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Carlo Verdone a Genova: “La commedia fine a sé stessa è inutile”

Il regista romano si racconta ai microfoni di Era Superba in occasione del Festival dell'Eccellenza Femminile di Genova


21 Novembre 2011Interviste

Carlo VerdoneGiovedì 17 novembre Carlo Verdone è a Genova, in occasione del Festival dell’eccellenza femminile, per incontrare il pubblico e parlare del ruolo che hanno avuto le donne nella sua vita e nei suoi film. Lo aspettiamo fuori dal cinema dove è previsto l’incontro (Sala Sivori); arriva stringendosi nel cappotto e invita tutti a entrare, con un sorriso, per sfuggire al refolo d’aria gelida che sale dai vicoli attraverso Salita S.Caterina.

Prima di entrare in sala si ferma a rispondere alle nostre domande, e si comincia proprio con il parlare della nostra città: “In Viaggio con papà passai una giornata intera a Genova con Alberto Sordi, visitammo posti magnifici, io non la conoscevo, era la prima volta, e Sordi rallentava molto perché si fermava sempre per mangiare: per il pranzo due ore, nel pomeriggio una pasticceria, alla fine fu più che altro una permanenza culinaria e poi la sera si partì! Poi sono tornato a Genova molte altre volte, anche per promozioni di film, e come città mi piace moltissimo. Venendo qua sono passato per piazze e scorci molto belli, è una città di luci e ombre davvero suggestiva. Non sarebbe male ambientarci un film, me lo auguro vivamente, dovrei scrivere qualcosa però pensato proprio per Genova.”

Che ruolo avrà la donna nel tuo prossimo film? “ In questa pellicola il punto di vista principale è quello dei maschi, perché la storia ruota intorno alla figura dei padri poveri, quei padri divorziati che tra i problemi con la famiglia e le spese per il sostentamento dei figli non arrivano a fine mese. L’unico personaggio femminile è quello di Micaela Ramazzotti, con un ruolo assolutamente positivo perché aiuterà il mio personaggio a risolvere un problema con sua figlia. Mentre i personaggi dei ragazzi risultano essere molto più maturi dei loro genitori”.

Parlando di cinema contemporaneo invece: “Si sente molto la mancanza di attrici come Monica Vitti. Senza nulla togliere alle ottime attrici che abbiamo adesso, lei aveva una presenza scenica a trecentosessanta gradi sia nel registro comico sia in quello drammatico. Ma sono anche cambiati i tempi. Oggi escono molte commedie carine ma che volano troppo basso, manca la critica di costume e la commedia fine a se stessa, come puro intrattenimento, non serve a nessuno. Tra i giovani abbiamo attori bravi e registi bravi, vorremmo avere qualche sceneggiatore bravo in più, ce ne sono troppo pochi, e anche qualche scrittore in più. I nostri padri negli anni cinquanta e sessanta lavoravano con Zavattini, Flaiano, Bassani, Pasolini, Moravia… ovunque ti voltassi trovavi un grande della letteratura. Oggi ci sono, ma sono pochi, ci vorrebbe qualcuno in più che ispirasse il cinema”.

In questo periodo storico, quale ruolo secondo te potrebbe o dovrebbe avere la cultura? “Purtroppo la cultura in questo momento non ha alcun ruolo, perché le hanno tagliato troppe cose, è stata considerata un optional dalla politica e abbiamo assistito alla chiusura di sale, teatri, librerie… al loro posto arriveranno pizzerie e negozi d’abbigliamento, ma che fine fa il libro? O anche il cd? Oggi la cultura è sempre più un qualcosa di virtuale, andremo avanti solo a files… la vedo male. Bisognerebbe che la politica si rendesse conto che la cultura è un investimento ed è anche turismo, noi abbiamo bellezze che nessuno ha -più viaggio e più ne sono consapevole- ma non vengono esaltate, questo è un grave problema. Se non si agevola e non si sostiene la cultura, muore l’innovazione e muore soprattutto il ricambio generazionale, e questa è la cosa peggiore che possa succedere a un paese”.

In sala si alternano momenti seri e momenti di pura comicità in cui Verdone regala al pubblico, col tocco esperto dell’attore di lunga data, esilaranti aneddoti sulla sua esperienza cinematografica. Eccolo quindi passare dal racconto della sua infanzia, cresciuto circondato dalle donne di famiglia: “La mia sensibilità verso la figura femminile deriva senz’altro da questo, la donna è tante cose insieme e questo la rende più interessante dell’uomo, che è più rigido” al come sceglie le partner per le sue pellicole: “Quando penso a un ruolo per un mio film, visualizzo subito il volto dell’attrice, e scrivo su di lei. La incontro, e cerco di conoscerla il meglio possibile, perché è osservandola nella quotidianità che ne capisco l’anima e posso adattare il personaggio alle caratteristiche che vedo, sfruttando i punti di forza dell’attrice, e poi indirizzare lei sul binario giusto per l’interpretazione”, al racconto di come conobbe e scelse per il ruolo di nonna in due suoi film l’impareggiabile Sora Lella (Elena Fabrizi, sorella del grande Aldo), avvicinandola in un bar mentre sorseggiava un aperitivo: “Voi siete la Sora Lella?”, “Sì, e voi chi siete?”, “Carlo Verdone”, “Carlo Verdone? L’attore? Me cojoni!”.

Claudia Baghino


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