Con i 20 milioni di assestamento di bilancio da approvare entro fine mese, il sindaco Marco Bucci e l’assessore Pietro Piciocchi trovano anche 12 milioni per sistemare la partecipata che gestisce il ciclo dei rifiuti e tracciano la linea per garantirne il futuro senza aggregazione con Iren e aumento delle tasse
Amiu non fallisce, non fa causa al Comune, resta pubblica, non dovrà aggregarsi con Iren e la tassa sulla spazzatura che pagano i genovesi, dopo quest’anno, non aumenterà ulteriormente. In più, il contratto di servizio della partecipata per la gestione del ciclo dei rifiuti verrà prolungato oltre l’attuale scadenza al 2020 probabilmente per altri 10 anni. La madre di tutte le lacerazioni e le sconfitte della giunta Doria sembra essere stata risolta dal centrodestra in men che non si dica. Una decina di giorni, quasi un colpo di bacchetta magica e il sindaco Marco Bucci ma soprattutto l’assessore al Bilancio, Pietro Piciocchi, hanno trovato la soluzione per l’immediato (12 milioni di euro) e hanno tracciato le linee guida per il futuro quantomeno di breve periodo. Verrebbe da chiedersi: “Ci voleva tanto?”. Ecco qual è strada tracciata per uscire dall’impasse.
La situazione era ormai stranota. L’ultimo atto del Consiglio comunale targato Doria dopo aver fallito il tentativo di condurre in porto l’aggregazione tra Amiu e Iren, ha approvato un aumento della Tari per il 2017 pari al 6,89%, non sufficiente a coprire i costi del servizio cresciuti a causa della perenne chiusura della discarica di Scarpino e della necessità di portare i rifiuti fuori Regione, per cui invece sarebbe stato necessario un aumento medio in bolletta del 18%. Mancavano circa 13 milioni di euro che, per legge, l’amministrazione avrebbe dovuto trovare entro il 31 luglio.
Così la nuova giunta non può far altro che mettersi subito al lavoro, per non passare alla storia come l’amministrazione più breve di Genova sciolta da un commissariamento dopo nemmeno 100 giorni per non essere stata in grado di sistemare un bilancio lasciato zoppo da chi ha preceduto. E la soluzione, almeno in teoria e nelle intenzioni illustrate alla stampa, per il momento sembra anche rispecchiare le promesse di campagna elettorale con la giunta che tira fuori dal cappello 12 milioni di euro all’interno dell’assestamento di bilancio, senza intaccare altri capitoli di spesa.
Per capire come l’amministrazione abbia trovato i soldi, bisogna allargare il discorso a tutto l’assestamento di bilancio che cuba complessivamente oltre 20 milioni di euro. Oltre ai 12 per Amiu, ci sono infatti quasi 8,4 milioni di euro per altre voci di bilancio obbligatorie ma lasciate scoperte dalla passato ciclo amministrativo: 4,4 milioni per i servizi sociali; oltre 591.000 euro sul capitolo lavoro; 770.000 euro per la copertura della cedole librarie; un milione di euro per la gestione del patrimonio comunale; 275.000 euro per il Job centre che gestisce il reperimento dei fondi europei; 424.000 euro per le manutenzioni; 900.000 euro per altre vari voci di spesa.
Diverse le fonti di copertura: 2 milioni di euro da disavanzo del bilancio precedente; altrettanti dallo svincolo di fondi precedentemente accantonati per spese giudiziarie; 7 milioni dalla contrazione di un nuovo mutuo (ma la giunta Doria non aveva detto che non se ne sarebbero più potuti accendere?; 1,4 milioni dallo sblocco di entrate erariali, 4,8 milioni di risparmi dalla rinegoziazione di mutui con Cassa depositi e prestiti e delle spese per le utenze di Mediterranea delle Acque; 3,2 milioni di euro di prelevamenti dal fondo di riserva.
Ma i problemi di Amiu non finiscono con il 2017. L’azienda, infatti, vanta nel complesso un credito nei confronti del Comune di circa 185 milioni di euro: 106 legati alla chiusura della discarica di Scarpino e alla sua gestione post mortem, già spalmati su un piano di rientro di 30 anni, gli altri per gli extracosti dovuti al conferimento dei rifiuti fuori regione. Ed è proprio qui che incideranno i 12 milioni che arriveranno dall’assestamento di bilancio di quest’anno e da un piano di rientro fino al 2020, data attuale di scadenza del contratto di servizio, che consentirà all’azienda di accedere nuovamente al credito bancario che garantirà la continuità aziendale e il recupero di altri 23 milioni di euro per raggiungere i 35 milioni di euro chiesti da Amiu (frutto di un ricalcolo degli iniziali 38 contabilizzati qualche mese fa).
Tre i fronti su cui si sta lavorando per una soluzione strutturale. Riduzione delle spese già entro l’anno; estensione del contratto di servizio per 10 anni attraverso la strategia dell’in house provider, rivedendo l’assetto societario di Amiu con l’ingresso nel capitale di altri Comuni della Città metropolitana; revisione entro 40 giorni con la Regione del piano dei rifiuti per ricalibrare la capacità di trattamento degli impianti liguri e studiare nuove sinergie.
Insomma, il centrodestra mette in campo una politica di centrosinistra, che lo stesso centrosinistra, non solo negli ultimi mesi ma per buona parte della seconda metà del mandato Doria, ha sempre detto inapplicabile. Gli amanti della dietrologia che vedevano quella posizione come un enorme favore “all’amica Iren” adesso hanno gioco facile (oltre che ragione, almeno in apparenza) a dire “ve l’avevamo detto”. Ora attendiamo quello che diranno sul nuovo percorso.