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“Buona noia e sogni d’oro”

Per noia abbiamo giocato, imparato, sognato, rincorso - i bambini lo sanno - abbiamo provato a cambiare quel che non ci piaceva. La noia muove, insegna agli uomini a viaggiare, a immaginare, a desiderare. È il seme della scoperta, la causa dell’opera d’arte


22 Maggio 2016Rubriche > Lettere dalla Luna

lettere-dalla-luna-quaderno-3Noia. Passaggi di tempo a vuoto, nudo e crudo. Assenza di bisogni e doveri di qualsiasi sorta, soggetti ed oggetti da attenzionare o a cui prestare attenzione. Non è depressione, non è apatia, non è spleen, non è pigrizia. Priva il nostro sguardo di filtri protettivi, la noia. La sua presenza frantuma le nostre armature. Ci mette in crisi perché ci pone al di qua, dove stanno gli artisti.
Ma il mondo non è fatto di artisti e il vuoto non è il nostro habitat. E così ci scopriamo incapaci di vivere i naturali momenti di noia che la vita propone, incapaci di restare fermi e in silenzio davanti al muro senza nulla da fare.

Immagini la noia e provi sensazioni negative. Addirittura l’etimologia rimanda all'”avere in odio” qualcosa o qualcuno. Compagna fedele dell’uomo, si è evoluta sino al calderone di significati e interpretazioni del nostro tempo, imbevuta ormai come è di oscurità, grigiore, malessere, ci abbiamo riversato di tutto.

Eppure che motore stupefacente! E che ali giganti!

Per noia abbiamo giocato, imparato, sognato, rincorso – i bambini lo sanno – abbiamo provato a cambiare quel che non ci piaceva. La noia muove, insegna agli uomini a viaggiare, a immaginare, a desiderare. È il seme della scoperta, la causa dell’opera d’arte.
Pensiamo che non ci serva. Siamo convinti che scongiurarne la presenza sia buona cosa. Ce ne sbarazziamo, faremmo di tutto pur di tenerla lontana e appena ne avvertiamo i sentori reagiamo immediatamente accendendo qualsiasi cosa a portata di dito, la nostra vita è ricolma di antidoti con effetto immediato. Questa fobia ci rende facili prede e ci ha fatto accettare compromessi che altrimenti forse neanche i più furbi si sarebbero sognati di proporre.

“Dove scappi?” potesse parlare direbbe “rimani”.

E tu per una volta non scappare, non avere paura. Tieni a bada quel dito. Perché se la vita è azione, argilla da plasmare, inalazione e assorbimento, la noia è la sua punteggiatura. Per prendere respiro, prima di capire cosa fare, cosa dire, cosa leggere, cosa scrivere.

Sarà anticamera, pertugio, feritoia.
Buona noia e sogni d’oro.


Gabriele Serpe


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Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

Tutte le puntate

L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

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