Dubbi sull'effettiva utilità dei lavori sul ponte di via Ferri ai fini della prevenzione del rischio idraulico; a destare maggiore preoccupazione sono il tratto di torrente che sale verso Borzoli e gli affluenti, in particolare il rio Figoi che nell'ottobre 2010 causò pesanti devastazioni
A breve partiranno i lavori per la realizzazione del nuovo ponte di via Ferri e la messa in sicurezza – parziale – del rio Fegino, in Val Polcevera, uno dei corsi d’acqua nostrani che desta maggiore preoccupazione perché, più di una volta (l’ultima nell’ottobre 2010), ha causato disagi e danni a persone e cose. Ma gli interventi previsti fanno già discutere gli abitanti di quello che un tempo era un borgo di campagna, ospitante decine di botteghe artigiane circondate da vasti appezzamenti di terreno coltivati, progressivamente trasformatosi – con l’avvento dell’industrializzazione – nell’ennesimo quartiere periferico soffocato da innumerevoli servitù.
La gara da 1 milione e 366 mila euro si è conclusa ai primi di maggio e l’appalto se l’è aggiudicato l’impresa edile Edil due s.r.l. di Sestri Ponente “…con un’offerta al ribasso del 37% – scrive “Il Secolo XIX” (09/05/2013) – assicurando di riuscire ad eseguire le opere richieste utilizzando 926 mila euro complessivi”. Stiamo parlando dell’adeguamento idraulico del ponte di via Ferri sul rio Fegino e del primo tratto di rio a monte del ponte stesso.
Dagli uffici comunali spiegano che a valle si è già intervenuti in due fasi, l’ultima circa 2 anni fa: dal ponte di via Ferri in direzione della confluenza del rivo nel torrente Polcevera. «Solitamente si parte dalla foce per poi risalire il corso d’acqua – aggiunge Sergio Abbondanza, segretario dell’assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello – Adesso dobbiamo adeguare il ponte per permettere di alzarlo e raddoppiare le carreggiate. Inoltre, abbasseremo l’alveo del rio a partire dal ponte di via Ferri in direzione monte fino all’altezza del traliccio dell’Enel (poco prima del ponte ferroviario di via Borzoli)».
In pratica la vecchia struttura sarà demolita e ricostruita a fianco, in versione più alta e più larga. «Garantiremo il mantenimento del doppio senso di marcia – assicura il segretario dell’assessore ai Lavori Pubblici – realizzando prima il nuovo ponte dove sarà spostato il traffico veicolare. Dopodiché abbatteremo il vecchio».
Il progetto contempla ben 2 anni di lavori – con i conseguenti disagi per la viabilità – ma pare che la ditta vincitrice della gara si sia impegnata a garantire tempi più ristretti che lo stesso assessorato ai Lavori Pubblici ritiene «Impossibili da rispettare».
I principali affluenti del torrente che attraversa Fegino sono il rio Figoi, che scende dal versante montuoso di Borzoli e due rivi minori: il Galano ed il Bordello che declinano dalla costiera di Fegino per poi ricongiungersi a valle di Salita Pianego e confluire nel rio Fegino nei pressi dei Giardini Montecucco.
La presenza di tre antiche dighe – una lato Borzoli, sopra quello che fino ad una cinquantina di anni fa era il Lago Figoi (dove oggi si trova l’impianto sportivo comunale) e due sul versante di Fegino, lungo il rio Galano – garantiva il regolare deflusso delle acque.
La zona tra Borzoli e Fegino ha sempre fatto i conti con i numerosi ruscelli che corrono sia in superficie che nel sottosuolo. Una costante dell’intera Val Polcevera. Il buon senso di una volta ha partorito soluzioni lungimiranti, quali il sistema di dighe che, storicamente, ha svolto egregiamente il proprio ruolo. Oggi, però, tali strutture sono circondate da foltissima vegetazione spontanea e necessitano di adeguata manutenzione. Le fotografie documentano, in maniera inequivocabile, come il tutto sia pressoché abbandonato a se stesso, in attesa di periodi più floridi.
«A monte non siamo più intervenuti – conferma l’assessorato ai Lavori Pubblici di Palazzo Tursi – Ad eccezione di un intervento di somma urgenza dopo l’alluvione del 4 ottobre 2010». Lavori per lo sgombero del trasporto vegetale dagli invasi delle dighe Galano e Figoi: circa 22 mila euro per una pulizia sommaria realizzata in una decina di giorni. Poi più nulla.
