A partire dall'autunno, il Comune di Genova aderisce al progetto triennale per la rigenerazione degli spazi urbani promosso dall'associazione GAI – Giovani Artisti Italiani: sì alla trasformazione di 5 locali del centro storico in spazi per attività creative
Qualche giorno fa la Giunta comunale ha approvato una delibera relativa al progetto di rigenerazione degli spazi urbani del centro storico, da assegnare ad associazioni ed enti che si occupano di attività creative. È previsto il restyling di 5 locali del centro storico, al piano strada di altrettanti edifici, i quali saranno prima dotati delle attrezzature necessarie, poi assegnati in gestione ad “associazioni, imprese, professionisti che si occupano di attività creative”.
La proposta è stata avanzata da “GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani”, unione di 40 soggetti – fra capoluoghi, Province e Regioni italiane -, a sostegno della creatività giovanile. L’idea verrà realizzata in 17 città, allo scopo di mettere in relazione proposte culturali di imprese e associazioni di giovani con programmi di riuso di immobili da parte di proprietari pubblici e privati. Anche Genova farà parte delle città coinvolte: questa formula è stata ben accolta dall’assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Genova, Carla Sibilla, di concerto con l’Assessore allo Sviluppo Economico, Francesco Oddone, ed è stata presentata come una felice congiuntura tra mondo culturale e aspetto finanziario.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Si tratta di un progetto di durata triennale, che partirà nell’autunno 2014 e riguarda, appunto, il recupero di 5 locali del centro, la dotazione di attrezzature e l’assegnazione a soggetti che si occupano di industrie creative. Le formule di gestione saranno quelle del co-working e fablab, e prevedono dunque la creazione di contesti lavorativi in cui le varie personalità possano condividere competenze per realizzare progetti comuni (qui l’incontro con Talent Garden, progetto di coworking agli Erzelli).
Per quanto riguarda la strumentazione messa a disposizione, in ogni spazio saranno allestite postazioni con spazio comune, wi-fi, stampanti anche 3D. Sarà presente un’attività di tutoring che agevoli e coordini lo sviluppo di progettazioni individuali ed integrate, comunicazione, aspetti giuridici e gestionali, costruzione di reti. Non mancheranno nemmeno seminari formativi brevi su argomenti trasversali legati a gestione, progettazione, fund raising, tecnologie, e gli spazi funzioneranno come “aggregatori” per il confronto di idee e “acceleratori” della progettazione.
Le aree da recuperare saranno individuate nei quartieri di Pré e Maddalena (113 ettari), dove sorgeranno nuovi centri culturali, incubatori e spazi commerciali. Gli interventi di rivitalizzazione saranno sviluppati in coerenza con le attività del Patto per lo Sviluppo della Maddalena, con l’obiettivo di potenziare i processi di riqualificazione in atto e migliorare la vivibilità dell’area. Gli spazi in questione saranno gestiti secondo una formula mista tra pubblico e privato: bandi o chiamate permetteranno l’ingresso di privati nel progetto, ma si cercherà il dialogo con soggetti pubblici, dal momento che il progetto nasce come emanazione dell’Assessorato alla Cultura e allo Sviluppo Economico. L’amministrazione, infatti, vuole agire da “facilitatore” e favorire il consolidarsi di questa nuova modalità di fare cultura.
Il progetto si inserisce nelle linee strategiche dell’amministrazione comunale (qui l’approfondimento), che punta sulle industrie creative (qui l’approfondimento) come vettore di sviluppo economico e sociale. Un dibatto che si era aperto già con l’adesione a livello europeo a Creative Cities, nel 2010. Successivamente, l’endorsement politico nel programma del candidato sindaco Doria e l’inserimento del concetto di industrie creative nel PUC; poi, i primi risultati e gli investimenti nel settore audiovisivo e tecnologico, con la partecipazione al progetto europeo Medi@tic.
Oggi parrebbe che a Genova sia stata recepita la tendenza, già europea e sempre più anche italiana, ad investire nei settori della cultura e delle professioni creative: questo sembra favorire lo sviluppo sociale ed economico, con considerevoli ricadute positive in molteplici settori, dall’economia al turismo, al rilancio economico del centro storico.
Così si legge nel testo della delibera: “L’industria creativa e culturale italiana, ed in particolare quella genovese, è composta soprattutto da aziende piccole e micro imprese, fortemente specializzate, ma che difficilmente riescono ad essere competitive sul mercato internazionale. Sulla base dei dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Genova, a fine 2011 le imprese creative presenti sul territorio cittadino superavano le 2700 unità, a cui si aggiungevano quasi 1700 imprese di attività connesse e che pertanto la creatività è presente nel panorama cittadino con quasi 4500 attività operative. Dal 2007 al 2011 il numero di Industrie Creative genovesi è aumentato di circa il 22%; nel 2010 Genova ha preso parte a Creative Cities. La cultura è una delle leve fondamentali del turismo per la città: i vantaggi degli investimenti in ‘cultura’ si ripercuotono sull’insieme dell’economia cittadina e che da essi dipendono gli esercizi alberghieri e commerciali e la stessa attrattiva delle crociere”.
Elettra Antognetti