Dalla necessità di riqualificare spazi degradati, nel 2011 è nato nel cuore della Genova industriale un piccolo polmone verde per educare all’agricoltura. Un punto di aggregazione del quartiere diventato fondamentale anche per molte attività formative
Il bisogno di riavvicinarsi ai ritmi naturali legati al lavoro della terra, antidoto al disagio di molte persone per i ritmi artificiali imposti dalla vita lavorativa e sociale. La crisi che ha portato molte persone a riscoprire l’importanza economica dell’agricoltura. Il desiderio di molti anziani di lavorare la terra mettendo a frutto in città saperi acquisiti in gioventù e di giovani e gruppi di avere uno spazio in cui coltivare e condividere prodotti di qualità. L’attenzione alle filiere alimentari e la voglia di “sapere che cosa si mangia”. La necessità di riqualificare spazi degradati. Sono le ragioni che negli ultimi anni hanno portato a riscoprire gli orti urbani, nati nel XIX secolo e quasi scomparsi nel dopoguerra.
Dopo l’esperienza pionieristica di Modena nel 1980, molti comuni hanno adottato regolamenti per l’individuazione e l’assegnazione delle aree adibite a orto urbano.
Il Comune di Genova, dopo l’istituzione della Consulta del Verde nel 2012, nel 2015 ha aggiornato il regolamento sui terreni a uso agricolo, aumentando la platea dei potenziali assegnatari e riconoscendo forme particolari di orto urbano: orti didattici, community garden, orti sociali e terapeutici, orti innovativi. La gestione dei bandi per l’assegnazione è affidata ai Municipi.
Per raccontare questo mondo, a distanza di quasi 4 anni, siamo a tornati a visitare l’orto sinergico di Cornigliano, in via Nino Cervetto, all’interno del parco urbano di Valletta San Pietro. Un’esperienza legata a un’idea complessiva di città che comprende l’agricoltura urbana, la riqualificazione degli spazi degradati, la promozione di nuovi stili di vita e di organizzazione del territorio.
Il progetto è stato promosso nel 2011 dall’associazione Terra Onlus che si occupa di formazione ambientale, accesso alla terra, sostegno all’agricoltura locale e filiere di distribuzione del cibo e altri prodotti. Il valore simbolico dell’iniziativa è accresciuto dal fatto di essere stata realizzata in un luogo d’Italia simbolo di un modello di industrializzazione e urbanizzazione che negli ultimi anni ha mostrato tutte le sue criticità.
L’orto di Cornigliano è coltivato secondo i principi dell’agricoltura sinergica, sistema naturale incentrato sulla preservazione dell’ecosistema del suolo e ispirato agli insegnamenti di Masanobu Fukuoka.
«Quando non si parlava ancora di orti comunitari – ci spiega Giorgia Bocca, referente di Terra Onlus – grazie a un progetto europeo della rete Yepp della quale facevamo parte e che promuoveva l’attivazione di progetti partecipativi destinati ai giovani di quartieri periferici, abbiamo reso coltivabile questo luogo, che era fortemente degradato, e iniziato dei processi di attivazione territoriale per farlo diventare un luogo di aggregazione per il quartiere. In Italia abbiamo altri progetti simili, e ora, avendo raggiunto gli obiettivi prefissi, abbiamo deciso di coinvolgere di più soggetti da sempre interessati alla gestione dell’orto. E’ importante che ci sia un cambio, un nuovo ciclo. Terra Onlus fa parte della Consulta del Verde del Comune e si è impegnata sul nuovo regolamento per favorire l’accesso agli orti urbani di più soggetti possibile, in particolare dei più giovani».
Gli spazi attuali sono relativamente numerosi e gestiti da cittadini o da gruppi, in alcuni casi formati da Terra Onlus. La domanda di terra in città è in netta crescita e, sempre secondo Terra Onlus, sarebbe auspicabile l’individuazione di nuovi terreni per far fronte alle tante richieste, provenienti soprattutto da giovani disoccupati e associazioni.
Oggi l’orto è gestito da un gruppo di volontari, coordinati da Valentina Tricerri, educatrice del settore infanzia e adolescenza di Arci. Sono cittadini che si prendono cura della parte agricola, insegnanti delle scuole del quartiere, educatori interessati a valorizzare l’aspetto didattico del contatto con la natura. «Attualmente il progetto non è finanziato e abbiamo provato a fare una chiamata alle armi popolare», ci racconta Valentina. «La cosa meravigliosa è che c’è stata una risposta super variegata. Per le persone del quartiere la calamita è stata la possibilità di avere un luogo verde da poter curare e da cui trarre beneficio anche a livello di prodotti agricoli. Loro sono le persone che ci investono di più a livello di cura e tempo: se nessuno coltiva è inutile portarci i bambini, sarebbe solo un giardino. Questo è e deve essere un luogo anche aperto ad altri. La valenza pedagogica è fondamentale. Spiegare ai bambini che cosa significa un orto sinergico ha un valore educativo altissimo. L’ecologia è una rete di solidarietà in cui ognuno ha una propria natura, una propria specificità, che viene valorizzata nello scambio con altri. L’importanza di essere tanti, diversi e in rete è l’obiettivo che molti di noi hanno con i bambini e i ragazzi. La cura della terra è per tutti qualcosa di proficuo».
L’associazione Philos ha svolto attività terapeutica con ragazzi autistici e alcune scuole attività educative legate agli orti didattici. Una suggestiva ipotesi è stata quella di coltivare a Valletta San Pietro specie tipiche dei paesi di alcuni richiedenti asilo coinvolti nella gestione dell’orto, ma non è stato possibile, a causa delle differenze climatiche.
L’orto si trova a metà del parco, in un’area in cui sorgeva un parco giochi per bambini distrutto dal fuoco, poco sotto la collina di Coronata, dove sorgono altri orti tradizionali, curati da singoli cittadini. Questa posizione, secondo Valentina, ha preservato l’ambiente dell’orto: «Quando sei lì, ti senti davvero in mezzo alla natura. La strada di Cornigliano, l’inquinamento, il rumore delle macchine sembrano lontanissimi. Sullo sfondo vedi palazzoni di cemento armato, ma senti cantare gli uccellini…è una fascia di natura, che ha preservato una biodiversità molto particolare, tipica di altre regioni e altre latitudini».
L’orto sinergico di Cornigliano non è solo agricoltura urbana. E’ anche educazione, didattica, “ortoterapia”, se ci è concesso usare un neologismo. È teatro di eventi culturali come il Festival degli orti sinergici, integrazione sociale e interculturale, cittadinanza attiva, cura del territorio e rigenerazione urbana.
Il gruppo coordinato da Valentina è aperto, chiunque lo desideri può chiedere di inserirsi in qualsiasi momento e partecipare alla gestione dell’orto: basta contattare Valentina all’Arci Genova, chiamando il numero 0102467506.
Andrea Macciò