Arresti e perquisizioni in tutta Italia, coinvolti dirigenti Cociv e diverse imprese subappaltanti. Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato alla luce mazzette e irregolarità alla base delle gare di assegnazione dei lavori dei 5 lotti del progetto. Inquietanti dubbi sui lavori eseguiti per la galleria di Cravasco. Nel frattempo i cantieri non sono stati chiusi e Toti prova a serrare i ranghi della politica: «I lavori devono proseguire».
L’operazione di questa mattina della Guardia di Finanza ha portato all’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare su tutto il territorio italiano, a seguito delle indagini su alcune grandi opere in costruzione, come la Salerno-Reggio Calabria e il Terzo Valico dei Giovi. L’indagine nasce da uno stralcio di “Mafia Capitale” e si estende da nord a sud, dimostrando ancora una volta la permeabilità del sistema dei grandi cantieri alla corruzione. Dopo l’inchiesta di questa estate, quindi, i cantieri del Terzo Valico tornano nella bufera, con risvolti inquietanti: dalle prime notizie trapelate, infatti, pare che alcuni lavori siano stati eseguiti fuori dagli standard minimi richiesti, utilizzando cemento “povero” per risparmiare. Tra questi anche quelli relativi alla galleria di Cravasco, la cui realizzazione è stata più volte contestata dalla popolazione locale e non per l’alta percentuale di fibre di amianto presenti nella roccia.
«E’ stata accertata la turbativa d’asta riguardo ad appalti connessi ad alcuni tronconi, sono stati accertati alcuni episodi corruttivi che riguardano alcuni funzionari del Cociv (general contractor dell’opera, ndr) ed episodi di concussione consistiti nell’imporre una rete di imprese agli appaltatori principali che doveva scalzare altre ditte non gradite anche attraverso intimidazioni tipiche della criminalità organizzata e mafiosa». Queste le prime dichiarazioni, riportate dall’agenzia Dire, del procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, che ha illustrato alla stampa l’operazione “Arka di Noè”, un’operazione che ha portato all’esecuzione da parte della Guardia di Finanza di Genova di 14 ordinanze di custodia cautelare e 55 perquisizioni in diverse regioni d’Italia per presunte irregolarità nella concessione degli appalti nella realizzazione di 5 lotti del Terzo Valico ferroviario dei Giovi, la linea ad alta velocità Genova-Milano.
Le misure cautelari sono state eseguite perché, secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova, Cinzia Perrone, sussite il rischio di reiterazione dei reati per i dirigenti del Cociv toccati dall’indagine: «In ragione dell’incarico attualmente ancora rivestito sussiste certamente l’esigenza cautelare correlata al rischio di reiterazione di delitti». Una reiterazione che, secondo il giudice, si sarebbe già concretizzata in diverse gare di appalto. Le misure di arresto domiciliare sono, inoltre, giustificate dal fatto che sono ancora in corso procedure per affidamenti per importi “rilevantissimi”, come quelle per il “lotto 4 Cravasco” e il “lotto 3 Val Lemme” rispettivamente da 295 e 293 milioni di euro. Ecco i nomi dei 14 indagati: l’ex direttore dei lavori Paolo Marcheselli, il responsabile degli appalti Maurizio Dionisi, l’attuale presidente di Cociv Michele Longo, il suo vice Ettore Pagani, i funzionari del Cociv Andrea Ottolin, Giuliano Lorenzi, Giulio Frulloni, Angelo Pelliccia, e gli imprenditori Antonio Parri, Giuseppe Petrellese, Marciano Ricci, Giovanni Giugliano, Antonio Giugliano, Puma Giuliano.
Tra gli episodi contestati la consegna di una tangente da 10.000 euro da parte di un imprenditore all’ex direttore dei lavori del Cociv, Pietro Marcheselli, e al responsabile degli appalti, Maurizio Dionisi. La bustarella sarebbe stata consegnata all’interno degli uffici del Cociv per l’appalto della galleria finestra di Cravasco, un’opera dall’importo complessivo di 1,7 milioni di euro assegnata all’impresa “Giuliano Costruzioni metalliche”. Secondo i primi accertamenti, la galleria in questione potrebbe anche presentare problemi di stabilità. Contestata anche l’assegnazione del “lotto Libarna” avvenuta attraverso una gara internazionale con base d’asta da oltre 67 milioni di euro e assegnata al massimo ribasso alla ditta “Oberosler” di Trento. L’accusa in questo caso è di collusione per i suggerimenti dati dai funzionari del Cociv all’azienda per correggere alcune anomalie dell’offerta. Per quanto riguarda, invece, il “lotto Serravalle”, appalto da 189 milioni di euro assegnato alla ditta “Grandi Lavori Fincosit”, l’accusa ai funzionari del Cociv è di aver indotto altre imprese a non presentare offerte. Al momento nessun cantiere risulta però bloccato, e la galleria di Cravasco non è stata sottoposta a sequestro.
Passaggio di denaro ma non solo: nell’ordinanza del gip, come riporta l’agenzia Dire, sono riportati diversi episodi di incontri con escort utilizzati come pagamento per favori ottenuti nel corso delle assegnazione degli appalti: «Ricci Marciano nella qualità di amministratore di fatto della società ‘Europea 92 Spa’ organizzava e pagava un incontro tra Giulio Frulloni e una escort e successivamente gli prometteva l’organizzazione di un analogo incontro affinché Frulloni, in qualità di coordinatore costruzioni del consorzio Cociv, aiutasse la società Europea e CIPA Spa a vincere la gara ad inviti indetta dal Cociv per l’appalto dei lavori di costruzione della galleria Vecchie Fornaci”». Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo. L’episodio della escort riguarderebbe la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci assegnata alle società “Europea 92” e “Cipa”