Tornando al rio Fegino, la popolazione non sembra convinta della bontà delle prossime operazioni. «Così non risolveranno un bel niente!– accusa Franco Traverso, residente e portavoce del Comitato per la riqualificazione di Fegino – La messa in sicurezza riguarderà solo la prima parte del torrente su via Borzoli, pressappoco fino all’altezza dell’impresa Alpitel. Il tratto più importante, quello che occorre sistemare con urgenza, non sarà toccato».
In merito all’allargamento del ponte, secondo gli abitanti, esso è utile soprattutto per migliorare la viabilità dei mezzi pesanti. Sono note, infatti, le difficoltà di circolazione dei camion che quotidianamente transitano per via Ferri e via Borzoli.
Ai fini della protezione dal rischio idraulico «Abbiamo chiesto di ripristinare la ringhiera di protezione sull’argine del torrente, ma non sappiamo se saremo ascoltati», sottolinea Traverso.
A destare preoccupazione, in particolare nei commercianti, sono anche le inevitabili ripercussioni sul traffico veicolare, durante l’esecuzione dei lavori. «Il Comune sta ragionando su quest’aspetto? – si domanda Maurizio Braga del Comitato spontaneo per Borzoli e Fegino, proprietario di un forno in Salita al Lago – Prima di dare il via agli interventi almeno dovrebbero confrontarsi con noi».
Risalendo il rio Fegino in direzione Borzoli, la situazione, già a vista d’occhio, appare pericolosa. Una foltissima vegetazione riveste il letto del torrente e deborda addirittura dagli argini. In poche centinaia di metri sono presenti 3-4 passerelle che, in caso di piena, rischiano di trasformarsi in dighe artificiali. In particolare una di queste, un vero e proprio ponte con un franco idraulico di neppure mezzo metro, situato dinanzi alla ditta Euro Blinda. «È una struttura palesemente abusiva che va immediatamente eliminata – spiega Franco Traverso – Noi lo abbiamo segnalato agli uffici competenti ma finora nessuno è intervenuto».
Salendo ancora, nei pressi dei Giardini Montecucco e Salita al Lago – alla confluenza degli affluenti nel rio Fegino – il quadro non migliora. Soprattutto il rio Figoi, capace di causare pesanti devastazioni nell’ottobre 2010, necessita di una messa in sicurezza. O perlomeno di una costante pulizia.
«Il corso d’acqua non è curato, in particolare a monte – spiega Braga – in caso di forti piogge scendono massi, arbusti e tronchi d’albero. È qui che dovrebbero intervenire, piuttosto che a valle. Sono anni che non si esegue alcuna manutenzione, neppure sui 2 rivi che scendono dalla costiera di Fegino, il Galano e il Bordello».
In cima a Salita al Lago, a fianco della “creuza” di via Burlo, costruzioni lasciate a metà sono l’impronta del tentativo di cementificazione a due passi dal rivo. I lavori, fortunatamente, sono stati bloccati. Ora rimane lo scempio di edifici abbandonati a se stessi, forse nella speranza di una futura approvazione dell’intervento.
«Il cantiere è stato sequestrato e da oltre 1 anno è abbandonato», sottolinea Maurizio Braga. Non c’è un cartello e nessun controllo sull’area, recintata ma facilmente accessibile da chiunque. È evidente il tentativo di speculazione edilizia per realizzare nuove residenze, in pratica con le fondamenta sull’acqua, dove anni orsono sorgeva un antica casa di pietra dotata di mulino.
Chi sperava in un secondo lotto di lavori – perlomeno sulla parte a monte del rio Fegino – rimarrà deluso. «Ad oggi sono esclusi altri lavori – risponde Sergio Abbondanza, segretario dell’assessore ai Lavori Pubblici – Purtroppo non ci sono risorse sufficienti. Dobbiamo spiegarlo ai cittadini. I no, magari se motivati, possono anche essere accettati dalla popolazione». Confermando così l’intenzione del Comune di organizzare un momento informativo con i cittadini.
Il refrain è sempre lo stesso: i soldi sono quelli che sono. Ovvero sempre meno.
«Venerdì scorso si è svolto un incontro con il Municipio Ponente – racconta Abbondanza – A Sestri Ponente si sta formando un gruppo di volontari che hanno manifestato la volontà di occuparsi della manutenzione di alcuni rivi minori della zona. Stiamo cercando di capire come coordinarci per fare sistema – conclude il segretario dell’assessore Gianni Crivello – Questa potrebbe essere una soluzione anche per i quartieri di Fegino e Borzoli. L’unico modo per affrontare e risolvere i problemi del territorio, passa da una stretta collaborazione tra istituzioni e cittadini».
Matteo Quadrone
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