L’assessore alla sanità Sonia Viale ha assicurato che il reparto resterà al Micone. Confermato, invece, il trasferimento di Neurologia a Villa Scassi. Continua il ridimensionamento delle strutture mediche del ponente e della Val Polcevera
Il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Padre Antero Micone è salvo. L’ospedale di Sestri Ponente, però, come già annunciato perderà Neurologia, che sarà assorbita da Villa Scassi, sempre più il riferimento medico di tutta la Val Polcevera. Ad assicurarlo è l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale, in risposta ad una interpellanza portata in aula da Alice Salvatore, del M5S: «Il polo ospedaliero di Sampierdarena è dotato di un reparto di rianimazione – ha sottolineato l’assessore – ed è quindi più idoneo per interventi come quelli a seguito di ictus, ma reparto di otorinolaringoiatria resterà nel polo di Sestri Ponente e solo alcuni interventi più complessi per pazienti oncologici potranno essere effettuati a Villa Scassi».
Il riassetto del sistema ospedaliero, voluto dalla giunta Burlando nel 2012, continua, quindi a far discutere: la riduzione dei costi di gestione è diventata un’esigenza sempre più pressante, che ha portato a definire tutta una serie di accorpamenti tra le strutture esistenti, svuotando gli ospedali considerati più periferici. Il Micone è uno di questi, e negli ultimi anni ha visto notevolmente ridimensionata la sua “offerta” sanitaria. Sorte simile è toccata all’ospedale Gallino di Pontedecimo: Villa Scassi è sempre più il fulcro sanitario di questa metà città che è la Val Polcevera.
Da qualche anno, però, si parla di un nuovo ospedale di Ponente, voluto dalla stessa Regione Liguria: la “pratica”, però, è ferma perché non si riesce a trovare l’accordo politico sulla localizzazione del futuro plesso sanitario, e soprattutto perché, con l’operazione “Nuovo Galliera” i soldi a disposizione, oggi, non sono molti. All’attacco il Movimento 5 Stelle che chiede chiarezza sulle intenzioni della giunta Toti, soprattutto per quanto riguarda le strutture del ponente genovese «visto il loro progressivo ridimensionamento, a fronte di una maggiore emergenza sanitaria registrata nella zona più popolosa di Genova», come ha detto la consigliera regionale Alice Salvatore, durante l’interpellanza con la quale chiedeva anche il motivo per cui la Regione «non realizzi il tanto atteso ospedale di Ponente».
Critica anche Rete a Sinistra: «È assolutamente necessario che l’ospedale di Sestri Ponente resti operativo, perché si tratta di un presidio sanitario indispensabile per salvaguardare la salute dei cittadini del medio ponente genovese – ha dichiarato Gianni Pastorino – purtroppo le persone hanno già pagato un sistema che chiude ospedali senza trovare soluzioni alternative ai bisogni del territorio. Le strutture si possono trasformare e razionalizzare, ma devono essere in grado di rispondere alla misurazione delle necessità di chi abita in una determinata zona». Rete a Sinistra che propone una nuova tipologia di coordinamento tra le strutture, prevedendo sì l’accorpamento dei reparti per le terapie intensive per le quali sono necessarie strumentazioni specifiche, ma garantendo assistenza di primo soccorso sanitario 24h, e una buona quota ambulatoriale anche per le visite ordinarie e per reparti specifici come ortopedia, per poter avvicinare l’assistenza alle persone. Secondo i dati di accesso alla struttura di ospedaliera di Sestri Ponente, infatti, il numero di prestazioni di Primo Intervento erogate è in crescita costante negli ultimi anni: dai 17 mila del 2014 ai 20 mila previsti per il 2016.
Un problema, quello dell’assistenza sanitaria e ospedaliera, che non deve essere sottovalutato: la razionalizzazione del sistema non può solo passare attraverso un calcolo ragionieristico dei costi e dei risparmi, ma deve comprendere anche le reali esigenze della cittadinanza. Dover attraversare la città, peraltro con un servizio di trasporto pubblico sempre più in affanno, anche solo per una visita, non è salutare.
Nicola Giordanella