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Incendi, il Liguria i pompieri sotto organico di 130 unità. Cgil: «L’Italia brucia ma nessuno dichiara lo stato di emergenza»

La nostra regione è sotto la media nazionale. Mesi fa sono state promessi mille nuove assunzioni per i pompieri, ma a settembre ne arriverà solo un terzo


17 luglio 2017Notizie
Elisoccorso Vigili de FuocoSotto organico di 130 unità, pari al 12% a fronte di una media nazionale del 7%, su tutte le figure professionali ed in particolare del personale specialista nautico che costringe alla chiusura dei distaccamenti di Savona e Genova Multedo. E’ anche per questi motivi che mercoledì prossimo una delegazione dei Vigili del fuoco della Liguria parteciperà alla mobilitazione nazionale organizzata davanti a Montecitorio. «Anche se fossimo a pieno organico– spiega alla agenzia Dire Luca Infantino, coordinatore regionale dei Vigili del Fuoco FP Cgil e membro dell’esecutivo nazionale- i numeri non sarebbero comunque sufficienti a garantire un servizio tranquillo».
Colpa soprattutto delle promesse non mantenute da parte del governo che nel “decreto terremoto” aveva previsto 23 milioni di euro per mille nuove assunzioni a livello nazionale ma che a settembre arriveranno solo a 352. Le rivendicazioni dei pompieri sono molteplici. «Siamo veramente in ginocchio– afferma Infantino- l’età media del personale in servizio è di 46-47 anni e non sempre l’esperienza può sopperire alle carenze del fisico, tanto che stiamo assistendo a un continuo aumento delle esposizioni agli infortuni. Siamo stanchi».
Poi ci sono le nuove mansioni ereditate dallo smistamento della Forestale. «In Liguria una nuova convezione ci ha dato 400.000 euro in più. Ma non bastano e sono comunque destinati a pagare straordinari che non fanno altro che aumentare la stanchezza, facendo turni di lavoro interminabili, senza sosta e aumentando il rischio infortuni». Secondo il sindacalista, «l’Italia è un Paese poco democratico perché non investe in safety e security. La sicurezza non è solo risolvere qualche problematica di illegalità nel centro storico. Sicurezza sarebbe anche avere almeno 40.000 pompieri sul suolo nazionale e, invece, siamo molto meno di 30.000». La sottovalutazione del problema, secondo Infantino, è dimostrata anche dal fatto che «mentre praticamente sta bruciando tutta l’Italia, nessuno dichiara lo stato di emergenza, né le singole Regioni né il ministero dell’Interno, anche se questo consentirebbe di attingere a risorse economiche straordinarie».

  • ambiente, emergenza, incendi, lavoro, pompieri, sicurezza
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