Dopo la recente chiusura della struttura di Sampierdarena, è scattato l’allarme dei sindacati di categoria; l’azienda sanitaria genovese, però, è al lavoro per trovare i nuovi spazi. Entro l'anno sarà ripristinato il servizio in corso De Stefanis e sul piatto c'è anche uno storico scorporamento dei Sert del Medio Ponente e della Val Polcevera
Dopo l’accorpamento del Sert (servizio per le tossicodipendenze) in Valbisagno con quello di Quarto, anche la struttura di Sampierdarena è stata chiusa, spostando i servizi nei locali di Rivarolo. Ma dopo l’allarme lanciato dai sindacati, Asl3 rassicura che entro un anno la presenza sul territorio sarà ripristinata e rafforzata.
La notizia risale a qualche giorno fa: lo stabile che ospitava il Sert di Sampiedarena, già da anni in condizioni precarie, è divenuto inagibile, rendendo impossibile il proseguimento delle attività al suo interno. La struttura è di proprietà di Autorità Portuale, che dovrebbe restaurarla; al momento, però, questo intervento non è ancora stato programmato. Di conseguenza, l’Asl è stata costretta a spostare i suoi uffici territoriali, che al momento sono stati ricollocati nei locali dell’ospedale Celesia.
Questo accorpamento però si aggiunge ad un’altra situazione critica: dal 2014, causa alluvione, il Sert Valbisagno di corso De Stefanis è stato spostato e temporaneamente unito con quello di Quarto. Tutti gli uffici, quindi, sono rimasti attivi; sono stati “solamente” spostati, cosa che comunque potrebbe rappresentare un problema per quanto riguarda l’utenza. In un percorso già difficile come quello della lotta contro la dipendenza, un elemento di ulteriore difficoltà, in questo caso, “geografica”, potrebbe inficiare il delicato lavoro di recupero. Non bisogna dimenticare, inoltre, l’importanza del presidio territoriale di strutture del genere, che ospitano decine di gruppi di auto-aiuto e sono al centro di reti formative che lavorano sulla prevenzione diffusa.
A questa notizia si sono mossi anche i sindacati di categoria, pronti ad intervenire perché questa criticità si innesta sulla mancanza cronica di risorse: «Il disagio sociale si allarga, ma il personale non è più sufficiente a soccorrere l’emergenza crescente – ha spiegato Mario Iannuzzi, Fials – le scuole ci chiamano per fare attività di prevenzione, ma non possiamo più andare».
«Questa amministrazione (al cui vertice risiede il commissario straordinario di Asl3, Luciano Grasso, ndr) conosce l’importanza dei Sert – commenta ad “Era Superba” Giorgio Schiappacasse, direttore dei Sert di Asl3 – e vuole assolutamente investire il più possibile in questo settore. Il discorso degli accorpamenti è, infatti, solo momentaneo: siamo in un’emergenza logistica che non dipende dall’azienda sanitaria, ma stiamo già lavorando per assicurare entro un anno il ripristino delle unità territoriali».
Dal punto di vista dei servizi, Asl rassicura che il momentaneo accorpamento delle strutture non sta creando problematiche sostanziali: «Non esistono particolarità e diversità territoriali così marcate – sostiene Schiappacasse – le dipendenze sono presenti, purtroppo, in maniera omogenea su tutto il territorio cittadino, cosa che la dice lunga sulla riflessione che deve essere fatta sull’argomento».
La questione del Sert di corso De Stefanis si è complicata per via di una causa legale in corso, ma, secondo Asl, dovrebbe risolversi a breve. L’azienda, inoltre, ha assicurato che sono già al vaglio ipotesi alternative, sia per la Valbisagno che per Sampierdarena. Proprio per quest’ultima, Schiappacasse sottolinea che si sta lavorando per arrivare allo storico scorporo dei servizi distrettuali: da sempre, infatti, i Sert di Medio-Ponente e Val Polcevera sono uniti in una sola unità logistica, ma in un prossimo futuro «arriveremo ad avere un Sert per ogni distretto».
Sul tema della carenza di personale e risorse sollevata dal sindacato, Schiappacasse risponde che «purtroppo è un problema diffuso su tutto il settore pubblico, e che quindi colpisce anche noi. Bisogna però ricordarsi che la qualità dei servizi è altrettanto importante, e su questo l’azienda da anni sta lavorando, facendosi carico della costruzione di una “rete” sul territorio finalizzata ad ottimizzare gli interventi, rendendoli più efficaci e duraturi». La lotta alle dipendenze, infatti, non si ferma agli uffici e agli ambulatori dei Sert, ma inizia e prosegue anche fuori: dalle scuole alla strada. «Passata l’emergenza Aids degli anni ottanta e novanta – sottolinea il direttore dei Sert – l’attenzione della società su certi problemi è calata sensibilmente, lasciando spazi ai messaggi ambigui della pubblicità e del consumismo. Oggi dobbiamo confrontarci con dipendenze emergenti, come la ludopatia e quelle legate all’abuso tecnologico, e con le vecchie dipendenze che stanno risalendo la china, come l’alcolismo e l’uso di sostanze stupefacenti di ogni tipo, come l’eroina, tornata di moda tra i giovani e i giovanissimi». A colpire, infatti, è la tendenza degli ultimi anni che vede l’età di approdo all’utilizzo di sostanze sempre più precoce: «È necessario fare rete – conclude Schiappacasse – lavorando sulla prevenzione diffusa, ma non solo: anche l’informazione sull’argomento deve essere efficace e indipendente». Asl3 vuole implementare questo fondamentale lavoro, e, se tutto va bene, entro un anno la presenza sul territorio sarà ripristinata e rafforzata. Nel frattempo, resta focale l’appello alla società civile a non sottovalutare il rischio di dipendenza: i problemi di oggi potrebbero essere le tragedie di domani.
Nicola Giordanella