Sostituito il regolamento che norma la gestione e la concessione degli impianti sportivi di proprietà del Comune di Genova. Tra le novità la maggior durata dei contratti, l’introduzione di un canone slegato dal mercato ma scelto dalla giunta, la possibilità di avviare attività economiche all’interno delle strutture e qualche controllo in più da parte dell’ente pubblico.
Approvato in Consiglio comunale il nuovo “Regolamento per l’affidamento della gestione e della concessione di impianti sportivi di proprietà del Comune di Genova”, un testo che andrà a sostituire integralmente il dispositivo attualmente in vigore, approvato nel 2010. Alla base di questo operazione, la necessità di avere un nuovo testo adattato al mutato contesto economico che impone una maggior flessibilità, ma non solo: nel regolamento sono presenti importanti novità che potenzialmente potranno “aiutare” a far sopravvivere le società concessionarie, permettendo agli impianti di restare aperti. Saltano alcuni paletti che determinavano regole fisse per i canoni, e mentre vengono aumentati, anche se di pochissimo, i controlli e le verifiche da parte dell’ente pubblico.
Nel nuovo regolamento i termini massimi della concessione vengono innalzati di dieci anni, passando da dieci a vent’anni. Il concessionario, inoltre, se presentasse la necessità di maggior tempo per ammortizzare eventuali costi sostenuti per migliorie dell’impianto stesso o di gestione, potrà richiedere un prolungamento della concessione congrua, ma in ogni caso che non faccia superare il totale di 30 anni. Cade invece il vincolo che legava il canone al mercato: fino ad oggi la scelta del canone base era stabilita dagli uffici tecnici, in base alle quotazioni di mercato; con il nuovo regolamento, il canone base sarà sempre scelto dagli uffici tecnici del Comune, ma potrà essere “suggerito” dalla giunta, in base alla rilevanza dell’impianto e al suo utilizzo sociale. In altre parole, il prezzo sarà oggetto di scelta politica, in base alle contingenze o ad eventuali equilibri di contesto: un dettaglio che lascia qualche dubbio, visto che, certamente potrebbe aiutare a snellire le procedure e permettere agevolazioni ove necessarie per non “abbandonare” strutture e impianti, ma anche può prestare il fianco a eventuali favoritismi o preferenze politiche.
Nel nuovo regolamento è prevista la possibilità di affiancare all’attività sportiva, esercizi commerciali, come bar o vendita di accessori sportivi (fatta esclusione per articoli connessi al gioco di azzardo, come inserito attraverso un emendamento presentato in aula dalla consigliera di Lista Doria Clizia Nicolella); la ragione di questa novità è quella di dare una chance in più per il sostentamento delle attività in essere, permettendo una offerta di servizi più ampia. Per gli stessi motivi è stata variata la quota massima di spazi pubblicitari utilizzabili dal comune stesso: se nel vecchio regolamento l’ente pubblico poteva utilizzare fino al 100% dei suddetti spazi, con il nuovo regolamento è fissato un tetto massimo del 70%. Anche in questo caso, quindi, il concessionario avrà qualche possibilità in più di ammortizzare la gestione e fare cassa, a discapito dell’ente pubblico.
I contratti di concessione, come previsto dal regolamento comunale, avranno dei vincoli a carico del concessionario soprattutto riguardo la manutenzione degli impianti e eventuali adeguamenti strutturali inseriti in fase di contrattualizzazione: nel vecchio regolamento il controllo da parte di Comune di Genova era calendarizzato dopo il terzo, quinto e ottavo anno, mentre con il nuovo testo i controlli saranno fissati almeno ogni due anni, mentre ogni anno dovrà essere predisposta una relazione sullo stato delle strutture, in base ai dati forniti dai concessionari stessi. Sicuramente si poteva fare di più. Anche in questo nuovo dispositivo è prevista la decadenza della concessione dovuta a morosità: il problema è che oggi non è definito il termine, mentre in precedenza bastavano sforare più di tre mensilità; una indeterminatezza che potrebbe generare qualche problema in futuro.
Un punto che ha fatto particolarmente discutere in Sala Rossa è la norma transitoria che fa rientrare le concessioni oggi in essere nei nuovi termini temporali: il consigliere De Pietro, M5S, ha provato a modificare la norma, introducendo la valutazione del rispetto dei termini dei contratti di concessione ad oggi in essere. L’emendamento, però, non è stato approvato dall’aula. In questo modo praticamente tutte le concessioni ad oggi in vigore, potranno chiedere la proroga, senza dover ridiscutere il contratto, fino al tetto massimo di concessione dei 30 anni. Una altro punto portato avanti dal gruppo consiliare pentastellato è stato quello di escludere dalle concessioni aree ad uso pubblico esterne agli impianti, come successo a Villa Gentile: l’emendamento, però, dopo aver ricevuto il parere negativo della giunta, è stato respinto.
Il nuovo regolamento, redatto grazie alla Consulta dello Sport, è senza dubbio più moderno e maggiormente partecipato da municipi e Consiglio comunale. Le società che andranno a gestire avranno delle facilitazioni evidenti: come maggior tempo a disposizione e manutenzioni straordinarie divenute necessarie in corso di concessione a carico del Comune di Genova. Restano alcuni dubbi, come la definizione del canone demandata alle scelte della giunta di turno, e la retroattività di questo nuovo testo, che non premia chi in questi anni ha rispettato i contratti, “scudando” in qualche modo anche chi ha sgarrato o chi è in ritardo. I controlli, inoltre, potevano essere sicuramente aumentati e resi più certi e vincolanti, per evitare le brutture del passato, rimanendo a carico di un ufficio non specifico e troppo saltuari. Con questo nuovo testo Comune di Genova cerca di rilanciare le attività sportive della città, cosa di cui c’è certamente bisogno: lo sport è un grande elemento formativo, che può veicolare tanti valori importanti per la collettività come tenacia, gioco di squadra, fair play; e rispetto delle regole.
Nicola Giordanella