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Scaricare video e musica non è reato: incontro con l’avv. Elena Bassoli

Il download non è un reato, purché non si scarichi files per scopo di lucro, ma solo per fruizione personale. E si può affermare ciò sulla base della lettera della legge 633/1941 sul diritto d’autore


1 Febbraio 2012Interviste

È recente la notizia della chiusura da parte dell’FBI di Megaupload (Megavideo), un evento che ha spiazzato il popolo del web e che ha nuovamente gettato ombre sulla legge per il diritto d’autore per quanto riguarda i files multimediali condivisi in rete. In quell’occasione ci eravamo promessi di tornare sull’argomento per approfondire con un esperto quella che è l’attuale legislazione in materia. Abbiamo contattato l’avvocato Elena Bassoli, specializzata in diritto dell’informatica e nuove tecnologie, docente presso l’Università di Genova, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università Statale di Milano e presso il Ministero dell’Interno e il Ministero di Giustizia in Computer Crimes e Privacy. Partendo dall’abc, proviamo a capire meglio le leggi attualmente in vigore.

Condividere e scaricare musica e video in rete è illegale? Partendo da questo presupposto sarebbero da considerarsi illegali miliardi di video su youtube (tranne quelli pubblicati dalle etichette discografiche) e di conseguenza si compierebbe reato anche postando uno di questi video su facebook ai propri “amici”?

In realtà diverse sentenze della Cassazione hanno decretato che quando l’utilizzo di file multimediali in rete sia per uso personale, non costituisce reato. E ciò sulla base della lettera della legge 633/1941 sul diritto d’autore che a seguito di diverse modifiche succedutesi nel corso degli ultimi anni l’hanno resa la norma cardine in materia di diritti su opere multimediali.
È vero che le recenti vicende della chiusura, ad opera dell’FBI, di Megaupload (Megavideo) da cui era possibile vedere film sul proprio divano di casa, hanno inficiato questa visione, ma occorre considerare che ciò è avvenuto sulla base della legislazione americana, e non europea, con problemi di giurisdizione ancora non del tutto risolti.

In definitiva, per ora, in Italia, non è reato scaricare da Internet musica, film o programmi tutelati dal diritto d’autore. Purché non venga fatto «per scopo di lucro», cioè le opere non siano destinate alla rivendita, ma solo per fruizione personale. È anche vero tuttavia che sempre la Corte di Cassazione ha stabilito che è illegale diffondere online link per vedere partite di calcio trasmesse da Sky anche se su emittenti straniere che hanno pagato i diritti alla stessa società televisiva e hanno, poi, anche senza volerlo, resa disponibili la diretta di tali incontri di calcio sul web. Il discorso di Facebook si pone un po’ a metà strada, perché lo scopo sarebbe di mera condivisione per scopo personale. Basti pensare che in Svizzera si è notato che la condivisione di link favorisce e incrementa la vendita di dischi (e non solo in Svizzera).

Esistono programmi in rete facilmente scaricabili con cui è possibile estrarre la traccia mp3 dai video youtube. Sono programmi illegali? Se io estraggo la traccia mp3 dal video pubblicato su youtube dall’etichetta discografica (che quindi ha il diritto di farlo), ma poi questa traccia non la condivido limitandomi ad ascoltarla privatamente sono punibile dalla legge?

Teoricamente, sulla base della sentenza della Suprema Corte sopra richiamata, no. È un po’ come quando trent’anni fa si registravano su nastro magnetico le canzoni dalla radio, per poi riascoltarsele sul walkman.

La maggior parte delle persone che caricano e scaricano contenuti multimediali sul web ignorano i contenuti della legge… Ad oggi quali sono stati i provvedimenti messi in atto dallo Stato italiano per regolamentare la condivisione sul web di files coperti dal diritto d’autore?

Sicuramente la sottoscrizione di l’ACTA da parte dell’Italia (come già fatto da molit Paesi europei per compiacere le major americane) non mi sembra personalmente una via percorribile senza rischiare di mettere in crisi lo stesso spirito di condivisione connaturato a Internet.

In conclusione, quali sono secondo lei i principali vuoti legislativi in materia sui quali sarebbe urgente intervenire?

A mio avviso la rete non andrebbe regolamentata perché è un immenso oceano di informazioni ai quali chiunque dovrebbe avere il diritto di attingere, per la libera circolazione e fruizione di idee e cultura. Ma il diritto d’autore esiste, comunque e va rispettato quando via sia uno scopo di lucro. È tuttavia molto pericoloso prevedere disposizioni normative che prevedano, in nome della tutela degli interessi delle major discografiche e cinematografiche (soprattutto d’oltreoceano), la possibilità di oscurare (o censurare) interi siti web o portali, come avvenuto per Megavideo, ove assieme al materiale che violava diritto d’autore sono stati cancellati anche dati del tutto legittimi inseriti da utenti che utilizzavano la piattaforma con funzione di data recovery.

 

Gabriele Serpe


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