazione di dissenso: pugno duro contro il Comune che a sua volta lo aveva usato per stilare l’ordinanza della discordia.
Genova non è messa male come Milano o Roma ma l’assessore all’ambiente Italo Porcile si è detto deciso a percorrere una strada radicale per evitare di pagare dopo ciò che grandi città devono affrontare adesso e con somma urgenza. Inevitabile, dunque, lo stop alla circolazione di tutti i ciclomotori e i motocicli con motore termico a due tempi, immatricolati prima del 17 giugno 1999, con omologazione precedente ad Euro 1, dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19, in quella che viene indicata come “zona benzene” (centro città, centro di Sampierdarena e bassa Valbisagno ma traffico libera sulla sopraelevata). Stesso divieto previsto anche per le auto Euro 1, quelle immatricolate prima del primo gennaio 1997, e per i veicoli commerciali Euro 0.
C’è chi ha gridato allo scandalo e ha accusato l’amministrazione cittadina di aver usato i vespisti come capro espiatorio per mantenere buoni rapporti con porto e aziende, che hanno fonti emissive più impattanti. Poi il colpo di freno: il provvedimento è stato rinviato ad aprile. Ma Tursi non intende fare alcun passo indietro, come ribadisce l’assessore all’Ambiente, Italo Porcile: «Si tratta di apportare alcune modifiche all’ordinanza anche se in misura minima. In queste settimana stiamo procedendo a una serie di audizioni in Commissione di enti, associazioni e categorie interessate per valutare i punti da smussare. Probabilmente gli orari di divieto alla circolazione saranno alleggeriti di mezz’ora al mattino e alla sera per le due ruote mentre per le auto pensiamo di introdurre nuove fasce orarie. Ma le ore di punta resteranno interdette». Insomma, il primo round l’hanno vinto i vespisti ma la partita è tutt’altro che conclusa.
È di pochi giorni fa l’incontro tra l’assessore Porcile e il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, riunione in cui si è ribadita la situazione critica dei grandi centri urbani italiani legata a traffico e qualità dell’aria e in cui è emersa anche la possibilità di attingere a risorse economiche messe a disposizione da Roma a partire da marzo per ridurre la cappa di smog che sovrasta lo Stivale.
E, poi, c’è la parte politica: lo stesso Partito Democratico di cui Porcile fa parte ha espresso non pochi dubbi sull’ordinanza. Ma l’assessore non sembra esserne particolarmente scalfito: «Capisco che quando si vanno a toccare le abitudini dei cittadini nasca una rivolta. In questo caso c’è anche il fattore culturale, dato che Genova ha dato i natali alla Vespa. Quello che voglio dire ai vespisti è che non dovranno buttare via il loro mezzo, ma dovranno farne un uso più consapevole».
Insomma, sulla qualità dell’aria c’è molto da lavorare ma questo non impedirà il blocco che scatterà dal 4 aprile, quando sarà terminato il valzer di audizioni e commissioni. L’assessore Porcile l’aveva detto: «Non sarà un rinvio sine die». Appunto.
Michela Serra