Dal 29 giugno all'1 luglio presso il Teatro Scalzo di vico Vegetti il Teatro del lemming organizza un laboratorio teatrala aperto a un massimo di venti iscritti
Scade il 15 giugno il termine per le iscrizioni alla tappa genovese del laboratorio del Teatro del Lemming di Massimo Munaro che si terrà il 29, 30 giugno e l’1 luglio (per tre giorni, sette ore al giorno) presso il Teatro Scalzo di vico Vegetti nel Centro Storico.
Il percorso teatrale, unico nel panorama italiano e ormai affermato a livello nazionale, che il Lemming conduce da tanti anni si caratterizza per il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale degli spettatori.
Ricollocando al centro dell’esperienza teatrale la ritualità e il mito, il “metodo” del Lemming si pone anche come ricerca sui profondi movimenti emotivi che le figure archetipiche inevitabilmente suscitano in coloro che le frequentano. Su queste basi il Teatro del Lemming è andato sviluppando, negli anni, un proprio processo pedagogico: «Per noi l’attore piuttosto che un guitto che si pavoneggia per un’ora sulla scena e di cui poi non si sa più nulla (W.S.) deve essere inteso, etimologicamente, come una guida, colui che conduce lo spettatore in quell’altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro. Per essere in grado di costituirsi come guida, l’attore deve innanzi tutto affinare le sue capacità di ascolto – adeguamento – dialogo. Questi tre principi sono sviluppati contemporaneamente in quattro diverse direzioni: su di sé, sui compagni, sullo spazio che li ospita, sullo spettatore».
Per il Lemming lo strumento principale della ricerca dell’attore è il corpo… «Il senso/i sensi del corpo. Corpo non più inteso come protesi di un’intelligenza che dovrebbe guidarlo, ma nella sua pienezza animistica, in quella nudità sorprendente che conduce alla nudità di sé e, forse, alla verità dell’incontro con altre anime e corpi. I cinque sensi dell’attore, indagati separatamente e poi in continua sinestesia fra loro, sono per noi, oltre che un appello alla pienezza della vita, una via d’accesso all’altrove del teatro e alle capacità creative dell’attore».
Nella sua relazione ravvicinata e intima con se stesso, con i compagni, con lo spazio e con lo spettatore, l’attore è indotto ad una messa a nudo radicale, a una ricerca personale e tecnica che passa per una disponibilità assoluta all’ascolto e all’attenzione di sé e dell’altro.
Il laboratorio ha un costo d’iscrizione di €150 e la selezione dei partecipanti avviene previo invio di curriculum e di lettera motivazionale, è aperto ad un massimo di 20 iscritti e ogni singolo incontro avrà luogo dalle 15.00 alle 22.00.
Ai partecipanti, durante il lavoro, è richiesto:
– indossare degli abiti bianchi e neri;
– portare un quaderno ed una penna;
– portare una coperta (da utilizzare anche durante il lavoro);
– portare una traduzione di Giulietta e Romeo di W. Shakespeare che occorrerà già avere letto e che sarà tema drammaturgico del laboratorio;
– portare una benda nera.
Per richiedere ulteriori informazioni e/o per inviare le richieste di iscrizione (contestualmente alla lettera motivazionale e al curriculum), potete scrivere a fedecovaia90@hotmail.it o a marcotopini@gmail.com.