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Nuovo regolamento Erp, coabitazione sociale e manutenzioni ordinarie a carico degli assegnatari

Dopo un lungo dibattito, Tursi approva le nuove regole per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica: tra le novità la possibilità di affidare i lavori di manutenzione ordinaria a chi ci andrà a vivere e il ricorso a progetti di coabitazione sociale. Restano ancora non chiari i numeri di questa riforma, mentre l’emergenza abitativa non arretra


2 Luglio 2016Notizie

Sportello pe ril Diritto alla Casa, GenovaIl Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento di “Assegnazione e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ubicati nel Comune di Genova”, dopo un iter complesso che ha visto coinvolti, tra gli altri, Municipi e sindacati di categoria, oltre ai responsabili di Arte e Asl. Alla base della nuova normativa, la necessità di agevolare l’accesso alla casa, stante un’emergenza abitativa in crescita, come Era Superba ha documentato più volte. La giunta, quindi, prova a smuovere le acque in un ambito critico per l’amministrazione e per la società civile, che spesso non riesce a stare al passo con gli andamenti del mercato immobiliare, legato a doppio giro con il mercato della finanza speculativa. Lo spirito di questa “piccola riforma genovese” è quello di velocizzare gli accessi alle case, provando ad allargare in qualche modo il bacino dei possibili beneficiari. Vediamo nel dettaglio che cosa cambia nelle modalità di assegnazione e gestione degli alloggi Erp (Edilizia Residenziale Pubblica).

Le novità

Il testo approvato introduce alcune innovazioni, già anticipate nei mesi scorsi ma leggermente limate dal dibattito consigliare. Tra le prime novità c’è la creazione di una nuova graduatoria per le assegnazioni, con validità quadriennale, ma aggiornamento semestrale. Le modalità di accesso alla graduatoria e i requisiti richiesti non sono stati modificati. Il testo, inoltre, introduce la creazione di una “Commisione Erp”, composta da personale dipendente di Comune, Arte Genova e da rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria: questo nuovo organo, che sarà tenuto a riferire di fronte al Consiglio comunale, avrà il compito di monitorare il territorio, cercando di “leggere” le eventuali situazioni di criticità legate alle assegnazioni, per favorire il miglior inserimento possibile all’interno del contesto civico degli assegnatari. La costituzione di questa commissione non aggiungerà costi al bilancio comunale, utilizzando risorse interne all’amministrazione.

Manutenzioni ordinarie a cura degli assegnatari

Uno dei colli di bottiglia che da sempre rallenta le pratiche di assegnazione è il livello di fatiscenza in cui spesso sono ridotti gli alloggi Erp: il requisito sine qua non per lo sblocco di una abitazione è, infatti, il rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. Con il nuovo regolamento, se i lavori necessari al raggiungimento della messa in sicurezza non superano i 5 mila euro, l’ente proprietario può proporre al cittadino in graduatoria di farsi carico dei lavori, scalando successivamente le spese documentate dal canone di locazione. Il meccanismo sarà vincolato da una perizia che stabilisce quali lavori debbano essere fatti e da un termine temporale, che non può superare i sessanta giorni; prima del completamento delle opere, la casa non potrà essere abitata. Prevista anche la possibilità di procedere con lavori “fai da te”, previa la stipula di una polizza assicurativa. Questo novità punta ad abbreviare i tempi per le assegnazioni, anche se, al momento, non esiste una quantificazione puntuale degli alloggi che rientrerebbero in questa categoria.

Coabitazione sociale

Un’ulteriore novità del nuovo regolamento è l’introduzione della coabitazione sociale: l’ente, infatti, individuerà alloggi compatibili a progetti di condivisione da parte di soggetti in carico ai servizi sociali e socio-sanitari locali. Questa pratica, già in uso in altri comuni italiani, contribuirebbe a far fronte a diversi problemi: da un lato, si verrebbe incontro a persone sicuramente in difficoltà economiche e, nel contempo, si produrrebbe una riabilitazione sociale (seguita e supervisionata dai servizi) senza dover ricorrere a inserimenti in strutture dedicate, abbattendo di conseguenza i costi sanitari pubblici.

Un regolamento più “femminile”

L’assessore alle Politiche della casa e housing sociale, Emanuela Fracassi, ha definito questo regolamento più “femminile” rispetto al precedente: «Nonostante una legislazione molto rigida, siamo riusciti a introdurre elementi veramente innovativi – spiega – riuscendo a ottenere un quadro normativo più flessibile e adattabile alle diverse situazioni». L’ordinaria manutenzione a carico degli assegnatari e i progetti di coabitazione sociale «permettono di sbloccare più alloggi e, al contempo, di intercettare situazioni di disagio conclamate».
Non tutti, però, gridano al miracolo. Antonio Bruno, consigliere comunale di Federazione della Sinistra, ricorda come, anche in questo regolamento, restino delle sperequazioni sociali evidenti: «Rimane previsto lo sfratto per chi non riesce a pagare comunque l’affitto, anche perché il fondo per la morosità incolpevole previsto da Regione Liguria e Comune di Genova – continua il consigliere – ad oggi non è mai stato finanziato». La discussione in Sala Rossa, però, ha portato a mettere nero su bianco l’impegno, da parte della giunta, ad istituire in tempi brevi questo fondo e a far pressione affinché si riveda la legge regionale 10/2014, che appunto prevede la decadenza dall’alloggio per chi non riesce a pagare tre mensilità, anche non consecutive.

Questa riforma del regolamento Erp, sicuramente, è un passo avanti, ma i conti non sono ancora chiari: «Partiremo con una decina di coabitazioni – sottolinea Fracassi – mentre dobbiamo lavorare con Arte per individuare quali e quanti potrebbero essere gli alloggi la cui manutenzione sta sotto la soglia dei 5 mila euro». Al momento, quindi, non è facile capire quale impatto reale potrebbe avere questa nuova normativa: nel frattempo, l’emergenza abitativa non dà segni di arretramento e c’è il rischio che, nei fatti, la montagna abbia partorito il topolino.

Nicola Giordanella


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